Guida ai luoghi geniali.

Pubblicato il 13 maggio 2024 alle 20:05
Categoria: Libri di Sport
Autore: Wilma Gagliardi

 Guida ai luoghi geniali. 

Le mete più curiose in Italia tra scienza e tecnologia

 

– Imperdibile viaggio alla scoperta di tesori culturali e naturali, un patrimonio immenso spesso ignorato – Devis Bellucci – Guida ai luoghi geniali. Le mete più curiose in Italia tra scienza e tecnologia. edicicloeditore – Pag. 302 – Euro 24.00

di Giuliano Orlando

Non capita spesso di arrivare alla seconda edizione, in particolare quando l’argomento è di carattere culturale, anche se alla portata di tutti. Ho richiesto alla gentile Greta, l’invio di questo lavoro, sicuro che leggendolo, il mio orizzonte culturale si sarebbe ampliato. Così è stato. Non solo, è anche un libro divertente, ironico e ha il pregio di essere nato e cresciuto in casa. Il prodotto di una costruzione famigliare: l’autore, la consorte e i due figli. Con la vocazione alla ricerca, guidati dal papà, attualmente ricercatore in Scienza e tecnologia dei materiali all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Un viaggio in treno e autobus alla ricerca degli infiniti tesori artistici, culturali e tecnologici che il nostro Paese possiede e che ancora restano sconosciti ai più. Nel tentativo di diminuire questa quota, il quartetto ha svolto un prezioso lavoro di conoscenza riversata in un corposo libro, con l’accuratezza di chi è abituato all’ordine non solo informativo, ma generale. L’Italia è una nazione costruita in regioni. Bene, diamo l’informativa su questa base. La prima piattaforma si chiama Valle D’Aosta e Piemonte, a seguire la Lombardia e avanti, il Trentino Alto Adige fino alla Sardegna per un totale di 271 luoghi imperdibili ma non i soli. Ci sono altre mete da esplorare, basta arrivare a pagina 275 dove scopri che il viaggio dei nostri Marco Polo del terzo millennio ha altre sorprese in serbo. Ripartendo dalla Regione che diede i natali ai Savoia, qualche secolo addietro. Altri sedici punti luminosi per accendere la curiosità di chi ha sensibilità e curiosità nella sua feretra. I primi di altri 221 luoghi dove albergano musei delle più svariate attrattive, da quello della lampadina ad Alpignano nel torinese a quello della macchina da scrivere a Milano, dell’Alfa Romeo ad Arese e altri. Ci sono orti botanici, osservatori planetari, le miniere e le centrali, i parchi e le grotte, i giardini e anche le Collezioni del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Firenze, che comprendono: antropologia, etnologia, zoologia, mineraliter, tribuna di Galileo, cere anatomiche, salone degli scheletri, geologia e paleontologia. Tale contesto è nella parte conclusiva del libro, un saluto attivo per non anchilosare le articolazioni mentali. Tornando alla parte iniziale, ovvero dalla domanda posta dalla figlia al genitore: “Papà che cos’è uno scienziato?”. Con una riposta composita, riassunta così: “Un romantico esploratore di mondi sconosciuti”. Da grande papà, ha tramutato la domanda in realtà quotidiana, iniziando a percorrere l’Italia, per dare risposte non in laboratorio, dove tutto è asettico e silenzioso, ma all’aria aperta, dove lungo ogni sentiero si può scoprire una luce antica nella memoria, moderna nella testimonianza. Come accennavo prima, nel totale dei riferimenti, siamo quasi a quota 500, per difetto, avendo accorpato nei musei, realtà diverse. Vado a scegliere quindi fior da fiore, quello che può essere più stuzzicante o meno usuale. Prendo l’avvio da una leggenda, quella della stella alpina, che rispecchia il simbolo della bellezza gioiosa della montagna. Una giovane moglie cerca il marito disperso e lo trova senza vita, imprigionato tra due lastre di ghiaccio. Lo piange tutta la notte e al mattino i suoi capelli ricoperti di brina, scintillano come una lanugine argentata. Pur stremata, chiede a Dio di poter restare a vegliare il marito. Il Signore l’ascolta, trasformandola in un fiore candido che brilla nel vento. Quel fiore è la stella alpina, simbolo della Alpi, che i botanici chiamano Leontopodium alpinum. A San Maurizio d’Opaglio, nel novarese, si trova il Museo del rubinetto, da non sottovalutare affatto. La filosofia di questo museo è il rapporto uomo-acqua, ovvero la travagliata relazione con l’igiene. Lo sapevate che dal Rinascimento all’Illuminismo era sconsigliato lavarsi? L’acqua risultava colpevole di aprire i pori e far entrare le malattie! L’evoluzione del rubinetto è conseguenziale al benessere generale. Insegnandoci a guardare questo umile elemento sottovalutato, nella sua effettiva importanza. Imperdibile per chi visita Brescia, il Museo delle Mille Miglia, vanto cittadino a giusta ragione.  Come quello Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano, visitato da oltre mezzo milioni di persone all’anno. Non basta una giornata per conoscere le meraviglie di questo museo, dove si trova la straordinaria Galleria di uno dei più grandi geni assoluti. A Bolzano trovi quello delle macchine da scrivere e a Trento dell’Aeronautica. A Padova la Casa delle farfalle, a Trieste il museo della bora. A Genova non c’è solo l’infinito Acquario. Merita una visita la Città dei bambini e il Museo del Mare. Maranello è coniugata a vita con la Ferrari e la via del marmo non poteva che trovarsi sulle Alpi Apuane. Al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, uno dei più antichi del mondo, trovi anche i tre cetacei più grandi al mondo: la balenottera comune, quella azzurra e quella boreale. La cascata delle Marmore a Terni, è uno spettacolo da mozzare il fiato con i suoi 165 metri di precipizio in cui si getta il fiume Velino. Una delle poche cascate a flusso controllato. Roma è tutta un museo e quindi soprassiedo. Ma neppure la Campania e Napoli scherzano. Dal Parco Regionale dei Campi Flegrei alla Farmacia degli incurabili, ovvero l’immenso e il piccolissimo, entrambi meritevoli di attenzione. Personalmente avrei ricordato quello di Capodimonte, diventato un bene prezioso, avendo chiuso il settore artistico, per cui certi capolavori non avranno eredi. Il Planetario Giovan Battista Amico è il vanto di Cosenza, inaugurato nel 2019, tra i più innovativi d’Europa, il secondo in Italia dopo quello di Milano. In Sardegna nella Laguna di Nora (Cagliari), sono attivi l’Aquarium, la Galleria Cetacei e il Centro Recupero dei cetacei e tartarughe marine. Un piccolo paradiso dove trovano rifugio e cure ogni specie di animali infortunati.                          

 Non sò se sono riuscito ad incuriosirvi, come è accaduto a me leggendo questo capolavoro dove la ricerca è una missione col sorriso sulle labbra. Di straordinaria importanza oltre che meravigliosa, per la sua semplicità e serenità.

Giuliano Orlando