"Le partite si vincono e si perdono, lo dico anche ai miei giocatori". Massimiliano Allegri, in un'intervista recente ad un noto magazine di lifestyle, racconta se stesso dal punto di vista professionale ed emotivo. Ovviamente il pensiero più va alla partite persa contro il Real Madrid nella finale di Champions League lo scorso giugno. "Di fenomeni nel calcio ce ne sono pochissimi, ma ora ci sono tante squadre con molti grandi giocatori. Vincere la Champions è più difficile di 30 anni fa".
"Delego molto al mio staff, ma la psicologia è l'80% della prestazione dei giocatori. L'allenatore deve capire il momento in cui coccolare o riprendere un giocatore, stimolarlo e pungolarlo". Stratega, tattico e anche un po' psicologo. Questo è l'allenatore della Juventus, una personalità che affronta il calcio moderno con tutti gli strumenti che cultura e conoscienza mettono a disposizione, il tecnico tiene anche Lectio Magistrali a Coverciano per giovani allenatori. "Fra 5 o 6 anni smetterò con il calcio. Finché mi diverto a insegnare in campo, continuo. Quando non lo farò più, me ne andrò. A me piace insegnare ai giovani, è una soddisfazione vedere dei miglioramenti nei giocatori". Pensa al futuro Allegri, suo e della nazionale italiana che sta trovando sempre più ragazzi promettenti, con i quali gli piacerebbe lavorare "È un motivo di orgoglio, la Nazionale mi interessa molto. E la squadra del futuro promette bene: i ragazzi nati tra il 1992 e il 2000 sono molto bravi".