Una sconfitta di rigore, che lascia l’amaro in bocca per come maturata, ma che si trascina dietro impressioni decisamente positive per tutto il tragitto percorso dalle Azzurre in questa competizione: dopo l’1-1 del 90’, la Nazionale italiana femminile va ko ai calci di rigore nella finale dell’Algarve Cup contro la Svezia, seconda forza mondiale secondo il ranking Fifa. Come nel 2019, quando nell’ultimo atto della Cyprus Cup ad imporsi fu la Corea del Nord, anche questa volta sono state le esecuzioni dagli undici metri – nuovamente ad oltranza – a negare all’Italia il successo in un torneo internazionale a inviti.
“Sicuramente dispiace – è il commento a fine gara della Ct Milena Bertolini – ma voglio vedere l’aspetto positivo del torneo: le ragazze sono state eccezionali, hanno dimostrato di essere cresciute e che possono competere anche contro squadre ai massimi livelli mondiali”.
Tra le note positive della manifestazione, la conferma della bravura di Bonansea, oggi autrice dell’assist per il momentaneo vantaggio firmato da Giacinti ed eletta miglior giocatrice del torneo. L’Algarve Cup è tornata ad essere disputata dopo la cancellazione della competizione nel 2021 e dopo che nel 2020 non venne disputata la finale tra Italia e Germania, visto il diffondersi della pandemia proprio in quei giorni di marzo.
La partita. In un clima quasi più estivo che primaverile, la Ct Bertolini propone un 4-3-3 in cui le chiavi del pacchetto arretrato, davanti a Giuliani, sono affidate alla coppia Gama-Linari, mentre le corsie esterne sono occupate da Di Guglielmo e Lenzini. A centrocampo Rosucci, Galli e Caruso fungono da raccordo col tridente composto da Bergamaschi, Giacinti e Bonansea.
Le due squadre iniziano la gara in modalità guardinga, attente a non scoprirsi, e gli unici sussulti dei primi minuti sono affidati a un doppio calcio d’angolo dell’Italia che prova a sorprendere la difesa scandinava con la battuta a cercare, in entrambi i casi, la soluzione sul primo palo. Al 18’ l’episodio che sblocca il confronto. La pressione azzurra porta al recupero della sfera nella metà campo svedese e Bonansea è brava a trovare il pertugio giusto e a servire Giacinti all’interno dell’area di rigore: l’attaccante della Fiorentina è fredda quanto serve per battere con un preciso sinistro Lindahl per l’1-0 Italia. Ottenuto il vantaggio le ragazze di Milena Bertolini controllano la gara senza rischiare praticamente mai, con la pressione svedese che cresce solo nei minuti finali della prima frazione di gioco, senza però creare veri pericoli verso la porta difesa da Giuliani.
La ripresa si apre con un sinistro di Caruso dai 25 metri che chiama Lindahl alla difficile deviazione in corner. Sull’angolo seguente Lenzini a centro area non riesce a sfruttare al meglio la sponda di Gama e in acrobazia manda alto sopra la traversa. I ritmi del secondo tempo si alzano rispetto ai primi 45 minuti di gioco e al 6’ la reazione svedese impatta sul palo della porta azzurra: su una punizione da posizione laterale, le scandinave colpiscono di testa il montante alla sinistra di Giuliani e sulla ribattuta è provvidenziale la schiena di Di Guglielmo a ribattere il tap-in a colpo sicuro di Schough. La pressione svedese aumenta sempre di più col passare dei minuti, grazie anche ai nuovi innesti decisi dal Ct Gerhardsson. Al 25’ si materializza così il pareggio, con Lenzini che atterra in area di rigore la sua compagna di squadra alla Juventus, Hurtig: dagli undici metri Seger non sbaglia per l’1-1.
L’Italia trova energie fresche dai cambi decisi da Bertolini, riuscendo ad allentare la pressione avversaria e a sei minuti dal 90’ costruisce su azione d’angolo una clamorosa occasione per tornare in vantaggio: la sponda aerea di Girelli supera Lindahl e premia l’inserimento di Caruso, ma la centrocampista colpisce la sfera con la parte superiore della testa mentre sta ricadendo, centrando la traversa da pochi passi. È l’ultima emozione di una finale che conosce così, come da regolamento, il suo epilogo ai calci di rigore dopo il pareggio maturato nei novanta minuti regolamentari. Dagli undici metri le dieci giocatrici scelte dai due Ct per calciare i rigori sono implacabili e si procede quindi a oltranza. A questo punto il portiere Lindahl prima trasforma il sesto penalty svedese, quindi neutralizza la conclusione dagli undici metri di Serturini, regalando l’Algarve Cup alla propria nazionale.