Carlo Ancelotti, presente a Torino per il Premio letterario intitolato ad Antonio Ghirelli, è stato intercettato come era inevitabile per parlare dell'inaspettato esonero dalla panchina del Bayern e del suo immediato futuro. Davanti alle tv e ai giornalisti Carlo esordisce così: “Sono contento di essere qui e di parlare in italiano (riferimento indiretto a chi gli imputava un tedesco inadeguato), ora andrò in vacanza fino a giugno, mi divertirò molto. Guarderò molto calcio nei prossimi dieci mesi, certo. Non mi logora, lo preferisco a cinema e passeggiate, è bello vederlo anche da fuori”. Poi conferma che il momento per allenare la Nazionale non è ancora arrivato: "Preferisco i club, sarà così fino a quando avrò voglia di stare sul campo tutti i giorni. Poi potrei accettare l’azzurro, se mi volessero. Anche se, come ora, altre nazionali potrebbero avere tasso tecnico superiore al nostro”.
Inevitabile tornare sull’addio ai campioni di Germania: “In 22 anni non ho mai avuto rapporti difficili. Solo che faccio delle scelte e ci vuole l’intelligenza di capirle, più una società che le difenda. Questo però è il calcio, il nostro lavoro è anche questo. L'esonero fa parte del nostro lavoro. La solidarietà dei colleghi mi ha fatto piacere". Una battuta anche sul nostro calcio italiano e soprattutto sul gioco del Napoli: "Può essere la sua stagione, Sarri lavora bene perché ha la possibilità di dare continuità al suo progetto”. Visto le recenti prestazioni del nuovo Milan si era subito sparsa la voce di un ritorno di Ancelotti in rossonero se Montella avesse fallito anche il derby o di affiancarlo come suo vice, ma Carlo ci scherza sopra: "Sulle panchine italiane vedo esattamente chi c'è adesso. Farei volentieri il secondo di Vincenzo. Facciamo una partita per uno, ma dobbiamo trovare la società che ce lo fa fare. E la troveremo".