La strada non finisce a Capo Nord. In bicicletta per scardinare i paralleli.
Viaggio introspettivo su una robusta Fahrrad Manufaktur, pedalando lentamente fino alla meta.
. Pag. 274 – Euro 19.00. Edicicloeditore
di Giuliano Orlando
Un viaggio su un doppio binario, abbastanza introspettivo e anche curioso, di una ciclista suo malgrado, che parte per una passeggiata di qualche migliaio di km. dopo aver spiegato al lettore che fa tutto questo per ritrovare se stessa, il passato e il futuro. Non solo, nell’introduzione spiega di aver trascorso gli anni dell’università a Venezia, come fosse un Pinocchio attuale, nel ventre di un pesce dalle squame ruvide, sentendosi appesa al filo del bucato, imbattendosi in una moltitudine di storie. Ho pensato anche al “Il vecchio e il mare” di Hemingway, ma con poca convinzione. Diciamo l’ermetismo assoluto. Per fortuna il viaggio all’insegna delle pedalate è andato meglio, e debbo complimentarmi con Franz, fanciulla udinese, di stanza a Vicenza, studi a Venezia e Lisbona, da anni residente a Monaco di Baviera. Da dove inizia il viaggio, direzione Basilea, debuttando in treno, osservando dal vetro un cielo grigio e tanta pioggia. Sempre in treno passando da Germania e Svizzera, arriva in Francia e finalmente, sempre su rotaia approda nell’amata Lisbona. Lungo il percorso degusta le dolcezze locali, verso le quali ha una particolare propensione. La bici, una Fahrrad Manufaktur produzione tedesca al cento per cento, verso la quale fa sempre buona guardia, per tutto il viaggio, al contrario del cellulare sottrattole da un sorridente furfante. A Lisbona ritrova molti ricordi, comprese le rughe dei muri e un amico che in auto la scorrazza per le strette stradine e le ripide salite. Unica nota dolente i troppi turisti. La partenza da Lisbona, la paragona al giorno in cui riuscì a pedalare senza rotelle! Il primo inconveniente dopo pochi km., la perdita di un bullone, evidentemente in disaccordo sul percorso, quindi andatosene per contro proprio. Dopo il primo istante di terrore, incrocia il meccanico che ripara il danno. Tra crisi di fame e di fatica, vento contrario e caldo soffocante in alternativa a giornate di freddo barbino, trova vitto e alloggio in una comunità abitata da famiglie fuggite dalle città per ritrovare la tranquillità perduta. Tra pedalate e soste, la tosta Franz attraversa Portogallo, Spagna e Francia, scoprendo deliziose feste di paese, gente generosa e la scoperta che da quelle parti se non parli francese hai molte difficoltà a farti capire. Incrocia tipi particolari, come quello che che ha fatto il giro del mondo su un asino. Quindi Belgio e Olanda, dove oltre alle tante piste ciclabili, riscontra di essere diventata una specialista di pranzi e cene al sacco. Ritrova l’amata Germania e festeggia con la bionda birra, seduta sulla sponda del laghetto di Haselunne. Scopre e si stupisce che nel Nord ci siano tanti boschi, alberi di mele e sentieri sterrati, Arriva ad Amburgo, che indica a misura d’uomo, prosegue per Lubecca col solito acquazzone estivo come compagno, costeggiando il Mar Baltico, fino all’isola di Fehmann, dove in attesa di imbarcarsi per raggiungere la Danimarca, trova saggio e piacevole, assaggiare un panino ripieno con gamberetti e aringhe fritte. Sul traghetto scatta foto di un grigiore totale, oltre che di una fila sterminata di pale eoliche. Dalla Danimarca alla Svezia, con tantissime osservazioni e la gioia di pedalare quasi sempre su piste ciclabili e l’assenza di salite. Oltre ai baci del sole che anche da quelle parti sprigiona caldo. Ed ecco la Norvegia, interessante e decisamente ancora più cara di Danimarca e Svezia a partire dai campeggi. Ragion per cui dieta ferrea forzata. Comunque sia arriva a Capo Nord e realizza il sogno. Ho tralasciato moltissimo di un libro stuzzicante e simpatico, tutto da leggere. Giuliano Orlando