E' un fallimento la spedizione dell'Italia ai Mondiali di atletica 2015 di Pechino. Gli azzurri chiudono a bocca asciutta, senza medaglie, dopo che Gianmarco Tamberi ha chiuso con un anonimo ottavo posto la finale del salto in alto, una gara su cui erano poste le maggiori speranze di successo. Il marchigiano, in pedana col suo look con la barba a metà (tagliata solo da un lato), si è fermato a 2,29 metri. L'oro del salto in alto è andato al canadese Derek Drouin che ha vinto allo spareggio a 2,34; argento ex aequo per l'ucraino Bondarenko e per il cinese Zhang.
Il presidente della Federazione Italiana Atletica, Alfio Giomi, ha commentato con grande frustrazione: "Un'analisi più approfondita sarà da fare a freddo, ma, lo dicono i numeri: è il peggior Mondiale della nostra storia. Un Mondiale profondamente deludente non solo per i risultati che sono emersi, ma per l'atteggiamento mentale che in troppi hanno avuto. La responsabilità è solo mia, del presidente. Me l'assumo fino in fondo. La frustrazione di questi giorni è stata grande. Non voglio finire il quadriennio con rimpianti. I conti li faremo all'Olimpiade e nonostante il momento voglio cercare di essere ottimista. Non dobbiamo arrenderci".
Chi può gioire è il Kenya che domina il medagliere con 16 medaglie, 7 delle quali d'oro: l'ultima è di Asbel Kiprop che ha vinto i 1500 davanti al connazionale Manangoi e al marocchino Iguider. 16 podi anche per la Giamaica che non è soltanto Usain Bolt: le ragazze della staffetta 4x400 hanno vinto l'oro bruciando in volata gli Stati Uniti, costretti all'argento davanti alla Gran Bretagna, bronzo. Gli Usa sono comunque la nazione con il maggior numero di medaglie, 18: gli americani chiudono con l'oro nell'ultima gara, la 4x400, vinta grazie alla frazione finale di LaShawn Merritt che ha concluso davanti a Trinindad e Tobago, argento, e Gran Bretagna, bronzo. L'ultima giornata sorride anche all'Etiopia: dopo il successo di Mare Dibaba nella maratona, arriva la tripletta nei 5000 con Ayana che stravince davanti alle connazionali Teferi e Genzebe Dibaba.