ASSOLUTI BOXE - SEMIFINALI E FINALI FEMMINILI -

Pubblicato il 18 dicembre 2022 alle 16:14
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

 

ASSOLUTI BOXE -  SEMIFINALI E FINALI FEMMINILI - TERZA PARTE

di Giuliano Orlando

Kg. 48 SEMIFINALI.  Erika Prisciandaro (GS) b. Di Bari (LZ) 5-0. La Di Bari, dopo il successo a Pescara nel 2018, ha provato nel 51 kg. nel 2021 con poca fortuna, infortunandosi al debutto. Rientra quest’anno, tornando nei 48 kg. e batte la siciliana Puliafico che la impegna niente male. In semifinale trova la barese Prisciandaro, podi europei giovanili, argento la scorsa stagione superata dalla più esperta Bonatti, che di scudetti ne ha incamerati cinque. La sfida è di alto livello e per metà incontro il vantaggio della pugliese delle FFOO è minimo, poi la velocità della più giovane prende consistenza e ottiene il verdetto pieno. Parigi Bini (VE) b. Parracciani (LZ) 5-0. Parigi e Parraciani, entrambe presenti a Massa nel 2021, dove erano iscritte 12 atlete contro le 7 a Gallipoli, con una sola vittoria arrivano in semifinale e la posta diventa importante. La padovana si dimostra subito più concreta costringendo la romana di Torre Angela a chiudersi in difesa, tattica che dovrà attuare ad ogni ripresa, per la consistenza offensiva della Parigi, che vince nettamente e approda per la prima volta in finale.                                                                                                        

    FINALE. ERIKA PRISCIANDARO (GS) b. Vittoria Parigi Bini (VE) 5-0. Giustamente, la veneta Bini cerca di metterla sullo scambio corto, per sfruttare la maggiore consistenza muscolare e la stazza fisica superiore. Erika pesa 46 kg. e deve evitare lo scontro diretto, muovendosi e rientrando in velocità. Inizialmente fatica ma a gioco lungo il miglior tasso tecnico orienta la sfida dalla sua parte in modo chiaro. La nuova campionessa, figlia d’arte, iniziata alla boxe da papà Michele, passata in consegna a Michele Caldarella ad Assisi nelle FFOO, è assai felice: “La padovana è forte come un uomo, quindi un compito per niente facile, anche se mi pare di aver vinto netto. Adesso debbo mettere qualche muscolo in più, ma senza perdere velocità. Peccato che hai Giochi si inizi a 50 kg.”  

Kg. 50. SEMIFINALI.  Ayari (SC) b. Garofano (CP) rsc 1. La catanese Ayari, punta azzurra nelle categorie giovanili, debutta agli assoluti a 19 anni, affrontandola Garofano, 23 anni anche lei al debutto. Purtroppo per l’allieva del glorioso gym Medaglia d’oro di Marcianise, l’avventura si conclude in fretta. Sorpresa dal furioso assalto della siciliana, cerca di limitare i danni chiudendosi in difesa, che l’arbitro ritiene troppo passiva e la ferma per prudenza prima che scada il primo round. Macrì (PM) b. Mantovani (VE) 5-0. Andante lento del match, con pochi colpi e molta prudenza. Aumenta il ritmo nella successiva ripresa e la Macrì si dimostra più concreta e precisa, mentre la Mantovani subisce gli affondi della piemontese, che conquista la finale.  

FINALE. LUCIA AYARI (SC) b. Federica Macrì (PM) 5-0. Match a senso unico per Lucia Ayari, la più giovane delle campionesse di Gallipoli. La Macrì cerca di reagire all’assedio ma il divario è sempre più ampio. Contata nel secondo round, mostra coraggio e resistenza, arrivando alla fine del match. La catanese a 50 kg. è destinata a dominare, sempre che Roberta Bonatti non salga di categoria, Comunque la Ayari è la nuova realtà della categoria dopo i podi europei tra jr. e youth.  

Kg. 52. SEMIFINALI.  Bignami (LZ) b. Borella (LZ) 5-0. Dopo la prima apparizione nel 2018 - dove colse il bronzo, superando l’altra romana Scolastri, che nel 2019 scende nei 48 kg. e ottiene il bronzo - fermata in semifinale dalla ligure Fadda, giunta al titolo e poi scomparsa dall’attività quando avrebbe potuto ottenere soddisfazioni europee. Dopo quel podio la Bignami, complice il Covid, lo studio e un certo appagamento, oltre ai consigli del fratello Lamberto residente in Australia, che l’invita alla prudenza, resta lontana dalla palestra fino all’inizio di quest’anno. L’esordio a Gallipoli battendo la più giovane Borrella, con bella sicurezza, le infonde la fiducia per la grande impresa. Magistrali (EM) b. Furlan (LZ) 5-0. Allieva del maestro Alberti, istituzione della Salus e Virtus di Piacenza, dove è entrata nel 2017 a 27 anni, in precedenza si era dedicata al lavoro, senza interesse per lo sport. Incrociando una palestra, dopo essere tornata single, per la rottura col compagno dopo lunga convivenza, pensa che potrebbe essere un’esperienza interessante. Nel 2019 a Roma, la prima esperienza nazionale con pochissimi incontri e la soddisfazione di una vittoria contro la pugliese Tanzarella che gli vale il bronzo. Per la finale disco rosso di fronte a Martina La Piana, talento assoluto nelle giovanili. Dopo tre anni, ci riprova e a dispetto delle 32 primavere, arriva in finale superando la romana Furlan 26 anni, origini venete, allieva del gym “Il gladiatore”. Sul ring l’impatto è favorevole alla Magistrali, la sua boxe semplice ma efficace, trova bersaglio e la giuria la premia all’unanimità.                                                                                                                                                                          

   FINALE. SILVIA BIGNAMI (LZ) b. Margherita Magistrali (EM) 5-0. La romana Bignami, che nel frattempo è passata alla “Torre Angela” dove insegna Alessandro El Moeti, si dimostra nettamente superiore alla volonterosa rivale, dominando i tre round, denotando personalità e maturità tecnica. Una vittoria che oltre al risultato, l’ha motiva per proseguire l’attività e puntare ancora più in alto. “Confesso che in partenza non pensavo di vincere il titolo, poi ho capito che potevo farcela e mi sono impegnata al meglio. Dopo due anni di stop, anche se mi allenavo sia pure blandamente, addirittura nel garage di casa, dove ho allestito una mini palestrina oppure frequentando qualche palestra, rientrare con pochi mesi di preparazione vera, posso definirlo un mezzo miracolo. La verità è che conta molto frequentare una palestra come quella di Torre Angela dove hai solo l’imbarazzo della scelta, dove si allenano una trentina di dilettanti e una dozzina di professionisti, dove posso fare i guanti con pari peso, compreso il figlio del maestro, il giovane Anthony, del 2008, argento europeo schoolboy in carica, un talento che mi è stato utilissimo per la grande abilità e velocità esecutiva. Nel frattempo dopo la laurea in scienze motorie e i master, insegno prepugilistica e mi specializzo nelle terapie sia per i disabili che per altre patologie sui soggetti più fragili”.                                                                                                                            A sua volta, Margherita Magistrali, nata a Pavia, 28 anni, trasferitasi giovanissima in Emilia, trovando la collocazione ideale sulle colline in Val Tidone, nel piacentino, è soddisfatta dell’argento: “Tornare a casa con un argento dagli assoluti è una grande soddisfazione, in particolare a chi mi chiede come una biondina, dall’apparenza fragile, abbia scelto il pugilato. Smentendo pure chi mi domanda come mai non mi abbiano ancora rotto il naso, visto che il mio si vede bene. La mia risposta è la medaglia che mostrerò a tutti e il naso intatto. Ma il vero miracolo nasce nel 2020, quando sognavo di migliorare il bronzo dell’anno prima a Roma. A scompaginare tutti i piani ci pensa un cane mi morsica, trappandomi una falange all’indice della mano sinistra. A quel punto pensai che con la boxe avrei chiuso, ma non volli darmi per vinta e tornai in palestra almeno per provare a tirare qualche pugno. Poco a poco mi abituai a superare l’handicap e prendere sempre più fiducia in me stessa per presentarmi in buona condizione quest’anno. Premetto che la nostra è un’azienda a conduzione famigliare, quindi ognuno ha i suoi compiti e debbo dire grazie a papà Fulvio, che mi ha sostituito molte volte”. Quando è perché hai iniziato il pugilato?  “Era la fine del 2017 e avevo appena concluso una lunga relazione. Passai casualmente davanti ad una palestra e per pura curiosità decisi di entrare. All’ingresso incrocio una ragazza pensando fosse la maestra, si trattava di Roberta Bonatti che mi indirizzò al vero tecnico Aberti che mi disse di presentarmi l’indomani con scarpe e calzoncini.  Da quel giorno la Salus e Virtus è la mia seconda casa”.   

Kg. 54 La categoria dove delle sette iscritte, quattro aspiravano al titolo. Sirine Charaabi debutta nel 2017 con la Tifata di S. Prisco dei Perugino, a 18 anni e coglie il bronzo nei 57. L’anno dopo è argento, battuta dalla Sorrentino, nel 2019 sale nei leggeri, fermata dalla Amato. Primo titolo ad Avellino nel 2020, da italiana nei 57, bis l’anno dopo, scesa nei 54, superando in finale la Lamagna, che a sua volta oltre ad aver preso parte agli europei di Madrid nel 2019, aveva conquistato l’oro nel 2018 a 20 anni e due anni dopo ad Avellino. Olena Savchuk, classe 94, ha iniziato a vincere il tricolore nel 2019 nei 50-51 kg. ripetendosi nei due anni successivi. A Gallipoli è salita nei 54 e ha centrato il poker. Sharon Prisco del 2001, napoletana di nascita, casertana adottiva, fa parte della sezione giovanile delle FFOO a Marcianise e insegue il titolo dal 2019 a18 anni, dopo averne vinti nelle giovanili, bronzo nel 2016 agli europei jr. Argento nel 2020 ad Avellino, bronzo lo scorso anno. A Gallipoli, ritrova per la quarta volta Giulia La Magna e rimedia l’ennesima sconfitta, pur lottando quasi alla pari.                                                                                                                                                                              

              SEMIFINALI. Charaabi (GS) b. Vescovini (EM) 5-0. Incontro di puro allenamento per la detentrice del titolo. La reggiana Vescovini, più bassa, oppone grande generosità, non certo sufficiente per controbattere ai colpi lunghi e veloci della Charaabi. Savchuk (AB) b. Lamagna (PM) 5-0. L’abruzzese Savchuk nata in Ucraina, ma italiana a tutti gli effetti, parte decisa e la piemontese sembra non trovare il bandolo della matassa tecnica. Così per due round, quando Lamagna si sveglia nei tre minuti finale è troppo tardi e il 5-0 dei giudici è quasi una beffa. Mentre la Savchuk guadagna la preziosa finale.                                                                                           FINALE OLENA SAVCHUK (AB) b. Sirine Charaabi (GS) 4-1. La mancina Charaabi sembra aver trovato la tattica giusta per vincere la difficile sfida, si muove bene ed evita l’attacco dell’abruzzese sempre lenta a carburare. Questo nel primo round. Cambia tutto nel secondo con la Savchuk che prende l’iniziativa e abile nel contempo ad evitare le repliche dell’avversaria. Il terzo tempo è intenso e la giuria premia Olena, con grande delusione della Charaabi. I suoi secondi fanno ricorso, ma la giuria d’appello conferma la decisione.

Kg. 57. SEMIFINALI. Tessari (FVG) b. Nocentini (LG) 5-0. Pur non essendo al top della condizione, compreso un fastidio alla mano destra, l’ex europea youth e già tricolore nel 2019 e 2021, la padovana non fatica troppo contro la ligure Nocentini, brevilinea di grande coraggio ma notevoli limiti tecnici, portando a casa una vittoria netta e l’accesso in finale. Voglino (LZ) b. Garganese (PL) 5-0. Le due si conoscono bene e il risultato a favore della Voglino, appare scontato fin dal primo round, grazie alla grande combattività, mentre la pugliese di Francavilla stenta a replicare, apparendo più macchinosa. Tre round in fotocopia e verdetto unanime per la romana. Che arriva in finale per la terza volta.                                                                                                  

    FINALE. BIANCAMARIA TESSARI (FVG) b. Bianca Voglino (LZ) 3-2. Le due si ritrovano in finale come la scorsa edizione. La romana capisce subito che potrebbe essere la grande occasione, considerando che la padovana appare meno precisa e più lenta. Si affrontano due stili in contrapposizione, gioca di fioretto la Tessari, attacca a tutto spiano la Voglino. Il primo round è di marca romana, grazie alle serie a corta distanza, la seconda tornata premia la Yessari che trova bersaglio ed evita le repliche. Si va al terzo in perfetta qualità. Terzo round violento ed equilibrato, che tre giudici assegnano alla Tessari e due alla romana. Verdetto impugnato dai romani, ma la giuria d’appello non cambia quella della giuria sia pure di stretta misura. Per la Tessari è il terzo alloro. 

Kg. 60. SEMIFINALI.  Golino (GS) b. Svarca (MC) rsc 2 t. Deniela Golino, casertana di Marcianise, classe 2002, dopo aver raggiunto la finale la scorsa edizione, superata da Alessia Mesiano, prova l’impresa a Gallipoli. Inizia bene contro la marchigiana Svarca, sulla soglia dei 30 anni, che non va oltre il secondo round, sotto le serie di una rivale troppo superiore e determinata a non concedere nulla. Demuru (EM) b. Bellusci (LB) 5-0. La lombarda Bellusci, bronzo nel 2020 nei 57 al debutto, non ha saputo più ripetersi, anche se nel 2021 avrebbe meritato la semifinale, se la giuria non avesse toppato assegnando la vittoria immeritata alla ligure Masini. A Gallipoli, nei leggeri non ha saputo replicare alla maggior precisione della più giovane e motivata De Muro, reggiana di genitori sardi, che approda giustamente in finale.                                               

  FINALE. DANIELA GOLINO (GS) b. Annalaura De Muro (EM) 5-0. Assente la Mesiano, impegnata e vincente in Portogallo, la campana Golino festeggia i vent’anni col primo titolo assoluto, dopo aver vinto sia nelle jr. che tra le youth. La De Muro cerca di contrapporre il cuore alla minore consistenza tecnica e tattica, ma la differenza è troppo netta per sperare nella cintura. Il 5-0 è tutto per la Golino, che al terzo tentativo torna nella sua Marcianise con la maglia tricolore.

Kg. 63. SEMIFINALI. Regione (CP) b. Monteverdi (LB) 4-1. Si pensava che la lombarda Monteverdi, potesse farcela. Argento 2020 ad Avellino, finita vicino all’emiliana di colore Noutcho, che a sua volta non seppe ripetersi l’anno dopo, battuta in finale dalla piemontese Cornio, allora nome nuovo della categoria ma ancora vincitrice nei quarti della lombarda. A bloccare i sogni della milanese ci ha pensato Francesca Regione, ventenne allieva del maestro Agostino Cardamone che insegna boxe e stile di vita a Montoro nell’Avellinese. Cardamone negli anni ’90 è stato uno dei più forti medi italiani, battendo tre volte Silvio Branco, campione italiano, europeo e del WBU, sfidante al mondiale del WBC, mancino dal gancio sinistro micidiale. Da anni insegna boxe e la Regione è l’ultima scoperta. Avrebbe potuto esplodere prima, ma il gym dove si allenava, per tre anni non ha concesso il trasferimento. All’esordio ha battuto due lombarde, prima Greggio e poi la Monteverdi, apparsa decisamente sottotono. Zappoli (GS) b. Montalbini (EM) 4-1. Nel 2018, la Montalbini, marchigiana di Fabriano, emiliana di residenza, oltre mamma, fece sensazione arrivando in finale contro l’invincibile Carini nei 69 kg a 34 anni compiuti. Seppe ripersi anche l’anno dopo e terzo argento nel 2020. L’anno dopo subito fuori, stesso destino a Gallipoli contro la Zappoli, che si anni ne ha 15 meno. La Montalbini non ha piani di ricambio al suo modo di combattere: avanza e spara colpi, spesso fuori bersaglio ma per questo non demorde. La Zappoli, napoletana di S.Maria Capua  Vetere, 22 anni compiuti, cresciuta presso la Tifata della famiglia Prisco, dove si mangia pane e pugni, poi alle FFOO, ha scaldato i ferri evitando le bordate della Montalbini, replicando con gli interessi.                                                                         FINALE. ANGELA ZAPPOLI (GS) b. Francesca Regione (CP) 4-1. Match più sulle intenzioni almeno in avvio, con le due atlete prudenti a non scoprirsi, poi la più alta Zappoli trova il tempo giusto per anticipare la Regione, calata nella parte finale. A sorpresa i giudici a maggioranza assegnano verdetto e titolo a Francesca. La Zappoli alza le braccia al cielo in segno di disperazione e i suoi mentori non perdono un secondo a fare ricorso. Attesa spasmodica e dopo mezz’ora, arriva l’accoglimento: vince la Zappoli 3-2. L’allieva di Cardamone, accetta il verdetto senza commentare, la Zappoli risorge dalla tristezza ed esulta, abbracciando i suoi tecnici. “Quando hanno alzato il braccio alla mia rivale, mi sono guardata i calzoncini pensando di aver sbagliato colore. Poi ho realizzato che quello era il verdetto e ho guardato di brutto l’arbitro che non aveva alcuna colpa. Non ho mai sofferto come l’attesa per questo verdetto. Mi sembrava di essere finita in una bolla senza respiro. Sapevo di aver vinto e mi sembrava impossibile il contrario. Sono arrivata alla boxe dopo anni di karate, nel frattempo mi sono laureata in Scienze motorie, voglio partecipare ai concorsi per entrare nell’arma e specializzarmi su tematiche di preparazione sportiva. Il titolo è stato il regalo di Natale anticipato che mi stimola a insistere e mi dà la forza di percorrere ogni giorno 100 km. in auto per andare, alla sezione giovanile delle FFOO a Caserta dove mi allenano i Perugino”.

Kg. 66 SEMIFINALI. Carini (GS) b. Vecchiato (PM) 5-0. Per la plurititolata Carini, nata a Napoli e residente a Piedimonte Matese, tornare sul ring è stato importante dopo mesi di silenzio. L’avversaria Vecchiatto, allieva della Boxe Grugliasco, nel torinese, era salita di categoria, sperando di avere più fortuna. Infatti, battendo la laziale Mart D’Costa (31 anni), si assicura il podio, sia pure quello più basso. Per la finale deve lasciare il passo alla Carini, accolta dal pubblico con applausi convinti. Marcone (EM) b. Sala (PM) 5-0. Anche per la reggiana Marcone, classe 1988, un passo in avanti rispetto alla edizione scorsa, dove a fermarla in semifinale non fu la Noutcho, ma un problema alla mano, che gli vietò di tentare l’accesso per il successo finale. La Sala, classe 2001, ha fatto utile esperienza, pagando la minore consistenza dei colpi.                    

     FINALE. ANGELA CARINI (GS) b. Rosalba Marcone (EM) 5-0. Scendendo dal ring, sorridente e vincente, Angela Carini, giunta alla splendida dozzina, serie iniziata nel 2016 a Bergamo con un salto nei 75 kg. nel 2017, con una sola assenza nel 2020, poi sempre presente. A Gallipoli ha onorato la manifestazione, divertendosi anche in finale, scambiando senza forzare con la robusta Marcone, che sicuramente avrà tratto utile esperienza affrontando una campionessa che nel suo palmares, oltre ai trofei giovanili, vanta un argento mondiale ed uno europeo e l’età (24 anni) per incrementare il bottino. “Mi serviva una pausa di riflessione, per riprendere ad avere il desiderio di tornare sul ring. Così è stato e gli assoluti sono arrivati nel momento giusto, con le giuste sensazioni”.

Kg. 70 SEMIFINALI.  Gemini (LZ) b. Stirpe (LG) 5-0. Dopo l’exploit del 2020 ad Avellino negli 81 kg. la genovese Stirpe scende di categoria e si presenta nel 2021addirittura nei 69 kg. vincendo a spese della lombarda Ripamonti ai punti, mentre contro la piemontese Passato, fermata dal Covid, non deve neppure mettere i guantoni.  Purtroppo subisce lo stesso destino, avendo condiviso la camera con una collega risultata positiva. Un argento molto amaro, addolcito dalla chiamata in nazionale. A Gallipoli il sorteggio le riserva la viterbese Melissa Gemini, spauracchio nelle youth a livello europeo, in conflitto con la bilancia nelle ultime due stagioni. I 70 kg. non sono la sua categoria, regalando chili e altezza, ma a livello italiano non ha rivali. Infatti anche la Stirpe pur provando a replicare, a gioco lungo si è dovuta rendere conto della maggiore consistenza sia dei colpi che della continuità della Gemini che arriva in finale al debutto nella rassegna maggiore. Arianna Cornio (PM) b. Trischitta (SC) 5-0. L’esordio agli assoluti della siciliana Trischitta, 19 anni, titolare agli europei youth 2021 a Budva, nonostante la sconfitta va considerato positivo di fronte alla torinese Cornio, tricolore 2021 nei 64, salita di categoria, apparendo più lenta e non più forte. Vittoria netta, ma la finale sarà un’altra storia.                                                                                                       

       FINALE. MELISSA GEMINI (LZ) b. Arianna Cornio (PM) 5-0. Pronostico rispettato che indicava la Gemini favorita, anche se la Cornio per orgoglio ha tentato in tutti i modi di capovolgerlo, gettando sul ring ogni energia e quel pizzico di talento, che l’aveva premiata lo scorso anno. Per la Gemini non è stata una passeggiata, ma alla fine il tricolore l’ha premiata. A fine match ho chiesto ad Arianna che tipo di rafforzamento muscolare abbia svolto. “Ho magnato il doppio del solito”. Non occorrono commenti.

Kg. 75 SEMIFINALI. Scala (FVG) b. Chiodo (EM). L’udinese comanda lo scambio per tutto il match contro l’emiliana Chiodo, 34 anni, che si allena all’Accademia dell’Esercito, ma evidentemente non lo frequenta troppo, vista la condizione poco atletica- Per la Scala è stato un allenamento utile in proiezione della finale contro la Gomiero.                                                                                                                                                             

FINALE. ANDREA GOMIERO (VE) b. Lucia Scala (FVG) 5-0. Non è mai troppo tardi anche nella boxe. Andrea Gomiero, veneziana di Dolo, dove è nata il 14 ottobre 1986, inseguiva il titolo dal 2017 a Gorizia, al debutto nei medi, fermata in semifinale dalla Carini. Nel 2018 e 2019 è Assunta Canfora a stopparla, mentre nel 2020 ad Avellino, la parmense Jessica Altadonna, che tra la laurea in psicologia e il dottorato, trova il tempo per vincere il titolo assoluto nei 69 kg. a spese della Gomiero, che dopo aver ottenuto il diploma da ragioniera, sceglie di fare l’ambulante vendendo frutta e verdura. L’anno scorso Andrea si toglie la soddisfazione di battere la Altadonna e ripete il bronzo del 2017. A Gallipoli, dopo cinque tentativi fa bingo e torna nella sua Dolo, con titolo tricolore. In finale affronta Lucia Scala, 16 anni più giovane, che deve incassare la terza sconfitta contro l’indomabile veneziana che ha cancellato la data di nascita. “Voglio ringraziare il mio maestro Leonardo Bizzo della New Boxe 2010, che mi stimolato fino a darmi gli stimoli per tagliare un traguardo che sembrava impossibile da raggiungere. Sono arrivata al pugilato casualmente, dopo aver giocato a volley ad alto livello per dieci anni. Avevo già 29 anni, quando varcai per la prima volta una palestra. Non volevo ingrassare e mi sono innamorata di questo meraviglioso sport, al punto che dopo essermi alzata alle 3 del mattino, aver girato i vari mercati veneziani, rientrando verso le 16, appena il tempo di scaricare la merce e alle 17 sono in palestra ad allenarmi”. In casa cosa ne dicono di questa passione?                    “I miei genitori sono orgogliosi e felici, per aver scelto lo sport e non pericolose compagnie. Capita che mi addormento sul tavolo dopo la cena, ma anche così non mi lamento. Intanto nella mia camera adesso c’è la canottiera tricolore, una conquista senza prezzo”. 

Giuliano Orlando