Agli europei youth abbuffata russa e ottimo bilancio azzurro. Problema arbitri

Pubblicato il 5 maggio 2023 alle 18:05
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

 

Agli europei youth abbuffata russa e ottimo bilancio azzurro.  Problema arbitri.

di Giuliano Orlando

Conclusi a Yerevan in Armenia gli europei youth, col ritorno di Russia e Bielorussia e il previsto dominio russo, in effetti un loro campionato open, lasciando al resto delle nazioni le briciole. I numeri sono impietosi. La squadra russa ha conquistato 12 medaglie maschili su 13 a disposizione e 10 femminili su 12. Dopo diversi tentativi falliti, il presidente dell’IBA Umar Kremlev è riuscito a far approvare il rientro a pieno titolo di Russia e Bielorussia a tutti i tornei e campionati. Tale decisione ha avuto come reazione l’assenza di nazioni di grande rilevanza come Gran Bretagna e Irlanda, oltre ai Paesi baltici e Ucraina, la Turchia a causa del terremoto. Al termine del torneo presenti 29 stati, contro i 40 dell’edizione precedente a Sofia in Bulgaria, tra i maschi sono salite sul podio 15 nazioni, sei delle quali: Russia (7), Georgia (2), Armenia, Romania, Bulgaria e Montenegro (1), hanno conquistato l’oro. Contro le otto di Sofia 2022, assente la Russia. Tra le youth, oltre alla Russia con 5 ori, due li ha conquistati la Romania, uno a testa Ungheria, Polonia, Grecia, Francia e Croazia. Per l’Italia solo due bronzi, sotto le aspettative, essendo stati abituati in passato a compiere miracoli da parte delle ìatlete. Tra gli uomini hanno impressionato tutti i russi, il che non sorprende, avendo alle spalle dagli 80 ai 100 incontri, con esperienza che inizia prima dei dieci anni. Oltre ad una preparazione degna dei professionisti. Per fare un esempio, nei 63,5, Belevitin, dopo aver perso il primo round, con un conteggio contro il romeno Tudoroiu, ottimo elemento, ha disputato i due round successivi ad un ritmo frenetico, insensibile ai colpi ricevuti, sempre avanti finendo come se avesse appena iniziato. Complimenti, ma anche la domanda come un diciottenne possa avere tante risorse, in una tranche agonistica irreale. C’è poi un aspetto di teatralità eccessiva se pensiamo all’età (17/18 anni). Molti dei russi, per dimostrare la loro superiorità inscenano show e atteggiamenti per umiliare gli avversari. Un arbitro con gli attributi avrebbe dovuto richiamarli ad un comportamento più corretto. Invece tutti si sono adeguati, tornando alla sudditanza psicologica nei riguardi della Russia. Confermandosi ligi al sistema. In altri termini dei pecoroni. Stesso atteggiamento da parte del georgiano Kajaia, sulla cui età confermo il dubbio, boxe da professionista con indubbie qualità ma anche mancanza di rispetto verso gli avversari, da soggetto clownesco e ignorante dell’etica fra atleti. Due vincitori a sorpresa, sia pure relativa: il montenegrino Sarcevic negli 80 kg. vincitore in semifinale del russo Magomedkhanov e dell’armeno Aleksanyan in finale, mostrando boxe tutta personale, furba e valida, completata da indubbia scelta di tempo, conquistando per il piccolo stato sulle sponde sull’Adriatico, il primo oro youth europeo maschile. L’altro vincitore riguarda il romeno Ionita, altissiimo e dinoccolato, capace di sfruttare l’infinito allungo con intelligenza, ancora legnoso di gambe, ma già esperto nel legare a corta distanza.  Il russo Rasuev ha provato a metterla sullo scambio corto, andando spesso a vuoto, perdendo una sfida che lo vedeva più quotato. L’Italia aveva tre finalisti, un traguardo splendido, consapevoli che nessuno era favorito. Pur sconfitti hanno lottato con grinta e furore. Tommaso Cannone  (48), campione italiano youth in carica, entrato in palestra a 17 anni, con 21 incontri alle spalle, compresi quelli europei, ha pagato l’inesperienza di fronte ad un avversario che a 18 anni, sta sul ring da otto anni, contro le due del romano, allievo di Cesare Costantini. Debelyi per arrivare titolare ha disputato solo nelle ultime due stagioni 30 incontri, Cannone si è presentato con 18 match. A parità di esperienza probabilmente il risultato poteva capovolgersi. Un argento splendido, battendo in semifinale l’armeno Harutyunyan, che mesi addietro in Spagna lo aveva discutibilmente superato, mentre a casa sua è stato battuto. Il romanino ha margini di miglioramento enormi oltre ad un carattere da guerriero. Promosso anche il campano Delli Curti nei medi, boxe più ragionata, ottimo tecnico, attivo nell’ultima stagione combattendo anche all’estero. Ma un novizio in confronto al mancino russo Makhauri, che aveva dominato la selezione interna, disputando tre tornei, partendo da una base di oltre cento concorrenti. L’azzurro ha ceduto in modo chiaro ma dignitoso di fronte ad un rivale che può militare nei quartieri alti degli élite. Anche se poteva evitarsi certi atteggiamenti per dimostrare la sua superiorità. La quadra russa è consapevole di non essere benvista da molte nazioni, per cui replica con rabbia e ogni vittoria ha il sapore della vendetta, come ogni sconfitta è dura da digerire. Il terzo azzurro in finale è stato il grossetano Jonathan Pisano, negli 86 kg., un brevilineo la cui ascesa ha del miracoloso. Bocciato nel 2021 tra gli jr., eliminato all’esordio dei campionati di categoria dall’emiliano Morina, assente lo scorso anno tra gli youth, ha avuto la fiducia dei tecnici e conquistato il posto per gli europei. Dove ha superato ogni previsione. Ha iniziato battendo il polacco e tra la sorpresa generale si è imposto sul russo Zavgrodnii, che lo sovrastava in altezza e allungo. Ma non aveva fatto i conti con un avversario che sapeva rientrare e colpire in velocità al corpo e al viso del russo. Battendolo nettamente. Il capolavoro lo raggiugeva di fronte al bielorusso Duhar, partito alla grande battendo l’israeliano di stampo russo Prilutsky, oro europeo jr. uscente e poi il georgiano Naroushvili, pretendente al titolo. Anche l’azzurro sembrava destinato a lasciare il passo a Duhar, che disputava un primo round perfetto, anticipando l’azzurro e vincendo la ripresa nettamente. A quel punto la trasformazione di Pisano era incredibile, ma reale. Non più avanti a testa bassa, ma boxe a distanza anticipando il bielorusso al punto da vincere il round 4-1, col solo giudice moldovo contro. La terza specchiava la rimonta con l’identico punteggio e Pisano centrava la finale, vincendo per quattro giudici, il quinto assegnava un 30-27 al bielorusso che non poteva essere solo buonafede. Ci crederete, chi veniva scelto per arbitrare la finale? Esatto, il moldovo Valerij Pastuhov, non un novellino, semmai il contrario. Infatti ha diretto la sfida tra l’armeno Simonyan, un gigante dalle ottime basi, sul cui verdetto per come sono andate le cose, nulla da dire. Quello che forse è sfuggito a molti è stato l’atteggiamento dell’arbitro, sottilmente diabolico, dando lo stop quando Pisano attaccava, quando entrava e in altre situazioni a lui favorevoli, richiamando sempre e unicamente l’azzurro, con finta bonarietà, interrompendo l’azione. Con questa tattica Pisano era destinato alla sconfitta comunque. Il presidente onorario Vittorio Lai, osservatore del settore giudici e arbitri pur oberato di lavoro nel corso di un europeo, forse poteva rilevare il particolare del verdetto fra il bielorusso e l’azzurro. A quel punto, risultava imbarazzante affidare al moldovo il ruolo di arbitro. Addirittura di una finale. Questo il mio opinabile parere. Nel settore femminile, ottimo il livello fino ai 70 kg. con molte conferme nel passaggio dagli jr. alle youth: le romene Badescu (48) e Nita (70), la croata Steko (63) allenata dal padre, residente in Germania e la greca Kouzilou (57), argento 2022 jr. Le russe hanno mostrato mestiere e grande ritmo, alcune come la Koll (52) e la Panova (75) posseggono qualità, come la francese Richol (66), mentre il livello nelle categorie più pesanti non è eccezionale. La squadra femminile azzurra guidata da Valeria Calabrese e Gianfranco Rosi è risultata sotto le attese, assenti i mancati miracoli delle passate edizioni. Nessuno è contento quando va male, sicuramente lo sono state le atlete e gli allenatori. Come ho già scritto nel precedente articolo alla vigilia delle finali, il rendimento generale è stato inferiore alle attese. Valeria Calabrese lo riconosce, ma specifica anche una situazione oggettiva: “Quando ho fatto la prima convocazione le atlete erano tutte sovrappeso. La scelta è stata obbligatoria, per cui quasi tutte sono salite di categoria e il rendimento è stato inferiore, Il sorteggio non ci ha aiutato e quindi il bilancio è negativo. Nessuno lo ignora. Tra l’altro, l’atleta sulla quale contavamo, Valentina Marra  oro 2022, che avrebbe potuto fare il bis nei  63 kg. ha di fatto smesso, limitandosi ad allenamenti sporadici e questo non ci ha certo aiutati. Peccato, ma i miracoli non sempre si realizzano”.                                                                             Difficile non essere d’accordo, come doveroso non scordare quanto ottenuto in passato. Troppo comodo criticare per il gusto di farlo. Anche questa è la mia opinione, che sottoscrivo e firmo. Come sempre.                                                                                                                                                                 Giuliano Orlando