Sono passati 113 anni dalla fondazione della squadra sempre più rivelazione del calcio italiano, ora in testa alla classifica con sole vittorie.
Era il 17 ottobre 1907 quando nacque l'Atalanta. L'idea, come spesso accadeva in quei tempi, era venuta ad alcuni studenti, più precisamente ai liceali Eugenio Urio, Giulio Amati, Ferruccio Amati, Alessandro Forlini e Giovanni Roberti. All'inizio si chiamava "Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici Atalanta", e difatti era attiva anche in altre discipline, come il nuoto, la scherma, l'atletica e la ginnastica. Già, ma perché Atalanta? Una scelta sicuramente curiosa, dato che molto spesso i nomi delle squadre riprendono semplicemente quelli della città. Invece gli studenti in questione furono colpiti dal mito di Atalanta, eroina della mitologia greca, il cui profilo è ancora presente sullo stemma della squadra. Atalanta non era una dea, nonostante il soprannome che viene dato oggigiorno, ma una principessa, figlia di Iaso, re dell'Arcadia. Il mito racconta che ella fu abbandonata sui monti appena nata, cresciuta da un'orsa e diventata un'eccezzionale cacciatrice. Le sue imprese furono talmente sorprendenti che anche il padre cambiò idea, tuttavia pretese che dovesse sposarsi. L'eroina, contrariata, promise di sposarsi con chi la battesse in una corsa dalla posta in gioco altissima: in caso di sconfitta, il pretendente veniva ucciso. Tutti furono sconfitti, finché un giorno Melanione disseminò lungo il percorso delle mele d'oro che, attirando l'attenzione dell'eroina, gli fecero vincere la corsa. Una storia sicuramente particolare, e anche particolarmente affascinante rispetto al solito, dunque. Oltretutto i bergamaschi non adottarono da subito la tipica casacca nerazzurra che li caratterizza da un secolo, all'inizio infatti le maglie dei giocatori erano bianconere, ed è solo nel 1920 che arrivò il nerazzurro a farle da padrone. Questo è dovuto alla fusione con la Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma, esistente dal 1877, ampliò anche al calcio l'esercizio dei suoi tesserati nel 1913. L'azzurro da cui era caratterizzata la divisa della Bergamasca andò quindi a fondersi al nero dominante dell'Atalanta per andare a creare i colori sociali ancora oggi utilizzati.
La storia da lì in poi sarà ricca di soddisfazioni: la squadra si stabilisce in pianta stabile nella massima divisione italiana, tanto da disputarci diciassette campionati consecutivi tra il 1941 e il 1958. Nel '63 un grande successo, la vittoria della Coppa Italia in finale contro il Torino, decisa da una tripletta di Domenghini, consegna all'Atalanta la prima coppa nazionale e la prestigiosa qualificazione alla Coppa delle Coppe, allora la seconda competizione dell'Uefa. In totale due volte i nerazzurri disputarono l'ormai defunto trofeo, con la seconda volta che fu davvero storica: l'Atalanta infatti la giocò pur essendo in Serie B, retrocessa dopo la penultima posizione dell'anno prima, in cui aveva perso la finale di Coppa Italia con il Napoli campione d'Italia, e quindi qualficato in Coppa dei Campioni. Stupendo tutti, la squadra di Mondonico eliminò nell'ordine i gallesi del Merthyr Tydfil, i greci dell'Ofi Creta e i portoghesi dello Sporting Lisbona, prima di cadere in semifinale con il Malines, che andrà poi a vincere la competizione contro l'Ajax. Questa fu la migliore prestazione in una coppa europea di una squadra non iscritta alla massima divisione nazionale. Vennero poi anni altalenanti, in cui la squadra non riuscì a mantenere la categoria troppo a lungo, ma prendendosi la soddisfazione del primo capocannoniere nerazzurro in Serie A, ovvero Filippo Inzaghi nel 1997 con ventiquattro reti. Arriviamo quindi agli ultimi anni, i migliori nella storia ultracentenaria della squadra, con un ciclo iniziato con la promozione in massima serie nel 2011 e affinato da Gasperini. Il Gasp ha fatto davvero fare il salto di qualità alla squadra, complici anche gli investimenti della presidenza Percassi nello stadio e in grandi giocatori, consentendo all'Atalanta il quarto posto e la qualificazione in Europa League nel 2017, seguita da due terzi posti consecutivi nel 2019 e nel 2020, miglior piazzamento della società in campionato. Il 18 settembre 2019 il buon lavoro è stato coronato con il debutto in Champions League, con le partite casalinghe giocate a Milano e una qualificazione rocambolesca, con i bergamaschi capaci di arrivare addirittura ai quarti, eliminati solo dal Paris Saint-Germain. Quest'anno, finalmente, i nerazzurri potranno godersi la Champions a Bergamo, e speriamo tutti che la pandemia non rovini questa gioia che meritano tutti i tifosi di quella che è ormai una grande squadra.
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