A Ryad Usyk vince ancora, in vista il terzo match con Tyson. Verdetto unanime.

Pubblicato il 23 dicembre 2024 alle 18:12
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

 

A Ryad Usyk vince ancora, in vista il terzo match con Tyson. Verdetto unanime.  

La Shields punta al regno assoluto nei massimi


di Giuliano Orlando

Ho rinviato il commento della sfida Usyk-Fury, non avendo potuto seguire in diretta il confronto. DAZN ha fatto sapere che per vedere il mondiale avrei dovuto pagare quasi 20 euro e a quel punto, me ne sono andato a dormire. Al mattino ho saputo del successo dell’ucraino per decisione unanime e nei numeri molto netto e mi sono attivato per vedere l’incontro con calma e più volte. A mio parere è stato un confronto di buon livello e dico di più: Tyson ha disputato il miglior match della carriera. Partito bene, ha portato in apparenza più colpi del mancino ucraino. Perché i giudici hanno segnato alla fine ben quattro punti di vantaggio al campione? Il ricorso al replay, ovvero al rallentatore fa capire il perché. Tyson sfruttava il maggiore allungo arrivando al bersaglio spesso sfiorando o spazzolando l’avversario. Colpi sporchi poco precisi e appoggiati. Le repliche di Usyk percorrevano traiettorie dirette e più precise. In particolare nella pancia del match, quando Tyson più mobile della volta scorsa, apparentemente sembrava avere trovato la giusta contraria alla tattica del campione. Usyk pagava oltre venti kg. eppure chi ha sofferto maggiormente gli attacchi è stato Tyson, costretto alla retromarcia per non subire danni. Il campione, ormai a quota 38 primavere, ha una lucidità tattica che solo i supertalenti posseggono. Il suo cervello è un computer fantastico, capace di anticipare ciò che l’avversario tenta.

Così è stato anche nel secondo match con Fury. Si potrà discutere sui punti, io ne avevo solo due, ma la vittoria è stata giustamente sua. Che Frank Warren strilli la sua incredibilità sul verdetto, non sorprende. Ha difeso il suo capitale. Come Daniel Dubois che chiede al magnate Turki Alalshik di allestire la rivincita è normale. A febbraio sempre a Ryad, il campione IBF difende la sigla dall’assalto dell’australiano Parker, ricevendo solo briciole in rapporto a quanto percepito da Usyk e Tyson. Basterebbe questo per giustificare la rabbia di Warren e la richiesta di Dubois. Il Paperone arabo, sembra intenzionato a soddisfare entrambi. Sempre che Usyk abbia ancora voglia di mettersi in gioco. Per capirlo rivado all’intervista del 2011, in occasione dei mondiali a Baku nel 2011. Il giovane ucraino nato Sinferopoli in Crimea il 17 gennaio 1987, che vinse nell’occasione il titolo nei mediomassimi, mi raccontò che la scelta fu fortuita: “Il mio primo amore è stato il calcio, ho giocato con i giovani della Tavrija Simferopol, la squadra della mia città. Poi mi infortunai. Per recuperare entrai in una palestra dove praticavano anche la boxe. Ci provai e me ne innamorai. Avevo 14 anni e da allora non ho più smesso. Spero che in futuro mi dia belle soddisfazioni”. Dopo l’iride in Azerbajan, vince l’oro olimpico a Londra l’anno dopo. Attivo assieme all’amico Vasyl Lomachenko nelle World Series, con le prime borse, sia pure modeste.

Nel 2013 a 25 anni passa pro, con un biglietto da visita superlativo: 335 vittorie e 15 sconfitte. Eppure quando si presenta a Bob Arum (Top Rank) riceve un netto rifiuto. Accogliendo solo le richieste di Lomachenko. Il suo agente Egis Klimas, lituano residente a Washington, che guida molti campioni provenienti dall’Europa dell’Est, Russia e Ucraina in particolare, imbocca la strada dell’Europa per mettere in risalto la qualità di Usyk, che debutta nel novembre 2013 a Kiev. Il 7 settembre 2016, sul ring di Danzica in Polonia, diventa campione del mondo WBO, scalzando il locale Glowacki, fino ad allora imbattuto (26). Difende sei volte la cintura e si fa conoscere in Inghilterra. Incamera le altre cinture e dopo il successo contro Bellew a Manchester, viene invitato negli USA, da campione. Prende la residenza e passa nei massimi. Ritrova il maestro Anatoly, il papà di Lomachenko. Prima vittoria negli USA su Chazz Witherspoon, Nel 2020 a Wembley conquista l’Intercontinentale WBO dei massimi su Dereck Chisora. Nel 2021 la svolta. Salta la prevista sfida tra Joshua, titolare delle quattro sigle e lo sfidante Tyson Fury, costretto a rispettare l’impegno della rivincita con Deontay Wilder, che aveva battuto l’anno prima. Alla Matchroom di Eddie Hearn, viene proposto Usyk, sulla carta avversario superabile. Il 25 settembre 2021, allo stadio del Tottenham Hotspur, il mancino ucraino impartisce una storica lezione all’inglese e conquista in un colpo, quattro sigle (WBA, WBO, IBF e IBO). L

a quinta (WBC) è di Tyson Fury. Usyk ribatte Joshua e il 26 agosto 2023, a Breslavia in Polonia, stoppa l’emergente inglese Daniel Dubois, che dopo qualche fiammata è costretto alla resa al nono round.  I due confronti con Tyson sono le ultime perle di un pugile che comunque rimarrà nella storia dei giganti, anche se tale non è. Come non lo erano Rocky Marciano e Joe Walcott e neppure Ezzard Charles, che pure lasciarono un segno indelebile, per la loro intelligenza agonistica e tattica. Il giovane londinese Dubois (22-2), 27 anni, il prossimo 22 febbraio  sempre a Ryad, difenderà il mondiale IBF dall’assalto del neozelandese Joseph Parker (35-3), 32 anni, pro dal 2012, reduce dai successi su Wilder e Zhang, il cinese di 41 anni, che nel 2008 a Pechino nella finale olimpica perse per kot al quarto round da Roberto Cammarelle che quattro anni dopo ai Giochi di Londra, venne defraudato in modo scandaloso del secondo oro, dato a Joshua, previo accordo tra l’AIBA e la Matchroom degli Hearn.  

Parker è avversario ideale per Dubois e quasi certamente verrà proposto come sfidante di Usyk. A quel punto sarà l’ucraino a decidere. Se accetterà, da grande professionista, preparerà la sfida come ha sempre fatto e, opinione personale, l’inglese non sarà in grado di capovolgere il verdetto precedente. A quel punto, il promoter Turki Alalshik, il pluriministro degli Emirati Arabi, getterà l’ennesimo amo per il terzo match con Tyson Fury. Tenendo conto che Usyk sarà vicino alle 40 primavere. Alla Kingdom Arena di Ryad casualmente, hanno combattuto e vinto altri tre ucraini. Il superwelter Serhii Bohachuk (25-2), 29 anni, residente negli USA, ha costretto l’inglese di colore Ishmael Davis (13-2), 29 anni, pro dal 2018, alla resa al sesto tempo, dopo averlo fatto contare al primo round. Davis era reduce dalla prima sconfitta in carriera contro Josh Kelly (126-1-1) per MD, dopo dieci round equilibrati. La sfida era l’eliminatoria per lo sfidante WBC della categoria. L’ucraino si è confermato picchiatore inesorabile, con 24 vittorie prima del limite sui 25 match vinti. 

Il longilineo mediomassimo Daniel Lupin (11), alto 1,98, 27 anni, pro dal 2020, nato in Polonia da famiglia ucraina, vive a Kyev e ha combattuto in Spagna, Polonia e Inghilterra. A Ryad domina il francese Dylan Colin (14-1) che si presentava imbattuto, campione nazionale. Contro Lupin ha perduto tutte le dieci riprese in programma. La vittoria gli vale il vacante l’Internazionale IBF. Il limite dell’ucraino è la scarsa esplosività dei pugni.  Il terzo ucraino impegnato a Ryad era il massimo Andri Novytskyi (14), 29 anni, pro dal 2023, nativo di Odessa, residente in California, opposto al coetaneo messicano Edgar Ramirez (10-2-1) che vive nel Texas dal 2016 anno del debutto da pro. L’ucraino è un contrista, sfruttando il diretto sinistro, contro il quale è inciampato spesso il messicano, subendo la seconda sconfitta in carriera, la prima nel 2016. Dei tre ucraini Andri è quello più modesto.                                                                                                                                                          

  Prosegue la marcia del giovane massimo inglese Moses Itauma (11), 19 anni, nato in Slovacchia il 28 dicembre 2004 a nella città di Kežmarok, dove è nata la mamma, papà nigeriano. La famiglia si è trasferita in Inghilterra nel 2008, per sfuggire alle vessazioni dei locali. Inizialmente ha giocato al calcio, lasciato perché troppo noioso. E’ la terza volta che combatte a Ryad. Detiene la cintura intercontinentale WBO, conquistata il 18 maggio scorso a spese del tedesco Ilja Mezencev, arresosi al secondo round. Un mese dopo la difende contro il polacco Mariusz Wach a Londra, fermato anche lui al secondo tempo. Sabato scorso Itauma affronta l’australiano Demsey Mc Kean (22-2), 34 anni, pro dal 2014, reduce dalla sconfitta contro Filip Hrgovic (17-1), vincitore per kot al 12° round. Il croato ruota nel giro dei grandi. Contro questo “ragazzino” ha retto meno di due minuti, per la precisione 1’57”. Primo kd per un sinistro alla tempia, il secondo al mento e l’arbitro decreta lo stop. Frank Warren, che lo gestisce, giura che sarà in grado di diventare campione del mondo nel giro di due anni, battendo il record di Mike Tyson che conquisto il titolo il 22 novembre 1986 a Las Vegas mettendo KO al secondo round il titolare WBC, Trevor Berbick. Quel giorno Tyson aveva 20 anni, 4 mesi e 22 giorni.                                                                                                                                                                           

Chiudo con la notizia che la Salita Promotion, organizzerà il 2 febbraio prossimo la sfida tra Claressa Shields (15) e Danielle Perkins (5) valida per definire la campionessa di tutte le sigle (WBC, WBA, IBF e WBO) dei massimi. L’evento si svolgerà al Dort Financial Center a Flint nel Michigan, la città natale di Shields, ripreso su DAZN. La Shields, nata il 17 marzo 1995, è stata la regina incontrastata anche da dilettante, vincendo il mondiale youth nel 2013 e due volte quello assoluto (2014-2016), doppio oro ai Giochi Olimpici (2012 a Londra e 2016 a Rio). Unica sconfitta contro 61 vittorie, il 14 maggio 2012 in occasione dei mondiali assoluti in Cina, ad opera dell’inglese Savanna Marshall che colse il titolo. L’anno dopo ancora youth (18 anni), vince l’oro di categoria ad Albena in Bulgaria. Professionista dal 2016, detiene le cinture dei medi (WBO, WBF e WBC), cruiser (WBO) e massimi (WBC e WBF). 

Giuliano Orlando