Conclusi i mondiali femminili IBA in Serbia. Russia e Kazakistan dominano
14 paesi sul podio, solo 47 nazioni e 220 atlete nonostante i premi stellari.
di Giuliano Orlando
Sceso il sipario sulla 14° edizione dei mondiali femminili, il futuro dell’IBA non è certo dei migliori. In sede di presentazione il presidente Umar Kremlev, aveva affermato: "Sono molto emozionato per il ritorno dei nostri Campionati mondiali di pugilato femminile IBA, dove le migliori pugili del mondo combatteranno per la corona. Un titolo mondiale o una medaglia possono essere il catalizzatore e il punto di svolta per una grande carriera pugilistica, l'IBA è in grado di cambiare la vita degli atleti di ogni parte del mondo, poiché il pugilato è un ottimo strumento per una mobilità ascendente. È un'opportunità per raggiungere la grandezza, quindi invito tutti a registrare i propri atleti per garantire che possano realizzare i propri sogni”. L’entusiasta presidente della Federazione serba di boxe, Nenad Borovčanin, aveva aggiunto: "La Serbia tornerà ad essere l'epicentro mondiale della boxe. Dopo lo spettacolare mondiale IBA del 2021, che ha riscritto la storia della boxe (?), è giunto il momento del compito in cui ci aspettiamo di spostare quei limiti stabiliti a un altro livello. Tra due mesi, oltre 500 pugili donne provenienti da oltre 100 paesi parteciperanno a questi mondiali in 12 categorie". Ai primi di febbraio nella successiva conferenza di presentazione, i toni erano meno trionfalistici, vista la situazione. Il segretario generale e CEO dell'IBA, Chris Roberts Obe, informava che: “Finora si sono iscritte quasi 40 nazioni con una partecipazione prevista di oltre 500 pugili”. I vincitori della medaglia d'oro riceveranno 100.000 dollari USA, quelli della medaglia d'argento 50.000 dollari, quelli della medaglia di bronzo 25.000 dollari ciascuno e, per la prima volta nella storia del torneo, tutti i quarti di finale riceveranno 10.000 dollari”.
Nonostante gli incentivi notevoli, i numeri reali si sono rivelati parecchio distanti dalle previsioni. A Nils presenti in concreto 47 nazioni e le atlete ferme a quota 220. Meno della metà di quanto aveva anticipato l’IBA. Non solo, dieci delle nazioni presenti, sono iscritte alla Wolrd Boxing, che ha lasciato alla loro discrezionalità la presenza nelle competizioni dell’IBA. Curioso e divertente: in sede di sorteggio, molti tecnici indossavano le maglie della WB. Nel contesto generale, solo sei paesi al completo: Serbia, Cina, Russia, Turchia, Kazakistan e Uzbekistan. A seguire Romania 10, Irlanda, Kenya, Messico, Venezuela e Vietnam a quota 8; Marocco 7; Bielorussia, Azerbajan, Korea Nord, Spagna 6; Grecia 5, Armenia, Bulgaria, Slovacchia, Thailandia 4; Afganistan, Cuba, Etiopia, Mongolia, Kyrgyzstan, Moldovia, Portorico, Tajkistan, Zimbawe 3, Colombia, Polinesia francese, Georgia, Germania, Lettonia 2; Australia, Brasile, Capo Verdee, Haiti, Olanda, Nigeria, Macedonia, Portogallo, Svezia, Tunisia, Sierra Leone 1. Iscritte, ma non arrivate: Sud Africa (8), Tanzania (5) e Montenegro (1). In totale 47 nazioni e 220 atlete. Era dal 2008, a Ningo City in Cina che si era riscontrata una presenza minore di nazioni (39) e atleti (218). Nelle successive 8 edizioni i numeri sono risultati sempre superiori. A Istanbul 2022, il record di nazioni (73), a New Delhi 2023, quello delle atlete presenti 324. Ben oltre cento più di Nilsen! Ripeto: nonostante i premi sontuosi, quindi stimolanti: 100.000 dollari USA alle campionesse, 50.000 dollari alle medaglie d'argento, 25.000 alle vincitrici del bronzo 25.000 dollari e per la prima volta nella storia del torneo, ci saranno 10.000 dollari a chi raggiunge i quarti di finale, l’edizione 2025 non passerà alla storia, nonostante l’IBA abbia pagato di soli premi: due milioni e 480.000 dollari. Alla boa dei quarti sono arrivate 28 nazioni, delle 47 iscritte, col previsto predominio di Kazakistan e Turchia (10), Russia (9), Uzbekistan e Serbia (8), seguite dal Marocco (6) e dalla Cina (5), sotto le attese.
Thailandia e Bulgaria (4), Venezuela, Romania, Vietnam e PKR (3), Azerbajan, Slovacchia, Bielorussia, Irlanda (2), con una sola atleta: Mongolia, Spagna, Nigeria, Kenya, Polinesia Francese, Sierra Leone, Moldovia, Messico, Lettonia, Olanda e Tajkistan. Bocciate Germania, Armenia, Cuba, Grecia, Colombia, Portorico e l’unica di Capoverde, l’attempata Ivanusa 'Nancy' Moreira, 37 anni, che l’IBA aveva intervistato e l’interessata si era sprecata in elogi per l’IBA e in particolare per il presidente Umar Kremlev. Ma, mentre a Istanbul e New Delhi aveva raggiunto i quarti, stavolta la kazaka Kizatova l’he eliminata all’esordio, escludendola dai premi. Vista la generosità dell’IBA, grazie allo sponsor Gazprom, nel caso della Moreira, potrebbe fare eccezione, devolvendo un premio alla capoverdiana. Per chiarire meglio la situazione dei mondiali giunti alla 14° edizione, quella attuale figura al nono posto, nella parte bassa, preceduta da Istanbul (Turchia) 2022 (73 nazioni, 310 atlete),
Qinhuangdao (Cina) 2012 (78 n. 300 a), New Dehli (India) 2023 (66 n. 324 a), Bridgetown (Barbados) 2010 (78 n. 300 a.), Jeju (Corea Sud) 2014 (67 n. 280 a.), New Dehli (India) 2018 (62 n. 277 a.), Astana (Kazakistan) 2016 (60 n. 285 a.), Ulan Ude (Russia) 2019 (57 n. 224 a.), Nilsen (Serbia), 2025 (47 n. 220 a.); Ningo City (Cina) 2008 (39 n. 218 a); Antalya (Turchia) 2002 (35 n. 185 a.); New Delhi (India) 2006 (33 n. 178 a.); 2001 Scranton (USA) 2001 (30 n. 125 a); Podolsk (Russia) 2004 (28 n. 152 a.). L’edizione 2025 è la peggiore dopo quella del 2008, a distanza di 17 anni, un floppy clamoroso. Reso più pesante dalla presentazione dell’evento dove gli esclamativi si sono sprecati, annunciando l’evento che ha cambiato il vertice del movimento femminile, proiettandolo verso traguardi stellari. In effetti i premi, grazie all’elargizione di Gazprom, che è anche costato in parte l’esclusione dell’IBA dal CIO, avevano una base di partenza impressionante e alla fine ne hanno beneficiato 28 nazioni. Questi gli importi. Russia 530.000 dollari, Kazakistan 465.000, Turchia 340.000, Serbia 245.000, Cina 225.000, Marocco 165.000, Korea Nord 150.000, Thailandia 135.000, Uzbekistan 115.000, Irlanda 100.000, Vietnam 45.000, Bulgaria 40.000, Slovacchia e Bielorussia 35.000, Venezuela, e Romania 30.000, Azerbajan 20.000, Spagna, Mongolia, Messico, Olanda, Sierra Leone, Lettonia, Nigeria, Kenya, Bielorussia, Polinesia Francese, Tajkistan 10.000. Calcolando che per molte nazioni l’IBA ha pagato il soggiorno, fate voi i conti.
Entrando nel dettaglio, della rassegna, l’Irlanda ha perduto all’esordio sei delle otto iscritte. Niente da dire per quanto riguarda la Irving (48 kg.) contro la venezuelana Cedeno, che si è poi imposta sulla locale Siljkovic, approdando ai quarti. Fuori subito la Moorehouse (50) a disagio contro la cinese Hu, molto mobile e abile. Idem per la Lehane (54) nei confronti della thailandese Chongprongklang, a sua volta ai quarti dopo una battaglia violenta con la portoricana Mendeza, una guerriera tosta, superata ai vantaggi. Sotto le attese Michaela Walsh (57) battuta netta dalla Brancovic, una delle punte serbe, che tra una spinta e l’altra arriva all’oro. mira al podio. Sul filo del punto la sconfitta della Bobbett nei +81, dopo una battaglia equilibrata contro la veterana turca Guneri, 37 anni, bronzo mondiale 2014, plurititolata attiva dal 2010. L’unica sconfitta che non mi ha convinto riguarda Grainne Mary Walsh (66) contro l’uzeka Navbakor Khamidova, non certo una sconosciuta, favorita in modo evidente dall’arbitro colombiano Fernandez Mora, che nel secondo round richiamava l’irlandese per tenute, decisamente gratuito. Fino a quel momento il match era in equilibrio. L’uzbeka, più alta usava bene i colpi lunghi, ma l’avversaria molto generosa replicava accorciando e colpendo al corpo. Probabilmente avrebbe vinto la più esperta uzbeka, ma la decisone arbitrale ha favorito il risultato. La squadra irlandese aveva ben altre mire. Deludente anche la Cina, che ha lasciato prima delle semifinali ben sette delle dodici iscritte. In semifinale i numeri indicano questa situazione: Russia (7), Kazakistan e Turchia e Serbia (6), Uzbekistan (4), Korea Nord e Thailandia (3), Irlanda e Marocco (2), Slovacchia, Bielorussia, Vietnam e Moldavia (1). Per un totale di 14 nazioni. Da segnalare l’assenza di Bulgaria e Romania, oltre a Spagna, Messico e Venezuela.
Il bilancio delle favorite premia sia pure parzialmente, considerata la ridotta concorrenza, la Russia con 4 ori, un argento e tre bronzi. Molto meglio degli europei di Belgrado 2024, dove fu un vero disastro, con soli tre ori e sette argenti. Per i mondiali i tecnici russi hanno scelto le vincitrici della rassegna nazionale svoltasi lo scorso novembre a Serpukhov, città ad un centinaio di km. a Sud di Mosca. Delle titolari europee, a Nilsen sono state confermate in sei. La Gaspesina oro a Belgrado negli 81 kg. scesa nei 70, vincendo il mondiale! I nomi nuovi riguardano Babel (50), Aedma (52), Vorontsova (57) e Medenova (81). Deludenti le prime tre, fuori dal podio, mentre la Medenova (23 anni), titolare nazionale negli ultimi due anni, ha colto l’oro, con una boxe aggressiva e potente, costringendo alla resa la polinesiana Nena e la romena Cimpoeru, ai punti la marocchina Larti e in finale la quotata turca Isildart, penalizzata dalla conduzione della bulgara, arbitra di parte. Oro nei 60, la Asatrian (60), 23 anni, già in evidenza da youth (2019), oro nazionale nel 2020, argento 2021, assente nel 2022, ha vinto le ultime due edizioni. Argento a Belgrado, battuta dalla Shadrina, 34 anni, emigrata in Serbia, dopo aver fallito il titolo russo dal 2012 al 2018. A Nils percorso netto della Asatrian, con qualche difficoltà contro la bulgara Staneva, 34 anni, carriera decennale con podi mondiali ed europei, boxe ostruzionistica, che non ha funzionato contro una rivale che l’ha sempre anticipata. Facile poi battere la slovacca Jedinakova, idem in finale con la kazaka Grafeyeva, che in semifinale si era imposta sulla Shadrina. Podio più alto anche per la Gaspesina nei 70 k. Che meno di un anno addietro aveva centrato l’europeo negli 81! Il match più difficile nei quarti contro la turca Caliskan, più facile battere la bielorussa Danilchyk, un po’ meno l’irlandese Lisa O’Rourke, iridata 2022 a Istanbul, guerriera tosta, forse stanca dopo la battaglia feroce in semifinale contro la kazaka Bogdanova. Terzo oro alla Shamonova, 24 anni, nei 75 kg. La russa nei settori giovanili ha dominato in Europa e nel mondo, passando nelle elité, ha pagato il salto di qualità e una certa ritrosia ad alimentarsi con giudizio, salendo nei mediomassimi. In finale agli europei di Belgrado ha trovato l’irlandese Aoife O’Rourke, 27 anni, sorella maggiore di Lisa, che l’ha impegnata a fondo, finendo meglio e conquistando l’oro. A Nils si è presa la rivincita, trovando l’oro iridato. All’esordio aveva cancellato i sogni della cubana Mesa, 31 anni, la più esperta delle tre caraibiche presenti, nessuna sul podio, lo stesso trattamento sulla promettente romena Nita, 18 anni e molto talento, migliore della cinese Wang in semifinale. Nei 48 kg. l’esperta kazaka Kyzaibay, 31 anni, ha cancellato il sogno della russa Chumgalakova, 27anni, tre volte europea, un argento e due bronzi, bocciata nel 2023 in India, giunta in finale con grande sicurezza, eccedendo anche negli atteggiamenti. La Kyzaibay l’ha anticipata, colpendo in velocità, innervosendo la russa, costretta a dover attaccare, ruolo per lei inedito. Vittoria netta della kazaka. Accompagnata dalla Baibekova nei 50 kg. che dopo l’argento 2022 e il bronzo 2023, completa il podio, stavolta il più alto a spese della cinese Hu in finale. Il terzo alloro kazako alla Abikeyeva, 26 anni, nei 63 kg. Bocciata nel 2022 a Istanbul dalla transgender Khelif, giunta in finale e battuta dall’irlandese Brooadhurst, nel 2023 in India all’esordio incrocia la cinese Chengyu, ovvero la vincitrice della categoria, Al terzo tentativo, non trova ostacoli, batte la cinese Zhao, la turca Lok, la russa Babicheva e in finale l’irriducibile thai Somnek, tutte per 5-0. Il resto delle categorie premiano nei 52 kg. la nordcoreana Pang, 30 anni, bronzo ai Giochi di Parigi, che a distanza di sette anni, bissa l’oro del 2018, superando in finale la turca Cakiroglu, 28 anni, oro iridato 2022 ed europea in carica. La turca, abituata alla boxe di rimessa, si è trovata a disagio contro una rivale più rapida e mobile, perdendo nettamente. Il Marocco che puntava sulla Larti negli 81, fermata in semifinale dalla russa Medenova, ha trovato l’incredibile Bertal, nei 54, che ha vinto tre incontri ai vantaggi, contro la nordcoreana Paek, la serba Circovic e in finale sulla turca Akbas, iridata 2022, che a mio parere meritava il titolo.
Decisamente casalingo il verdetto che nei 57 kg., assegnava l’oro mondiale alla locale Brancovic, ai danni della thailandese Ruenros, che ha portato il doppio dei colpi a bersaglio, ma la giuria vedeva solo quelli della locale, che vinceva con un incredibile 5-0. Unico titolo alla Turchia per merito della Surmeneli, 26 anni, talento pazzesco, ma meno brillante che in passato. Adesso si affida alla forza e vince. E’ il secondo mondiale dopo quello del 2022. Oltre agli ori d’Olimpia. Quasi una seduta di allenamento, compresa la finale, di fronte alla uzbeka Khamidova, che aveva eliminato la russa Moldazhanova. Un solo oro alla Cina, partita con altre ambizioni. Lo centra la Zhan, superando la russa Chuchmanova e la veterana turca Guneri, 37 anni, che in carriera ha raccolto sei podi, mai il più alto. In finale trova la kazaka Talipova, 22 anni, che a metà match finisce la benzina e lascia la vittoria alla Talipova. Chiudo con il riferimento a giudici e arbitri. La sudditanza verso la Russia è ancora in vigore, come un occhio di riguardo alla Serbia.
Anche se ad onor del vero, c’è stato un miglioramento generale. L’anello debole sono le donne, molto eleganti ma incapaci di dirigere con personalità. Salgono sul ring e si limitano a dare lo stop. Non sanno distinguere chi porta colpi irregolare e quando intervengono, lo fanno quasi sempre a sproposito. Emblematica la bosniaca Poletan, che in passato ha combinato disastri epocali e ancora oggi non è cambiata di molto. L’italiano Luca Vadilonga è stato uno dei più bravi, forse il migliore. L’IBA ha fatto corsi di aggiornamento, anche in relazione all’attività con i professionisti, il futuro dell’associazione, che sta perdendo nazioni su nazioni, addirittura la Cina, l’ultimo baluardo asiatico e il Montenegro che in Europa, assieme alle Serbia, risultava la sede dove svolgere gli eventi importanti. Ultimo segnale emblematico, l’Adriatic Pearl a Budva, dove, pur essendo presente la Russia, veniva ignorata l’IBA. Indicando solo l’EUBC. Che a sua volta si sta svuotando, visto che quasi 30 nazioni fanno parte della World Boxing e altre sono in attesa. Sono in corso colloqui per dirottare l’ente nella WB. Operazione per mi auguro vada in porto. Giuliano Orlando