Agli europei di Belgrado, la Marchese centra la semifinale, si fermano Savchuk e Galizia.
Oggi Sciacca, Canonico, Salvati e Lizzi si giocano il podio.
di Giuliano Orlando
BELGRADO. Giovanna Marchese, classe 2000, casertana di Marcianise, famiglia dove la boxe si mastica come il pane, con papà Michele il precursore, portando le figli sul ring, prima Concetta e poi Giovanna nella gloriosa Excelsior dei Brillantino, in concomitanza con i banchi della scuola. Giovanna ieri nell’ampia Hall Pionir, si è assicurata il podio nei 48 kg. battendo l’ispana Carmen Ortega, un trottolino che avanzava senza un criterio tecnico, facendo il gioco dell’azzurra che la contrava cin colpi diretti. Nonostante l’evidente superiorità, solo tre giudici assegnavano il round alla Marchese a conferma dell’evidente fatica a scegliere i nostri pugili. Per fortuna nella seconda ripresa, l’arbitra richiamava ufficialmente la spagnola è questo faceva la differenza portando la nostra avanti con vantaggio incolmabile. Nel terzo e conclusivo tempo, la Marchese usava la tattica migliore evitando scontri pericolosi, colpendo e spostandosi lateralmente, mandando fuori misura le repliche spagnole. Round a senso unico, che l’azero assegnava alla Ortega, ininfluente nel conteggio totale, ma emblematico sulla pochezza di troppi giudici, che però falsano le realtà del ring. Nei 54 era la volta di Olena Savchuk, passata ai quarti, che trova la romena Perijoc, campionessa europea 2019, argento mondiale, che il giorno prima ha battuto la turca Akbas, ovvero la campionessa del mondo in carica, prendendosi la rivincita della sconfitta nella finale iridata, La nostra portacolori ha disputato un ottimo incontro, anche se ha dovuto arrendersi alla superiorità atletica di una rivale in splendida forma, che non concede respiro alle avversarie. Una sconfitta onorevole, anche se le lacrime dopo il verdetto sono comprensibili, per la nostra poliziotta, che avrà modo di rifarsi. La terza azzurra sul ring riguardava Jessica Galizia, nei 75 kg., che ha svolto la preparazione sotto la guida del tecnico Patrizio Oliva, opposta alla turca Busra Isildar alla quale sono state assegnate le tre riprese, vittoriosa quindi per 5-0. Tutto normale? Guardando i punteggi, si nota che la giudice serba Marja Petkovic, dava un punteggio finale di 30-25 contro gli altri quattro di 30-27. Ovvero l’unica a segnare nella seconda e terza un 10-8 incredibile, visto che l’azzurra proprio nei due round conclusivi ha cercato di contrastare la turca con maggiore determinazione. Tenendo conto che l’atteggiamento contrario verso gli azzurri di questa giudice è coerente, viene da chiedersi se è incapacità o un preconcetto? Ieri nella tribuna dei vip era presente Umar Kremlev, il presidente dell’IBA, e risultava molto divertente osservare quanto i dirigenti facessero a gara nello stringergli la mano con sorrisi compiacenti. Casualmente tutte le otto russe impegnate hanno vinto andando a podio. In compagnia delle serbe, che saranno presenti in undici delle 12 categorie femminili. Unica sconfitta nei 70 kg. la Lukajic dalla bielorussa Danilchyk. Nei 60 kg. ha combattuto l’irlandese Kelly Harrington, oro olimpico, mondiale ed europeo. Alla fine dei tre round a parere personale tutti vinti, come hanno decretato tre giudici (KGZ, BIH e POL) 30-27, ISR e Moldovia indicano la turca Ozer avanti 29-28, un punteggio assurdo e incomprensibile. Si va al Bout Review e l’irlandese vince 5-2. Questa roulette più o meno russa, funziona così: i due giudici anonimi, seguono il match e danno la loro valutazione round per round, quindi alla fine il loro verdetto è già sul computer che diventa esecutivo in caso di 3-2. Ho chiesto un giudizio a Franco Falcinelli, presidente onorario EUBC, ex presidente AIBA e una carriera trentennale nei ruoli dirigenziali e tecnici. Questa la sua opinione: “Come è strutturato attualmente non solo è inutile ma pericoloso, in quanto non sono più i giudici a dare il verdetto reale ma due colleghi che in incognito decidono le sorti. Smentendo spesso il verdetto scritto dagli addetti al lavoro. A Belgrado ho visto valutazioni errate in modo clamoroso, causate da giudici impreparati e troppe valutazioni differenti. Se su tre round, arrivi ad una differenza di sette punti, qualcosa non funziona. Intanto vanno rafforzati i corsi di aggiornamento e camminare verso una valutazione unilaterale. Gli arbitri lasciano correre tutto, ignorando che i colpi larghi se non viene girato il pugno, vanno sanzionati. Non vedono quando il pugile impedisce all’avversario di colpire tenendolo sotto l’ascella. Si muovono poco e sono indecisi. I richiami latitano e altre cose. Un vero peccato che la classe arbitrale sia scesa tanto in basso”.
A Belgrado, ma non è certo una novità, la sudditanza nei riguardi delle nazioni più forti è evidente, oltre ad aver creato un cartello tra i Paesi dell’Est Europa. Non si può provarlo, ma leggendo i cartellini, lo capisci. Per il Belgio, dove Raffaele Bergamasco allena i pugili fiamminghi, è uscita Oshin Deriew (66) contro la russa Moldazhanova per Bout Review (5-2) e ci può stare. Quello che lascia interdetti e che i giudici dopo aver assicurato la vittoria alla russa, danno il 5-0 per la belga all’ultimo round, dove la situazione era in equilibrio e scelgono la russa nel secondo, dove la Deriwe aveva fatto meglio? Fuori anche l’ultima svizzera, Juia Jenni contro la serba Kalukova, dopo una battaglia equilibrata dove il solo il polacco aveva il coraggio di assegnare la vittoria alla svizzera.
Oggi tocca ai quattro italiani rimasti, combattere per ottenere il premio del podio. Impresa a dir poco difficile, ma è sicuro che si batteranno per scavalcare il pronostico poco favorevole. Nella sezione pomeridiana il primo è Tommaso Sciacca (54) contro il bulgaro Yasen Radev, dalla lunga esperienza e vittorie in tornei internazionali, molto furbo e veloce. L’azzurro è alla prima esperienza europea e questa prova sarà utile per acquisire ulteriore esperienza. Lottando comunque per fare meglio del suo avversario. Anche per Giuseppe Canonico (57) è la prima esperienza europea assoluta. Ha una condizione ottimale e ottimi fondamentali, per lui c’è l’armeno Artur Bazeyan, vice campione europeo a Yerevan, battuto in finale dal belga-romeno Vasile Usturoi, la sorpresa dell’edizione 2022. L’azzurro non ha nulla da perdere, quindi l’affronta senza alcuna remora e farà l’impossibile per vincere. Nella serata è impegnato il medio Remo Salvati contro il magiaro Soma Mester, che ha compiuto l’impresa di battere l’armeno Hurutyunyan Vakhytang, uno dei favoriti con una rimonta incredibile, dopo aver perso 5-0 il round iniziale. I due si conoscono, essendosi affrontati due volte a Gorizia nel 2021. Una vittoria a testa e questa sfida è la bella. Salvati ha qualità potenziali notevoli ma spesso si lascia trascinare dal temperamento da guerriero, perdendo il filo tattico. Da evitare accuratamente contro un avversario molto ordinato e completo. L’ultimo dei nostri salire sul ring è il calabrese Vincenzo Lizzi (86) reduce dalla bella vittoria sul romeno Aradoaie, bronzo europeo uscente, offrendo una prova positiva al punto che potrebbe ripetersi anche contro il più esperto Hamlet Harutyunya, non troppo convincente contro lo slovacco Kostur, vincitore solo per Bout Review. L’armeno è molto forte, boxa in attacco senza curare troppo la difesa e questa caratteristica potrebbe essere sfruttata bene dall’azzurro, più mobile e veloce di braccia, anche se ancora latita sulla potenza. Una sfida difficile ma non impossibile.
Giuliano Orlando