Alex Schwazer annuncia ufficialmente il suo ritorno all'attività agonistica. Squalificato fino all'aprile 2016, il marciatore altoatesino è pronto a giocarsi in pochi mesi le sue possibilità per accedere alle Olimpiadi di Rio sempre nello stesso anno. "Temo di fallire? Non ho questa paura. Troverei molto più triste finire così, perché so che ho vinto le mie gare importanti senza doping. Già alla prima gara sarò più motivato di quando dovevo andare a Londra".
In una conferenza stampa indetta a Roma, Schwazer annuncia la collaborazione con Sandro Donati, tecnico simbolo dell'antidoping e consulente della Wada: "Senza il progetto che abbiamo costruito con Donati forse non sarei tornato. Direi una bugia se non ammettessi che è stato determinante. Fare 260-270 chilometri a settimana e poi, se vai forte, sentirsi dire 'forse è dopato', sarebbe stato insopportabile. Per questo ho pensato a Donati, alla sua storia antidoping, nella speranza che ci sia meno gente a dubitare di me'.
E' lo stesso Donati a prendere poi la parola e a spiegare la scelta di seguire Schwazer: "Un episodio coerente con la mia storia. È' una rottura di continuità ma il tempo lo richiede. È troppo facile e ipocrita buttare tutte le colpe sull’atleta. Io avevo chiesto a Schwazer alcune cose, e in particolare la sua collaborazione con l'autorità giudiziaria. Cosa che è accaduta. Antidoping? Non ci sarà finestra oraria, l’ora quotidiana in cui un atleta si rende disponibile per il controllo - conclude Donati -. Alex sarà disponibile in ogni momento per sua stessa volontà".