E’ un momento delicato per il mondo intero. L’emergenza sanitaria causata dall’epidemia del contagio da Covid-19 sta destabilizzando la quotidianità di milioni di persone, molte delle quali colpite da drammi personali. In una situazione del genere, che sta portandosi in scia evidenti problemi sociali ed economici, stride un po’ la presa di posizione dei giocatori professionisti di calcio, spesso depositari di lauti contratti del valore di alcuni milioni di euro.
Eppure anche in una categoria così privilegiata, c’è chi chiede che i contratti scritti vengano rispettati o, ancora, chiede chiarezza sul rispetto, o meno, degli stessi contratti da parte di club che sono a loro volta di fronte ad una situazione epocale: non potendo giocare, saltano accordi con gli sponsor o per la vendita dei diritti tv.
In attesa che ogni club spieghi come operare e che le Federazioni stabiliscano i tempi di ripresa dell’attività, i calciatori chiedono chiarezza tramite coloro che li rappresentano. Nella giornata di oggi, 1 aprile, è “scesa” in campo anche l’Associazione Italiana Agenti Calciatori e Società, meglio conosciuta come Aiacs-Assoagenti, che in un comunicato reso alla stampa fa sapere che: «su richiesta esplicita dei calciatori da loro assistiti, in riferimento alle problematiche dagli stessi evidenziate, conferma la disponibilità ad incontrare i club, le Leghe ed ogni altro soggetto deputato, al fine di confrontarsi sulla situazione attuale del movimento calcistico italiano alla luce del drammatico momento che l'intero paese sta affrontando, così da contribuire a tutte quelle decisioni utili e necessarie per affrontare le difficoltà economiche che l’intero sistema calcio sta patendo».
Comunicato che si chiude mettendo in rilievo un altro aspetto di questo delicatissimo momento: «Cogliamo altresì l’occasione per ringraziare quanti sono incessantemente in prima linea a combattere per difendere le nostre vite ed anche coloro che, rischiando la propria incolumità personale, garantiscono gli approvvigionamenti necessari ai bisogni quotidiani di tutte le famiglie».