Pietro Mennea, scomparso quest'oggi, giovedì 21 marzo, all'età di 61 anni, è stato il simbolo dell'atletica italiana e più in generale del nostro sport. Soprannominato la "Freccia del Sud" per l'origine meridionale - nativo di Barletta, in Puglia - e per la velocità in pista, detiene ancora oggi diversi record. A Città del Messico nel 1979 fece registrare un 10"01 sui 100 (record italiano) e soprattutto in 19"72 sui 200, ancora oggi primato italiano ed europeo, e per 17 anni primato mondiale, prima che ai Giochi di Atlanta '96 venne sbriciolato dall'americano Michael Johnson. Mennea, con Stefano Tilli, Carlo Simionato e Giovanni Bongiorni, ha fatto inoltre segnare il primato italiano ed europeo nella staffetta 4x200 con il tempo di 1'21"10 a Cagliari nel settembre 1983.
In bacheca, oltre allo straordinario oro di Mosca nel 1980 davanti a Wells e Quarrie, ha altre due medaglie olimpiche, due bronzi: sempre nei 200 metri a Monaco di Baviera nel 1972 appena ventenne, e con la staffetta 4x400 ancora a Mosca nel 1980. Poi due sigilli mondiali: il bronzo nei 200 metri e l'argento nella staffetta 4x400 a Helsinki nel 1983. A questi si aggiungono 6 medaglie agli Europei: bronzo nella 4x100 a Helsinki nel '71, un oro nei 200 e due argenti nei 100 e nella 4x100 a Roma nel 1974, due ori nei 100 e nei 200 a Praga nel 1978. Il palmarès si completa con un oro europeo indoor, 5 ori e 2 bronzi alle Universiadi e 5 ori ai Giochi del Mediterraneo.
Mennea si è ritirato definitivamente dall'attività sportiva dopo le Olimpiadi di Seul nel 1988 dove fu portabandiera azzurro. Ma non è stato solo un grande sportivo: ha quattro lauree, in scienze politiche, giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere. Inoltre esercita la professione di avvocato e dottore commercialista ed è autore di 20 libri. E svolge anche un ruolo politico: dal 1999 al 2004 è eurodeputato a Bruxelles.