A Cracovia assegnati i primi 44 pass per i Giochi di Parigi, quattro agli azzurri.
La boxe sarà presente anche a Los Angeles 2028.
di Giuliano Orlando
L’Europa è stato il primo continente a far svolgere le preolimpiche che assegnano i pass per i Giochi di Parigi 2024. Dopo la decisione del CIO di espellere l’IBA dal contesto delle olimpiadi, la rassegna di Cracovia, era importante per capire la reazione delle iscritte all’EUBC. La riposta è stata semplicemente corale nella scelta olimpica, viste le presenze. Sono mancate all’appello Gibilterra, Andorra, Islanda a Monaco, ovvero il nulla. Oltre a Russia e Bielorussia per l’invasione dell’Ucraina. Sul ring 42 nazioni oltre all’European Refuge Team con due iscritti. Albania, Armenia, Austria, Azerbaijan, Belgio, Bosnia & Herzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Republica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Georgia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Israele, Italia, Kosovo, Lettpnia, Lituania, Lussemburgoo, Moldovia, Montenegro, Olanda, North Macedonia, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovakia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina ed European Refugee Team le presenti.
Nel totale 319 atleti con 193 maschi e 126 donne. L’EUBC, presieduta dal dottor Ioannis Filippatos ha rappresentato per la preolimpica gestita dall’Ente preposto per questi Giochi Europei, il continente con più nazioni attive. In rapporto all’edizione precedente di Londra, il torneo si è snodato senza alcun intoppo, le note dolenti riguardano giudici e arbitri, avendo escluso quelli europei, gli invitati in particolare quelli dei Paesi africani e alcuni dell’Asia e del Centro America apparivano inidonei a dirigere e giudicare a questi livelli. Debbo dire che nelle semifinali e finali, il responsabile tecnico potendo operare su un minore numero di match, ha scelto il meno peggio. Il bilancio di Cracovia ha consegnato 44 pass equamente divisi tra uomini e donne.
Se rapportiamo il bilancio italiano all’edizione di Tokyo, dove l’Italia al maschile per la prima volta nella storia ultracentenaria non qualificò neppure un pugile e a salvare parzialmente il bilancio fu il settore femminile con Irma Testa che colse il bronzo, mentre Giordana Sorrentino, Rebecca Nicoli e Angela Carini si qualificarono ma a Tokyo vennero fermate prima del podio. A Cracovia tra gli esclusi del 2021, ovvero Salvatore Cavallaro e Aziz Mouhiidin in Polonia hanno centrato il pass al primo colpo, imitate da Sorrentino e Testa. Quattro ticket con possibilità di migliorare ulteriormente all’esame del prossimo marzo, quasi sicuramente fissato a Busto Arsizio. Cracovia è stata generosa con la Francia che ha praticamente coperto tutte le categorie, oltre alle sette ottenute in Polonia ha diritto a sei pass tra uomini e donne, quindi può esimersi da ulteriori esami. Bottino buono anche per la Turchia a quota 6 (2M, 4F), l’Irlanda: 2M e 3F e la Bulgaria a quota 3 (1M e 2F), col cubano Ibanez nei 57. Uno degli allenatori della Bulgaria è un cubano che ha già fatto arrivare diversi caraibici e a Cracovia erano in due. L’altro, il +92 al momento ha una struttura impressionante, ma non sembra destinato alla gloria. Agli ottavi il nostro Lenzi, 25 centimetri meno, l’ha impegnato niente male, rischiando di vincere. L’Italia ha sfiorato con Federico Serra (51) il pass per Parigi, non avendo perduto contro il turco Gumus, che i giudici hanno premiato in eccesso e solo quello di Taipei ha visto vincere l’azzurro. Gumus è un furbo di tre cotte, sfugge al contatto e porta molti colpi veloci che spesso non arrivano a bersaglio, gesticola e confonde i giudici, che già faticano a capirci e Gumus li manda in confusione. In finale ci ha provato contro Bennama e quasi ci riusciva dopo il 5-0 del primo round. Ma nelle due restanti riprese il mancino francese ha trovato la giusta contraria, chiudendolo alle corde e colpendo a velocità superiore. Gumus le ha provate tutte, compresi abbracci e colpi irregolari, ma alla fine giustamente Bennama vinceva la sfida che valeva la vittoria nei 51 kg. Nelle semifinali femminili, l’arbitra kirgyza, Zhamila Borkoeva infliggeva nel secondo tempo un richiamo assolutamente ingiustificato alla spagnola Fuerte
orientando il match a favore della francese Lkhadiri, che non avrebbe vinto senza quel favore.
Nei supermassimi l’inglese Orie ha conquistato l’unica vittoria maschile per la Gran Bretagna (1M, 2F) e vista l’età e la buona impostazione, potrebbe essere uno dei clienti per il podio di Parigi. Comunque dalla nazione che comprendeva Galles e Scozia ci si aspettava qualcosa in più. In linea con le attese i due pass per Azerbaijan, Ungheria, Spagna e Serbia, grazie a due atleti russi, mentre il Belgio, guidato dal tecnico italiano Raffaele Bergamasco, ha presentato l’inedita Dereiuv, che dopo aver dominato la magiara Hamori in semifinale ha dato filo da torcere alla turca Surmeneli, oro a Tokyo, due volte iridata ed europea in carica. Il 5-0 per la turca penalizza la belga, inferiore sul piano atletico, non certo su quello tecnico. Un gioiellino da seguire. L’altro pass è arrivato nei 57 dal campione europeo a Yerevan, Usturoi nato in Romania, in forma precaria, battuto in semifinale dallo spagnolo Quiles. Croazia, Danimarca, Georgia, Romania, Svezia e Ukraina hanno staccato un solo pass. Quest’ultima, presentatasi al completo ha risentito e non poco nella preparazione, delle difficoltà a causa della guerra e lo stato generale della squadra non era certo dei migliori. Nei 71, il ventenne Zakhariev, iridato 2021, considerato un talento assoluto, ha perso dal turco Erdemi, con un 3-2 molto discutibile nei quarti, escluso al momento dai Giochi. In totale sono 17 le nazioni che non sono rientrate a mani vuote. Nel computo delle presenze, si sono presentate al completo (13) Armenia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Turchia e Ucraina. Fanalino di coda il Lussemburgo con 1 atleta. A livello statistico, ai quarti restavano ancora 29 nazioni, scese a 19 nelle semifinali e a 15 in finale. All’oro sono arrivare Francia (3), Turchia (2), Irlanda (2), Bulgaria (2), quindi Gran Bretagna, Danimarca, Ucraina e Italia a quota uno.
Il responsabile azzurro Emanuele Renzini ha portato le squadre al completo, con due sostituzioni a sorpresa. Tra gli uomini è rimasto a casa negli 80 kg, Oswald Commey, argento europeo, che dopo aver saltato i mondiali per un problema al gomito destro, è stato sostituito per Cracovia dal veterano azzurro Salvatore Cavallaro salito dai medi agli 80 kg. e riuscendo a staccare il pass per Parigi. Lasciando fuori Commey. L’altra sostituzione ha riguardato Rebecca Nicoli messa fuori a favore di Alessia Mesiano, nei 60 kg. Tutto questo è accaduto nella settimana della vigilia. I medici del CONI valutarono un eccesso di massa grassa della Nicoli, e quindi non in condizioni ottimali. Sparito una settimana dopo. Non intendo entrare nel merito della questione, ricordo solo che nel 1980 alla vigilia dei Giochi di Mosca, sempre i medici del CONI ritennero Patrizio Oliva inidoneo a combattere. Il tecnico del pugile Geppino Silvestri, non convinto portò il pugile a fare gli stessi esami a Napoli e il pugile risultò in perfette condizioni. Smentendo i colleghi romani. Consultazioni frenetiche e alla fine Oliva andò ai Giochi e vinse l’oro. La Mesiano a Cracovia è uscita agli ottavi battuta dalla serba-russa Shadrina, fallendo la promozione. Alla seconda preolimpica di marzo che dovrebbe disputarsi in Italia, ci auguriamo che i famosi medici del CONI non trovino ancora la Nicoli grassa in eccesso. Anche la Charaabi (54) non è stata trattata bene dai giudici contro la turca Akbas, iridata in carica, non aveva fatto meglio dell’azzurra, semmai il contrario, particolarmente nell’ultima ripresa. A consolazione, sia pure parziale, l’unanimità che la sfida sia stata forse la più bella della categoria. Irma Testa ha staccato il ticket, quindi ha raggiunto quanto si prefiggeva. Nonostante non fosse al top della forma, battuta in semifinale dalla bulgara Staneva, che lo scorso ottobre agli europei in Montenegro, aveva superato chiaramente in finale. Non solo, la Testa quest’anno ha vinto il mondiale a New Dehli in India, avendo ragione della francese Zidane in semifinale e della kazaka Ibragimova in finale. L’asiatica in semifinale aveva disposto della Staneva, 33 anni compiuti, mentre a Cracovia la Zidane in finale ha superato chiaramente la bulgara. Importante che la capitana azzurra arrivi a Parigi al top. La quinta e sesta delle azzurre sul ring, sono state la campana Assunta Canfora (66) e la viterbese Melissa Gemini (75) entrambe nelle categorie superiori al peso normale. La prima ha incrociato la titolata inglese Eccles, uscendo all’esordio. Molte le pretendenti e qualche esclusione clamorosa. Su tutte la tedesca Von Berge europea in carica, l’irlandese Broadhurst e la polacca Rygielska, tutte nella parte bassa del girone. Nei medi l’azzurra Gemini dopo aver superato la slovacca Triebelova, ha tenuto botta contro la statuaria francese Michel, che la sovrastava di tanti centimetri. Nonostante questo handicap, l’azzurra dimostrava coraggio e grinta. Un vero peccato che questa atleta, una 66 naturale, si ostini a non volersi sacrificare a tavola. A proposito di esclusioni clamorose, out anche Gabriele Stonkute, la lituana iridata in carica. Fuori anche la turca Isildar talento nelle giovanili e la polacca Wojck. Mentre si sono qualificate la francese Michel e l’irlandese O’Rourke, mondiale in India, sul ring allestito nella storica e bellissima città polacca. Tra gli azzurri, Mouhiidine è stato perfetto. Era il favorito nei 92 e ha dominato i quattro avversari incontrati. L’ucraino Kartsan, il turco Acar, il polacco Bereznicki e in finale il giovane (22 anni) irlandese Marley che in semifinale si era imposto sullo spagnolo-cubano Reyes, classico rivale dell’azzurro. Nei +92, l’emiliano Lenzi dopo aver superato il bosniaco Soldo, ha tenuto botta con il bulgaro nato a Cuba, l’aitante Moreiìjoon, premiato dai giudici 4-1: Salvatore Cavallaro (80) è andato oltre il pronostico arrivando in semifinale, superando l’albanese Karaj, lo spagnolo dell’Est Europa Jalidov e il quotato olandese Kraus con molta intelligenza tattica, entrando in semifinale e qualificandosi per Parigi. Si è fermato di fronte all’ucraino Khyzniak, che ha nel suo curriculum l’oro europeo e mondiale e l’argento a Tokyo. L’ucraino organicamente ha una marcia e anche due e conosce solo l’attacco portato all’estremo. Avanza e scarica pugni senza soluzione di continuità. L’azzurro per il primo tempo ha adottato la giusta tattica, toccando in velocità e uscendo dal raggio delle repliche. Per farlo sui tre round devi essere un marziano e infatti il terrestre di casa nostra è stato bravissimo nel contenerlo limitando i dannj. L’unico che gli tenuto botta per due round è stato l’irlandese Cassidy sconfitto 3-0 e due verdetti pari. Nei 71 il Cavallaro più giovane ha sfiorato il pass. Dopo aver superato l’irlandese Walsh di lui più accreditato, trova il danese Nikolay Terteryan, origini russe, che avrebbe vinto il torneo, battendo in finale il russo con passaporto serbo Abbasov, campione d’Europa in carica. Il siciliano si è battuto bene e pur perdendo ha lottato al meglio. Nei 63,5 anche il pugliese Gianluigi Malanga ha sfiorato il traguardo di Parigi, ottenendo due successi, prima a spese del macedone Ozmen e poi del ceco Novak. Si è fermato di fronte all’irlandese Glancy nei quarti. In questa categoria l’ha spuntata il francese Oumiha, il capitano dei transalpini, in vetta da anni nei leggeri, argento a Rio, oro a Tokyo, doppio iridato e adesso, sulla soglia dei 30 anni, punta al bis olimpico nella sua Parigi. Nei 57 kg., il ventenne Michele Baldassi si è fermato all’esordio contro il polacco Iwanow, rendendo meno del previsto. Al contrario di Federico Serra nei 51 kg. che avrebbe meritato la finale, negatagli da giudici modesti e maldestri. Del sardo ho già parlato, e sicuramente saprà ottenere il pass alla riprova di marzo. Purtroppo a Cracovia la categoria aveva solo due pass a disposizione e questo ha messo out molti dei favoriti.
Il livello medio si è dimostrato elevato con ottimi elementi anche da nazioni meno quotate a conferma dell’evoluzione della disciplina che, sottolineiamo, sarà presente anche ai Giochi di Los Angeles nel 2028, smentendo i tuttologi che anticipavano come sicura l’esclusione. La FPI ha ottenuto di indire nel marzo del 2024 il primo appuntamento di recupero, probabile sede a Busto Arisizio nel milanese, dove si assegnano 21 pass femminili e 28 maschili, per coprire i vuoti rimasti dopo le preolimpiche continentali, così definite. Africa dal 9 al 15 settembre a Dakar (Senegal). Asia dal 23 settembre all’8 ottobre a Hangzhou (Cina). America dal 20 ottobre al 5 novembre a Santiago del Cile (Cile). Oceania dal 27 novembre al 2 dicembre a Honiara (Isole Solomone). Sede ancora da destinare per il secondo e ultimo recupero, tra aprile e maggio. Ricordiamo che i Giochi Olimpici di Parigi avranno inizio per la boxe il 27 luglio e termineranno il 4 agosto 2024. La sede preposta per la boxe è la North Paris Arena, nella struttura del Centro Sportivo Villepinte nella zona Seine St. Denis, mentre le finali avranno luogo sul campo Philippe Chatrier, nel Centrale dove si svolge lo storico Rolland Garros di tennis.
Giuliano Orlando