In ogni caso, l'Italia è tornata al centro del villaggio nel tennis e merito va dato anche al presidente della FIT, Angelo Binaghi, capace di alimentare un movimento che, al giorno d'oggi, è uno dei migliori a livello europeo e i numeri lo confermano: Sinner, prima riserva a Torino, lunedì uscirà dalla top 10 ma l'Italia presenta quattro giocatori nei primi 40, ben 9 nei primi 100 e 15 in totale nei primi 200, con un'età media tutto sommato giovane. "Per noi che l'abbiamo inseguito, ottenuto e organizzato, rappresenta il coronamento di un sogno iniziato tre anni fa" ha detto proprio Binaghi a margine del sorteggio. "Voglio ringraziare Giancarlo Giorgetti, oggi ministro dello Sviluppo economico. Questa storia è iniziata tre anni fa quando lui ha deciso di credere in noi" ha proseguito celebrando la prima edizione italiana nella storia del torneo di fine anno che presenta un fascino ed un parterre unici.
La testimonianza più concreta del percorso di crescita del tennis italiano arriva proprio dalle Next Gen ATP Finals, il torneo di scena al vecchio Palalido di Milano che avrebbe potuto presentare due italiani: Sinner, che ha vinto la manifestazione nel 2019 battendo De Minaur in finale, nonostante fosse accreditato come prima testa di serie, ha dato forfait, preferendo la rincorsa, poi sfumata per via di un appannamento fisiologico nelle ultime settimane dell'anno, alle Finals 'dei grandi', mentre Lorenzo Musetti, complice un esordio negativo con sconfitta imprevista contro Baez, è stato eliminato al girone. La sensazione è che i due giovani italiani, considerati unanimemente due dei potenziali campioni del futuro, siano arrivati all'appuntamento finale con la spia della benzina accesa, situazione fisiologica e di fatto normale dopo un 2021 molto dispendioso da un punto di vista fisico e mentale.
Per l'Italia, però, c'è ancora la possibilità di chiudere il 2021 con un altro grande risultato: Matteo Berrettini si è qualificato per la seconda volta in carriera alle Finals e, nonostante un sorteggio infelice, proverà ad insidiare Medvedev e Zverev, considerati i due favoriti del girone, puntando alla semifinale. La spinta del pubblico italiano potrebbe anche fare la differenza ma in ogni caso l'Ital-tennis viaggia a ritmi spediti, indipendentemente da ciò che farà Matteo a Torino. Torino che ospiterà l'evento di chiusura dell'anno - ci sarà poi la Coppa Davis a livello di Nazionali - fino al 2025: un attestato di fiducia incredibile che l'ATP - il presidente è Andrea Gaudenzi - ha riconosciuto al Belpaese che sicuramente non deluderà le attese. L'unico neo, se così si può dire, è rappresentato dal movimento tennistico femminile che, dopo gli anni d'oro con Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani, sta vivendo stagioni con poche e sporadiche gioie (Paolini a Portorose e Giorgi a Montreal) ma, si sa, nello sport, come nella vita, tutto è ciclico e la varianza va ammessa come possibilità anche se una cosa è certa: il momento più buio è ormai alle spalle e i segnali sono incoraggianti, anche alla voce giovani leve che decidono di prendere in mano la racchetta in tenera età, cercando di emulare i campioni di oggi e di domani.