ll segreto della sosta. Piccolo prontuario dei luoghi in cui fermarsi a da cui ripartire

Pubblicato il 1 ottobre 2024 alle 17:10
Categoria: Libri di Sport
Autore: Wilma Gagliardi

 ll segreto della sosta. Piccolo prontuario dei luoghi in cui fermarsi a da cui ripartire

Una minuta arte segreta ricca di sensazioni e la ricompensa del tuo sforzo sia a piedi o in bicicletta – Tiziana Plebani – Il segreto della sosta. Piccolo   prontuario dei luoghi in cui fermarsi a da cui ripartireEdiciclo editore – Pag. 96 – Euro 9,50.

di Giuliano Orlando

Debbo fare i complimenti agli ideatori di questa collana “Piccola filosofia del viaggio”, che ha superato i 60 titoli, uno più interessante dell’altro. Avendone recensiti una ventina, posso sentirmi parte in causa. Ricordo Il fascino del treno e, da buon ligure: L’odore del mare, La leggerezza del kayak, Il talento delle utilitarie, il delizioso La terapia del bar, Le infinite strade della Vespa e i più recenti La vita degli aeroporti, Il sogno del giro del mondo e in particolare La notte delle lucciole. Piccoli capolavori, che hanno il pregio della brevità e la fondatezza del famoso proverbio che afferma: “Nella botte piccola c’è il vino buono”. Anche ne Il segreto della sosta, l’autrice conduce il lettore a godere di questa parentesi tra una camminata e l’altra. Parte dal concetto di non avere mai fretta. Eliminare l’ansia dell’arrivo. Delizioso l’accostamento con la canzone di Cocciante cantata da Mina: “Questione di feeling”, traducendo la sosta per il camminatore “una questione di culo”. La praticità delle panchine, che spesso si confondono con l’ambiente. Ancore di salvezza per ogni soggetto bisognoso di riposo. L’autrice dedica diverse pagine alla loro storia e alla modestia di questo oggetto silenzioso e utilissimo. Oltre che punto d’osservazione, dove puoi mettere a fuoco il mondo che ti circonda. Nel corso di un suo viaggio lungo la ciclabile dell’Elba in Germania, approda su una panchina circondata da alberi che assicurano l’ombra e l’appoggio della bici. L’opportunità di osservare il comportamento di alcune cicogne che scelgono di passeggiare davanti al suo sguardo. Anche le Chiese sono luoghi di sosta, di meditazione e scoperte. Nel Santuario dei Santi Vittore e Corona, ad Anzù, il dipinto dell’Ultima Cena, datato XV secolo, mette sulla tavola castagne e pere, oltre ai gamberi rossi, cibo povero che la gente del posto, pescava nel vicino fiume Piave. Confessa che in Chiesa si è anche assopita, confermando che la sosta può prolungarsi se il corpo lo richiede. Pure i chiostri hanno la loro importanza, spesso dotati di panche o muretti dove potersi sedere. Inoltre, incutono meno soggezione delle navate a cui sono collegati. Non poteva mancare il bar, incantevole compagno di strada. Dove spesso ci si ferma per il secondo caffè della tarda mattinata, arricchendolo con un cornetto. L’amore per il bar è legato agli avventori. Ogni bar ha la sua fauna, dove è fantastico carpirne i brandelli delle loro conversazioni. In particolare quelli dei piccoli paesini, che diventano il centro gravitazionale assoluto. Dalle bevute ai giochi di carte degli anziani, rivendite di tabacchi e spesso spaccio di generi alimentari. Qualche riserva sui bagni, anche se riconosce che adesso trovi pure la carta igienica.

 

Bar che in alcuni casi diventano l’oasi nel deserto.  Dopo una discesa infinita sulla Francigena da Radiocofani sotto il sole d’agosto, su un terreno sterrato e polveroso, arrivati a incrociare la Via Cassia, nella frazione di Ponte a Rigo, dal nulla apparve un bar, come un miraggio. Essendo l’unico nei paraggi era affollato e in grado di assolvere ad ogni richiesta. Dai biglietti per gli autobus alle sigarette, dai grattaevinci ai beni alimentari più vari. Si chiamava il Girasole e lo ricorda ancora con gratitudine. Tutto sui bar? Ci sono quelli gestiti dai cinesi, che specifica, spesso rilevati da persone anziane, diversamente destinati alla chiusura. Magari non sanno ancora preparare bene un toast e il caffè manca della mano italiana, ma col tempo cuciranno il gap. Nel rosario delle soste, un grano importante è riservato ai ponti. E qui confesso la mia ignoranza su Giovanni Nepomuceno, un boemo nato attorno al 1330, diventato il protettore dai pericoli dell’acqua dei fiumi e dalle alluvioni. La cui statua è presente sui ponti di tutta Europa, dal Cammino di S. Antonio, a Venezia e lungo il tratto da Milano a Chiavenna. A questo punto, come faccio spesso, mi fermo o quasi e lascio al lettore il piacere di soddisfare la curiosità di scoprire nel dettaglio il resto del racconto. Vi assicuro che ne vale la pena. Il ponte è una miniera di sensazioni e assicura pagine di storie incredibili, avendo ospitato epoche e civiltà. Tra camminate e soste, posto per le trattorie e ritrovi la trippa, che avevi dimenticato. Come le Case del Popolo, dove l’utopia comunista si è nutrita per anni. Oggi un reperto che potrebbe entrare nei prossimi libri di storia. La sosta sui prati in compagnia e quella solitaria, che ancora manca all’autrice. Chiudo con le ultime parole del libro: Come nel cammino il silenzio si alterna alla conversazione, così ogni andare ha bisogno dello stare per goderne appieno. Perché il segreto, sia chiaro, sta nella sosta. Lo ammetto, dopo aver letto questo delizioso libretto, ho la convinzione che qualche sosta in più non può che farmi bene.

Giuliano Orlando