Livorno e Roma accendono le luci del ring quasi in contemporanea. Nella città toscana, la vacante cintura tricolore supergallo va al beniamino di casa Jonathan Sannino (13-1-1) ai danni del romano Giovanni Tagliola (7-6), tradito dall’eccesso di temperamento, che lo ha portato a spendere tesori di energie nella prima parte del match, pagando lo sforzo nel sesto e decisivo round, costretto alla resa dai destri del livornese, che si è rifatto con gli interessi dei round perduti in precedenza. Al Pala Santoro, nella sfida per il vacante titolo Internazionale IBO dei cruiser, la sfida tra Luca D’Ortenzi (15-1) e Matteo Rondena (9-6) è stata appannaggio del primo, che ha fatto valere il maggior tasso tecnico nel corso dei dieci round, equilibrati e di buon livello. A Livorno, organizzazione della Loreni Boxe, ma tutto il carico della riunione sulle spalle di Lenny “Mangusta” Bottai, brillante professionista (25-5) attivo dal 2008 al 2018, a sua volta campione italiano welter nel 2016 e trasferte importanti in Francia e a Las Vegas, titolare della palestra SPES attiva dal 2006, dove Sannino è entrato giovanissimo percorrendo prima la strada in maglietta, debuttando nei pro nel 2015 a 22 anni, con un percorso di avvicinamento al titolo giudizioso, salvo l’inciampo nel 2018 contro il romano Mondongo, da piuma. Sconfitta dai contorni non troppo chiari, come ricorda Bottai: “Nell’occasione fu davvero sfortunato, avendo ricevuto una testata che gli gonfiò l’orecchio sinistro e un successivo colpo al sesto round, gli aprì una ferita che decise l’arbitro alla sospensione, con la vittoria a Mondongo, quando la situazione era in equilibrio. In compenso Jonathan ha battuto netto Alessio Lorusso nel 2017 a Seregno a casa del lombardo, mentre lo stesso Lorusso ha spedito due volte Mondongo KO nel 2017 e 2019. Questo per la cronaca. La realtà odierna è che il mio allievo è il nuovo campione italiano supergallo, avendo messo KO il generoso romano Giovanni Tagliola”.
Nei round precedenti Sannino ha sofferto il ritmo del rivale, tanto che al momento dello stop, i giudici avevano un punto per Tagliola. “Giusto, ma la partenza sparata di Giovanni, era prevista. Non avevamo affatto sottovalutato l’avversario, ma la nostra tattica era inizialmente conservativa, per aumentare il ritmo nella seconda parte, facendo affidamento sulla precisione e potenza del mio pugile. Come è accaduto”. Sannino diventa il sesto pugile livornese a conquistare il titolo italiano professionisti. Lo hanno preceduto Mario Sitri (1961), Remo Golfarini (1966), Romano Fanali (1975), Luca Tassi (2002) e il suo maestro Lenny Bottai (2016). Un traguardo importante, considerando che il nuovo campione, fa boxe part-time, andando in palestra dopo aver lavorato come carpentiere navale nel cantiere di Livorno.
Il campione fa i complimenti al rivale sconfitto, riconoscendogli precisione e ritmo: “Avevamo previsto che Giuseppe sarebbe partito forte, ma non pensavo avesse colpi così pesanti. Nel secondo round mi ha fatto soffrire, ho stretto i denti, stando più attento. Al quarto round ho capito che la situazione stava cambiando a mio favore. Quando l’ho colpito sotto al quinto round e ho replicato al viso, ho capito che avrei potuto vincere prima del limite. Alla sesta ripresa il mio avversario non aveva recuperato e io avevo ancora molte energie, colpirlo è stato facile. Importante che si sia ripreso subito”.
Nel contorno, il superpiuma Nicola Henchiri (9-3-2) residente a Pisa, 30 anni, un pari per il titolo italiano contro Giuseppe Carafa nel 2019, comanda le sei riprese contro l’esperto collaudatore Antonio Escobar Cuevas (9-10-1) 33 anni, del Nicaragua, residente a Vicenza, attivo dal 2009. Il superleggero palermitano Giancarlo Bentivegna (17-3-1) 38 anni, non va oltre il pari contro Nestor Maradiaga (Nic. 8-10-2) da anni residente a Venezia, che ha tenuto l’iniziativa, subendo nel contempo i colpi più precisi del veterano di Altofonte. Arriva il quinto successo per il mediomassimo locale Federico Gassani, sul rivale pisano Alessandro Bendetti (1-1), dopo sei round a senso unico. Troppo superiore il livornese che nonostante i 38 anni, presenta un fisico asciutto, al contrario del pisano, che torna a combattere dopo il debutto del 2019, denotando condizione precaria. Gassani, una carriera a sprazzi: debutto nel 2015, stop fino al 2017 dove ottiene 3 vittorie, ma si ferma fino al 2021. Un vero peccato, vista la buona base tecnica. Debutta nei pro Martina Righi, 31 anni, nei leggeri, battendo la giovane e generosa serba Ksenija Medic (1-19-2), 23 anni, i cui attacchi risultavano imprecisi, mentre i colpi lunghi della livornese trovavano bersaglio utile.
L’infaticabile Davide Buccioni, porta al PalaSantoro di Roma, la riunione prevista al Palazzetto di Passo Corese, di Rieti, bloccata per il Covid. Il clou mette in palio il vacante Internazionale IBO dei cruiser, tra Luca D'Ortenzi, che annovera nel suo record il tricolore massimi (2019) dopo aver fallito il primo assalto l’anno prima a Porto Torres contro Salvatore Erittu e il Mediterraneo IBF, opposto al lombardo Matteo Rondena, reduce dall’onorevole sconfitta subita il 18 gennaio 2020 ad Amburgo, contro Roman Fress, attuale campione di Germania. La sfida non delude le attese e premia D’Ortenzi, che nel corso dei dieci round gestisce meglio le forze, dando l’impronta tattica nei momenti giusti. Non è stata una passeggiata, perché Rondena ha tenuto spesso l’iniziativa, mentre il romano grazie alla scelta di tempo, colpiva con maggior precisione. Il lombardo parte meglio, ma nel cuore dell’incontro era D’Ortenzi a prendere il largo.
Generosa ma tardiva la replica di Matteo nei round conclusivi. Due giudici (Montella e Roda) segnavano un corretto 96-94, mentre Ramacciotti vedeva un 99-91 che non stava da nessuna parte, salvo aver ascoltato la telecronaca che sicuramente in buona fede, aveva visto il dominio assoluto di D’Ortenzi. Corposo il resto della serata, iniziata col debutto del cruiser di colore Eric Sijou, romano adottivo dal fisico prestante, mettere nel record la prima vittoria con poca fatica, mostrando nel contempo ottime potenzialità. Ignazio Di Bella (1-14) abituato alle sconfitte, in questa occasione ha capito che tirava brutta aria e ha scelto la strada dell’espulsione reiterata del paradenti, fino a quando il paziente arbitro Marzuoli nel cuore del terzo round, decreta lo stop. Anche per Alfonso Damiani, professore di educazione motoria a Roma, è il momento del debutto. Avversario il piemontese Ivan Bria (0-3) decisamente modesto, che dopo un paio di cadute e il solito paradenti sputato, chiude ingloriosamente il match al secondo round. Il welter di casa Pietro Rossetti(9-1) rientra dopo l’amara e controversa sconfitta contro Luigi Alfieri del 30 luglio 2020, nella finale del torneo FPI-WBC. Lo affronta Lester Cantilliano (4-39) nato in Nicaragua, 29 anni, dal 2017 residente a Gerona in Spagna, che si affida al mestiere e anche qualcosa in più, per finire in piedi. Ci riesce anche perché il macellaio romano, bada più a fare fiato e curare la difesa, che cercare il colpo duro. Test positivo, in attesa di battersi per il tricolore di categoria.
Articolo di Giuliano Orlando