Al Gewiss Stadium di Bergamo è sfida vera, sfida da Champions League perché Atalanta e Juventus, allo stato attuale e ad otto giornate dalla fine, sembrano destinate a contendersi due dei quattro pass per la prossima edizione della Coppa dalle grandi orecchie. Dopo la sconfitta dell'8 marzo contro l'Inter, l'Atalanta ha ripreso a correre e le quattro vittorie di fila in campionato hanno permesso agli orobici di agguantare per ora la quarta posizione con 61 punti, a +2 sul Napoli quinto ma a -2 dal Milan secondo, a conferma dell'ottimo lavoro e dei grandi progressi della Dea sotto la gestione Gasperini. Un'Atalanta sempre più consolidata tra le prime della classe in Serie A con un gioco riconoscibile ed efficace anche in campo europeo, come dimostrano la semifinale sfiorata un anno fa e l'eliminazione agli ottavi in questa stagione ma contro il Real Madrid.
Tra i giocatori più in vetrina in stagione c'è Luis Muriel: l'ex Siviglia, Udinese e Fiorentina ha già pareggiato il rendimento in Serie A della prima annata a Bergamo con 18 gol ma ha ancora a disposizione 8 partite per migliorare. I numeri sono impressionanti perché il colombiano segna una rete ogni 78' tra tutte le competizioni e ha un contributo eccellente, tenuto conto dei 9 assist e del fatto che Gasperini, il più delle volte, lo considera la prima arma dalla panchina per scardinare le difese avversarie, un titolare aggiunto proprio ad aiutare la squadra nei secondi tempi. La Juventus, invece, arriva a Bergamo con l'obiettivo di consolidare il proprio piazzamento in zona Champions e di dare continuità alle vittorie contro Napoli e Genoa, che tuttavia hanno mostrato pregi e difetti della Vecchia Signora. E l'immagine della stagione bianconera può essere Cristiano Ronaldo: il portoghese è capocannoniere della Serie A con 25 gol e il miglior realizzatore della squadra con 32 centri in stagione ma nell'ultimo mese ha fatto parlare di sé non per gol o prestazioni. Il lancio della maglia post Juve-Genoa ha acceso un dibattito mentre la prova insufficiente, sia andata che ritorno, contro il Porto ha innescato una serie di discussioni sul futuro di CR7 alla Juve, discussioni alimentate anche dal recupero di Dybala, andato a segno contro il Napoli dopo 4' dal suo ingresso in campo e pronto a riprendersi il giusto ruolo alla Juventus.
Sarà sfida vera anche allo Stadio Diego Armando Maradona perché il Napoli di Gattuso, attualmente quinto ma in fiducia con quattro vittorie nelle ultime cinque, ospita l'Inter di Conte che naviga a vele spiegate verso uno Scudetto che la piazza nerazzurra attende dai tempi del Triplete: con quella contro il Cagliari sono 11 le vittorie di fila per Lukaku e compagni che stanno vivendo un momento di forma eccezionale, dato che non hanno lasciato un punto per strada nel girone di ritorno e, di fatto, creato al contempo il gap decisivo sulle altre. Sarà un match delicato e interessante perchè l'Inter proverà a collezionare tre punti che renderebbero lo Scudetto sempre più realtà oltre che totalizzare la 12° vittoria in fila mentre il Napoli non vuole smettere di sognare un posto al sole tra le prime quattro.
In casa Roma, invece, c'è grande euforia perché il pareggio contro l'Ajax nel match di ritorno disputato all'Olimpico ha permesso alla truppa di Fonseca di festeggiare una semifinale di Europa League che, analizzando il percorso dell'ex Shakhtar, tra polemiche ed infortuni, rappresenta già di per sé una grande vittoria. I giallorossi, in attesa di affrontare il Manchester United da sfavoriti per un posto in finale, puntano a conquistarsi il pass per la Champions indipendentemente da ciò che accadrà in Europa League e, per non perdere il treno giusto, sarà fondamentale collezionare i tre punti anche contro il Torino domenica. I granata, quartultimi, hanno cinque punti in più e una partita in meno rispetto ad un Cagliari - quattro sconfitte di fila per i sardi - che sembra già spacciato. Ma la Roma, rispetto agli ultimi anni, può contare su due attaccanti di valore: se Dzeko, a 35 anni compiuti, non può garantire un rendimento costante e di altissimo livello, la scommessa Mayoral è stata vinta. Il talento scuola Real Madrid ha collezionato 37 presenze, segnato 14 reti (7 in Europa League, dove è il capocannoniere assieme al portoghese Pizzi) con 7 assist a corredo di una stagione molto positiva e che evidenzia come il suo ruolo alla Roma sia complementare a quello del bosniaco, che ha segnato 11 reti nonostante un mese di gennaio trascorso in panchina tra mille voci di una partenza che poi non si è concretizzata. La staffetta Dzeko-Mayoral funziona e lo ha dimostrato proprio nel match di ritorno dei quarti di Europa League contro l'Ajax: Dzeko ha realizzato il gol del pareggio che ha ridato entusiasmo e morale al gruppo, Mayoral è entrato nel finale al posto dell'ex City e ha contribuito a tenere alta la squadra, conquistando falli preziosi e spegnendo sul nascere le ambizioni di rimonta dei lancieri. Per una Roma che vola, Dzeko e Mayoral sono imprescindibili. Uno o l'altro? Fonseca, in attesa di capire se sarà l'allenatore della Roma anche l'anno prossimo, se li gode entrambi.