Tutta la verità. Alex Schwazer confessa le sue colpe in un memoriale presentato dietro consiglio del nuovo allenatore Sandro Donati e smaschera l'omertà dei vertici Fidal, inguaiando il sistema italiano dell'atletica. Dalla memoria di cinque pagine emerge che il marciatore, oro nella 50 km a Pechino 2008, iniziò a fare uso di doping nell'autunno del 2011 per poi proseguire fino alla positività a pochi giorni dalle Olimpiadi di Londra.
Schwazer accusa il medico federale Pierluigi Fiorella e l'ex direttore sanitario Giuseppe Fischietto, entrambi rinviati a giudizio dalla Procura di Bolzano. "Fiorella sapeva tutto - le parole del marciatore -. Io gli confermai che mi ero dopato con epo nelle vicinanze delle gare di Lugano e Dudince (le due gare in cui con crono spaventosi ottenne la certezza di gareggiare a Londra, ndr). Avrebbe dovuto impedirmi di stare da solo a Oberstdorf prima dell’Olimpiade. Cosa pensava che facessi lì?".
E poi Schwazer torna sul famigerato viaggio in Turchia per acquistare eritropoietina, ripetendo di averla nascosta nel frigorifero di Carolina Kostner mentendo sulla reale funzione della sostanza. Ma al tempo stesso conferma la versione secondo cui avrebbe chiesto all'ex fidanzata di mentire agli ispettori antidoping, perché era certo di essere trovato positivo ai controlli. Insomma, un memoriale che smaschera le responsabilità dei vertici della Fidal, ovviamente ancora da accertare in sede processuale. Con l'obiettivo di ottenere lo sconto di pena utile a coltivare il sogno di correre a Rio 2016.