"Ma per quale motivo la crisi avrebbe dovuto risparmiare il mondo del calcio?". E' la domanda, retorica, che Massimiliano Allegri si pone all'inizio dell'intervista al settimanale "Chi" in edicola mercoledì. "Era impensabile che la crisi non colpisse anche, e soprattutto, il mondo del calcio - spiega il tecnico del Milan -, un mondo dove oggi non ci sono più i soldi di una volta. Certo, è un peccato, ma non dimentichiamoci che noi rimaniamo dei privilegiati".
"Le partenze dei grandi campioni hanno abbassato il livello del talento - ammette Allegri - e noi dovremo essere bravi a regalare spettacolo, a fare in modo che ai tifosi non passi la voglia di andare allo stadio". Il tecnico resta comunque ottimista: "Sono fiducioso. Oggi i grandi incassi non esistono più - continua - gli stessi sponsor non investono più come prima. Gli sceicchi del Qatar e degli Emirati Arabi, proprietari di molti club importanti, comprano tutti i migliori calciatori. Noi italiani? Ci rimbocchiamo le maniche e facciamo crescere altri campioni".
Allegri non si sbilancia sulle prospettive del Milan: "Per noi sarà l'anno zero - dice l'ex allenatore del Cagliari -. Io sono nato pronto e non mi tiro indietro. Abbiamo abbassato l'età media dei calciatori. Vedremo che cosa succederà". Allegri dice la sua anche sulla squalifica di Antonio Conte, con cui aveva polemizzato in più di un'occasione nella passata stagione, soprattutto dopo il gol fantasma non convalidato a Muntari nella sfida scudetto con la Juve: "La sua assenza è un motivo di rimpianto per il campionato - confessa -. In questi giorni mi sono chiesto quale fosse il suo stato d'animo. Non oso immaginare. Mi sento di augurargli un "in bocca al lupo". Nessun commento sull'addio polemico di Antonio Cassano: "Non mi interessa parlare di lui".