L'alchimia che porta sopra le nuvole, piaceva pure a Nietzsche

Pubblicato il 21 ottobre 2016 alle 17:45:09
Categoria: Notizie di attualità
Autore: Redazione Datasport.it

La vertigine della salita. Piccole considerazioni sull'ebbrezza del pedalare verso l'alto - Riccardo Barlaam - ediciclo editore - Pagg. 96 - Euro 8.50.

“Quanto manca alla salita? Tu sali e non pensarci!”. Firmato: Friederich Nietzsche. Come dire: l'amore è cieco, come la salita. Quanto di più effimero e inutile possa esserci. Chi te lo fa fare di pedalare in ascesa? Se poi sei un cicloamatore e neppure nel fiore degli anni. Si afferma: ciclista e alpinista, razza gemella, nel volersi far male. Idealisti o autolesionisti? L'autore se lo chiede anche se conosce bene la risposta. Infatti è recidivo convinto. Racconta con dovizia di particolari, lo sforzo immenso per arrivare alla cima. Sa benissimo che con la salita non si scherza. Ma questo rientra nella storia che ha iniziato a raccontare, meglio a spingere sui pedali. Ammette: “Non è uno scherzo pedalare in salita. Quella dannata bestia da conquistare è lì, da sempre, ad aspettarti. La temi. E lo sai com'è. Bella, maestosa. E tu infinitamente piccolo, perso nell'universo che in quell'ambiente montano, ti sembra ancora più grande, immenso”.

Un inno alla fatica, la ricerca della catarsi totale. C'è un passaggio molto emblematico. “L'ascesa del corpo verso l'alto, la conquista di una salita, porta con se una sorta di elevazione dello spirito. Forse per questo da sempre sulle montagne si innalzano santuari, chiese, croci, statue di santi, madonne. Ora, con la secolarizzazione  della nostra società - cumuli di pietre, bandiere tibetane. Riti di consacrazione, di ringraziamenti per dare voce ad un'esperienza interiore”. Come a giustificare il senso della fatica che ogni salita comporta quando la tua macchina è a pedali, senza frizione e marce. Ci vogliono i “maroni” diceva un certo Alfredo Binda, un super Eddy Merckx degli anni '20 e '30, quando gli chiedevano come facesse ad andare così forte in bici anche in salita. Lui li chiamava così, unendo talento e temperamento. Oggi la tecnologia ha reso la bici una specie di jet al quale, per fortuna manca solo il decollo. Diversamente le imprese degli eroi a pedali, da Coppi a Bartali, Bobet e gli scoiattoli iberici, fino a Nibali, descritte nel libro, non si sarebbero potute raccontare.