ASSOLUTI DEL CENTENARIO A GALLIPOLI CON TROPPE ASSENZE E TANTI CAMPIONI INEDITI - PRIMA PARTE
Assoluti di boxe - Semifinali e finali femminili
Di Giuliano Orlando
GALLIPOLI. Storicamente, Gallipoli e Ugento, perle del Salento, due centri di grande richiamo turistico in provincia di Lecce hanno avuto l’onore di ospitare la centesima edizione degli assoluti maschili, la 21° del femminile, indetta dalla FPI. Molto del merito lo si deve alla passione del maestro Francesco Stifani, che rappresenta la Beboxe Pugilistica Copertinese, in collaborazione col Comitato Regionale Puglia-Basilicata e la Boxe Terra d’Otranto, oltre alla Media Advisor Artmediasport e il fattivo contributo del Dipartimento per lo Sport - Presidenza del Consiglio dei Ministri, voluto dal Ministro Andrea Abodi, patrocinata dal Comune di Ugento, dove nel PalaOzan si sono svolti i campionati. Iscritti alla rassegna 249 atleti, 197 uomini e 63 donne, provenienti dalle varie regioni. Per la prima volta in assoluto, sono state ufficializzate tredici categorie maschili (48, 51, 54, 57, 60, 63,5, 67, 71, 75, 80, 86, 92, +92), giunte a 12 nei primi anni ’80 fino al 2002, scese a 11 fino al 2017. Dal 2018 le categorie erano 10. Adesso, stando alle norme IBA, il tetto è giunto a 13. Il torneo femminile, inaugurato a Spoleto nel 2002, con sette categorie, scese a sei l’anno dopo a Ostia col debutto di Simona Galassi che vincerà quattro edizioni. Dal 2014 sono stati assegnati titoli in nove delle dieci categorie riconosciute, che solo nel 2018 a Pescara vennero raggiunte. A Gallipoli, con la nuove norme, si sono iscritte in dieci, (48, 50, 52, 54, 57, 60, 63, 66, 70, 75) mancando atlete negli 81 e + 81kg.
Vista l’importanza dell’evento, scrivere di successo globale, sarebbe farmi venire il naso più lungo dell’indimenticabile protagonista del libro di Collodi, ovvero Pinocchio, il più famoso burattino internazionale. Senza togliere nulla agli iscritti, hai quali faccio i miei sinceri complimenti, ci sono alcune cose che proprio non ho capito. La prima riguarda la partecipazione di alcuni azzurri e azzurre al torneo di Algarve in Portogallo in concomitanza con gli assoluti. A detto evento hanno preso parte Giordana Sorrentino, Alessia Mesiano, Assunta Canfora e Roberta Bonatti, che non ha combattuto, quindi Federico Serra, Alfred Commey e Mouhidiine Abbes con quattro tecnici. Sette nomi tra i più importanti della nazionale, tutti già vincitori dei tricolori. Perché non sono stati designati per gli assoluti? Chiaro che gli atleti non sono i responsabili della presenza o assenza. Per questo mi chiedo se i sette avessero avuto piacere di essere ricordati campioni italiani 2022 e in particolare i tre azzurri e perché hanno dovuto rinunciare? Ricordo che qualche anno addietro, nel 2018, venne inviata la nazionale all’estero (in America) nello stesso periodo degli assoluti e l’idea sorprese in negativo. Che l’assenza di alcuni dei migliori possa aprire le porte a nomi nuovi, può essere anche una terapia per far crescere i giovani, ma faccio presente che il centenario capita una volta ogni secolo! Inoltre, il ragionamento va fatto per tutti. Lo stesso discorso si poteva realizzare con altri vincitori delle precedenti edizioni, con i titolari della nazionale. Per fare un esempio, nei 54 kg. femminili, erano iscritte Savchuk, Charaabi, Lamagna e Prisco tutte con l’ambizione di vincere e quindi sapendo di rischiare. Il vero risultato è che la categoria ha offerto match di alto livello. Al contrario di altre, desolatamente prive di protagoniste valide. Faccio i miei complimenti a Biancamaria Tessari che pur non al meglio della condizione ha combattuto e vinto, pur soffrendo niente male in finale con la romana Voglino, confermatasi una grande guerriera, che al contrario della scorsa edizione è arrivata vicinissimo alla vittoria. Da applaudire il ritorno di Angela Carini, questa splendida campionessa, che a 24 anni ha ancora moltissimo da dire. Con l’augurio di rivederla al più presto ai vertici assoluti. Emanuele Renzini, responsabile di tutte le nazionali non si è visto in tutta la durata della rassegna. In rappresentanza della federazione, il vice presidente vicario Fabrizio Baldantoni. Col fattivo interessamento di Francesco Stifani, hanno presenziato Patrizio Oliva, Francesco Damiani e Roberto Cammarelle, tre campioni con la C maiuscola. Peccato sia stato impossibile far venire Irma Testa, impegnata ad Abu Dabi negli Emirati Arabi, nel torneo Global Boxing Forum, dove la nostra campionessa ha battuto la quotata kazaka Karina Ibragimova.
Apro una parentesi personale emblematica. Da Milano, in meno di due ore, esattamente in 1h40’, sono arrivato a Brindisi, di primo mattino, partendo dall’aeroporto di Malpensa. Mi restavano da percorrere 88 km. per raggiungere Gallipoli. Orari alla mano, in treno con cambio a Lecce, sarei arrivato a destinazione dopo poco meno di 4 ore! Per fortuna l’organizzatore ha mandato una macchina che in meno di un’ora mi ha depositato in albergo. Per quanto riguardava il ritorno, fattomi edotto della lentezza incredibile delle nostre ferrovie, ho chiesto all’addetta della logistica, se fosse possibile evitare il tratto fino a Brindisi, su rotaia, visti i tempi biblici. La riposta è stata illuminante: “L’unico pullman a disposizione per Brindisi parte alle 7.30”. Stop, finito il colloquio, considerato che il mio volo in partenza era previsto alle 15,40. Con alcuni dei partenti, della compagine lombarda allo stesso orario, abbiamo preso a nolo un pullmino e in meno di un’ora siamo arrivati all’aeroporto di Brindisi, partendo alle 13, per la modica spesa di 15 euro a testa. Nessuna polemica, solo una storiella per mettere in risalto la lentezza del trasporto ferroviario con una delle località di maggiore presenza turistica internazionale del Salento.
Al torneo tricolore, tra gli uomini si sono confermati solo in due. Nei 48 kg., il toscano Leo Esposito contro l’udinese Marco Sollero, ovvero la stessa finale dello scorso anno e lo stesso risultato sul ring. L’altro bis ha riguardato il palermitano Tommaso Sciacca, salito dai 52 ai 54 kg. impostosi sul torinese Simone Cuomo, veterano agli assoluti- arrivando a quota sette, che colleziona l’ennesimo podio, giunto a due bronzi e altrettanti argenti. Tra i due, dieci anni di differenza, 21 per Sciacca, 31 per lo sconfitto, molto più bravo nello studio, prossimo al dottorato, dopo la laurea all’Università di Torino. Sfortunato il giovane romano Valerio Colantonio, classe 2002, campione uscente nei 57 kg, fermato per ferita nei quarti contro il piemontese Michele Cravotta, al termine della prima ripresa. Dei campioni in carica, sei sono di fresco conio. Si tratta del siciliano Nicolino Platania, 21 anni, alla prima esperienza agli assoluti, del leggero Daniele Salerno, 20 anni del gym Dresda, bronzo lo scorso anno, oro nella riprova. Inediti anche l’emiliano Giacomo Giannotti (63.5), il medio Remo Salvati argento a Massa, il campano Gerlando Tuminello negli 80 kg., il calabrese Vincenzo Lizzi (86), il toscano Vincenzo Bortone (92) e l’emiliano Diego Lenzi nei +92, che ha fatto fuori Mirko Carbotti e Dmitro Tonyshev, il primo già campione in quattro occasioni, il secondo giunto al titolo lo scorso anno. Non sono riusciti a riconfermarsi, oltre a Colantoni, neppure Gianluca Russo nei 57 e Manuel Lombardi nei 71.
Il torneo femminile ha premiato per la prima volta ben sette atlete su dieci categorie, alcune molto giovani come Erika Prisciandaro (48), Lucia Ayari (50), Daniela Golino (60) e Melissa Gemini (70), già titolate nelle nazionali giovanili e la campana Angela Zappoli (63) tricolore, dopo il ricorso al primo verdetto sfavorevole, contro l’avellinese Francesca Regione. Più stagionate Slivia Bignami (52), 28 anni e la veneta Andrea Gomiero, che raggiunge il traguardo tricolore dopo sette tentativi a 36 anni.
Simpatica iniziativa del Gruppo Cairoli Hotels che ha omaggiato per sorteggio Olena Savchuk, il maestro Sauli, Vincenzo Lizzi, il maestro Ercole Morello e l’arbitro Pierpaolo Avolio, con un voucher di tre giorni a Gallipoli. Per i campioni e i loro vice i prodotti della FG Calm, con integratori e gel utili per proteggere le cartilagini e il ripristino della flessibilità delle articolazioni.
Nel corso degli assoluti si sono disputati, oltre duecento incontri, per la stragrande maggioranza con verdetti corretti. Detto questo, è saltato all’occhio una costante negativa: quasi tutti gli arbitri hanno lasciato che gli atleti colpissero dietro la nuca e in particolare mettessero a segno pugni esterni senza che venissero girati. Rarissimi gli interventi come i richiami ufficiali. Spesso solo avvertimenti ufficiosi. Emblematico che in ben quattro finali, ci siano stati ricorsi al verdetto. Il ricorso è una importante opportunità, ma anche il segno di incertezza dei giudici. Altro segnale negativo, se l’arbitro non richiama l’atleta scorretto, i giudici si adeguano e seguono il pessimo esempio.
Giuliano Orlando