La 47° edizione della Copa America è pronta a partire tra mille incognite dove anche al Covid-19 ma l'Argentina sogna in grande. L'esordio, col Cile, non è però facile.
Dopo 7 anni dalla finale persa nel Mondiale del 2014, l'Argentina torna a giocare a Rio de Janeiro e lo fa nel match d'esordio del Gruppo A contro il Cile. La selezione allenata dall'ex Lazio Lionel Scaloni è inserita appunto in un raggruppamento insidioso perché, oltre ai cileni di Sanchez e Vidal, ci sono anche Paraguay, Uruguay e Bolivia. Il regolamento, però, permette anche più di un passo falso in quanto passano il turno e approdano ai quarti di finale le prime quattro dei due gironi e sarà eliminata solamente l'ultima classificata. Messi e compagni vogliono subito partire con il piglio giusto per provare a vincere un trofeo che è diventato un tabù dal 1993, ultima volta vinta proprio dai biancocelesti. L'Argentina è seconda nell'albo d'oro con 14 vittorie, nettamente davanti al Brasile (9) ma dietro di una lunghezza rispetto all'Uruguay, primo a quota 15. Per Covid-19 e problemi organizzativi, la sede della Copa America è stata spostata da Colombia e Argentina al Brasile, anche se permangono dubbi su tempi e modi della scelta.
Il Cile, nel corso dell'ultimo decennio, ha mostrato di aver raggiunto un livello altissimo in Sudamerica anche se non è riuscito ad andare oltre gli ottavi di finale (sia nel 2010 che nel 2014) ai Mondiali e nel 2018 ha mancato addirittura la qualificazione. In Sudamerica, come detto, la Roja non è più da considerare come mera outsider visti i recenti risultati. Nell'ultima edizione del 2019, il Cile è giunta in semifinale ma poi si è arresa contro il Perù, perdendo anche la finale terzo/quarto posto con l'Argentina per 2-1. Nelle due edizioni precedenti, ossia quelle del 2015 e del 2016, Vidal e compagni sono riusciti a vincere i primi due titoli della storia in un back-to-back che eleva ancor di più il lavoro svolto da Sampaoli prima (2015) e Pizzi (2016) poi. Lo scherzo del destino riguarda l'esito delle due finali perché in entrambi i casi a perdere è stata proprio l'Argentina, in entrambi i casi dopo i calci di rigore. Il Cile attuale, con Martin Lasarte in panchina, è inferiore qualitativamente ma rappresenta tutt'oggi una squadra da non sottovalutare per Messi e compagni, come dimostra tra l'altro l'1-1 del 4 giugno scorso nel match valido per le qualificazioni ai Mondiali di Qatar 2022.