Atalanta: Stendardo, un'occasione sprecata

Pubblicato il 12 dicembre 2012 alle 12:37:59
Categoria: Notizie di attualità
Autore: Redazione Datasport.it

Il caso fa discutere e fa tristezza al tempo stesso. Il caso è quello di Guglielmo Stendardo, 31enne difensore napoletano dell'Atalanta, un calciatore più unico che raro. Quando non gioca a pallone (e lo fa girovagando per l'Italia dal 1997) sta chino sui libri e studia. Per lui non esiste solo il calcio: ha il sogno e l'ambizione di diventare un avvocato.

E quando l'altro giorno il suo allenatore Stefano Colantuono l'ha inserito nell'elenco dei convocati per la sfida di Tim Cup contro la Roma, Stendardo ha detto no. Aveva un impegno altrettanto serio e forse più decisivo per il suo futuro: l'esame di Stato. La reazione dell'allenatore è stata piccata, per usare un eufemismo: "Se ne assumerà la responsabilità - ha detto a Sky Tg24 -. Non si possono creare precedenti: è vero che questo esame non c'è ogni giorno, ma ogni anno sì. Spero voglia continuare a giocare a calcio fin quando vorrà, non ha l'impellenza di svolgere la professione di avvocato".

Di fronte a queste dichiarazioni, che lasciano presagire una multa della società nei confronti del giocatore "disertore", si resta sinceramente sbigottiti. In un mondo del calcio in cui i giocatori vengono spesso visti come strapagati-viziati-capricciosi, che pensano solo alle macchine costose, alla bella vita e alle belle donne, il caso Stendardo dovrebbe rappresentare una splendida eccezione. Era lecito sì attendersi una reazione dell'Atalanta, ma di segno opposto: altro che musi lunghi e "velate minacce" di sanzioni pecuniarie: la scelta del difensore avrebbe dovuto essere sottolineata con orgoglio, come esempio positivo.
 
Che poi Stendardo sia appassionato ed esperto di legalità è un paradosso del mondo del calcio: un mondo che spesso chiude un occhio di fronte a presidenti, allenatori e dirigenti condannati, ma è intransigente con chi chiede un permesso per motivi di studio. Peccato, un'altra occasione sprecata.