Gli esami non finiscono mai, anzi devono ancora iniziare, ma ad una settimana dall’esordio nel Campionato Europeo l’Italia supera a pieni voti il test di ammissione battendo 4-0 la Repubblica Ceca e dimostrando di essere pronta per la sfida di venerdì prossimo con la Turchia, primo ostacolo di un cammino che sogna di percorrere fino in fondo, sino alla finale del prossimo 11 luglio a Wembley. A Bologna, contro un’avversaria sicuramente più blasonata di San Marino e qualificata alla fase finale di EURO 2020, gli Azzurri conquistano l’ottava vittoria consecutiva, 27° risultato utile di fila (22 vittorie e 5 pareggi), confermando di saper recitare a memoria un copione fatto di palleggio e ritmo, sfruttando dalla cintola in su l’abilità degli esterni nell’uno contro uno, l’estro di un ispiratissimo Insigne e il senso del gol di Ciro Immobile. L’attaccante della Lazio firma con Barella, Insigne e Berardi le reti di un match senza storia, miglior viatico possibile per l’Europeo al via tra sette giorni allo Stadio Olimpico di Roma.
LA PARTITA. Se il test con San Marino era servito per assegnare le ultime maglie per l’Europeo, l’amichevole con la Repubblica Ceca rappresenta una vera e propria prova generale a sette giorni dall’esordio con la Turchia. Diverso anche lo spessore dell’avversario, una nazionale 40a nel ranking FIFA e tra le 24 finaliste dell’Europeo, dove parte virtualmente in terza fila nel Gruppo D alle spalle di Inghilterra e Croazia. Normale quindi che, come annunciato da Mancini alla vigilia, la formazione dell’Italia si avvicini a quella che l’11 giugno andrà a caccia dei primi punti nel torneo continentale. Davanti a Donnarumma tornano quindi Bonucci e Chiellini, Florenzi e Spinazzola sono gli esterni di difesa, mentre con Verratti ancora fermo ai box e dopo il forfeit di Sensi, la regia è affidata a Jorginho e Locatelli, con Barella chiamato a dare supporto al tridente offensivo formato da Immobile, Berardi e Insigne. Ci sarà gloria per tutti.
Schierata con il 4-2-3-1, con Krmencik preferito all’ex romanista Schick come terminale d’attacco, la Repubblica Ceca pressa alto e chiarisce subito di non avere nessuna intenzione di impostare una partita puramente difensiva. L’Italia non snatura il suo gioco e dopo una prima fase di studio costruisce la prima occasione sull’asse Insigne-Immobile, ma la mira dell’attaccante della Lazio non è precisa. Al 18’ un brivido scuote la panchina azzurra: Bonucci si accascia a terra dopo una leggera torsione del ginocchio, esce dolorante dal campo ma dopo un paio di minuti di apprensione riprende il suo posto al centro della difesa. Il sospiro di sollievo lascia spazio cinque minuti dopo all’esultanza di Ciro Immobile, che raccoglie una respinta corta di Brabec sul lancio di Insigne per Barella, supera in dribbling Celustka e sorprende Pavlenka sul primo palo realizzando il suo 13° gol in Nazionale. La rete dà fiducia agli Azzurri e alla mezzora è ancora Immobile a sfiorare il raddoppio con un colpo di testa in tuffo dopo una bella discesa sulla destra di Barella. Con il passare dei minuti cresce la spinta sulle fasce di Spinazzola e Berardi e, in chiusura di tempo, è Barella a firmare il 2-0 con una conclusione dal limite dell’area deviata da Boril.
L’ingresso di Schick non cambia il film di una serata che vede l’Italia attenta in difesa e tutt’altro che sazia nonostante il doppio vantaggio. Nel primo quarto d’ora della ripresa gli Azzurri vanno per tre volte vicini al 3-0: Berardi su punizione impegna Pavlenka, poi Insigne e Chiellini mancano di poco lo specchio della porta. Inizia la girandola dei cambi e Jorginho, Spinazzola e Chiellini lasciano il posto a Cristante, Emerson e Acerbi. Al 66’ Insigne festeggia nel migliore dei modi il suo 30° compleanno sfruttando l’assist di un Immobile sempre nel vivo del gioco. C’è solo una squadra in campo e il 4-0 è lo spot più efficace di una Nazionale che diverte e si diverte. Il poker porta la firma di Domenico Berardi, al quarto gol nelle ultime sette partite, che finalizza con uno scavetto l’assist al bacio del solito Insigne. Nel finale c’è spazio anche per Chiesa, Toloi e per l’esordio di Giacomo Raspadori, altre tre preziose risorse per cercare di arrivare fino a Londra.