La crisi economica continua a mietere vittime anche nello sport italiano, soprattutto in una disciplina come la pallacanestro che, come tante altre, non ha la visibilità e gli introiti del calcio. La Pallacanestro Cantù, gloriosa società brianzola e una delle formazioni italiani più vincenti in Europa, è ufficialmente in vendita. "Sono stati anni molto belli e intensi dal punto di vista sportivo, ma purtroppo sempre più problematici e difficili dal punto di vista societario: al giorno d'oggi infatti è diventato economicamente proibitivo mantenere una società sportiva di massima serie sulle spalle di una sola famiglia", il comunicato con le parole della presidente Anna Cremascoli.
Il dito è soprattutto puntato contro la mancanza di aiuti e la promessa, mai mantenuta, di un nuovo palazzetto: "In questi anni di grandissimo impegno da parte mia e della mia famiglia, abbiamo ricevuto innumerevoli promesse di aiuto, mai mantenute ad ogni livello: la prima e più eclatante tra tutte è quella che a partire dal nostro secondo o nella peggiore delle ipotesi terzo anno avremmo avuto un palazzetto nuovo, moderno, che non sarebbe più stato un costo per noi, ma che anzi avremmo pure avuto un considerevole contributo economico dal costruttore stesso. Sappiamo tutti invece come sono andate le cose".
E poi ancora: "Abbiamo riportato Cantù ai fasti che secondo noi merita e che la storia le aveva attribuito, disputando una finale scudetto, due finali di Coppa Italia e due di Supercoppa, abbiamo issato al Pianella un nuovo stendardo, facendo di Cantù l'unica società capace di vincere qualcosa in Italia nel periodo di stradominio di Siena. Amaramente prendiamo atto che dopo tutte queste fatiche e dopo tutti questi importanti risultati sportivi, il quadro generale non si è modificato".
La conclusione della presidente Cremascoli, che non dimentica comunque di ringraziare chi ha confermato il proprio impegno negli anni, è chiaro: "Noi adesso facciamo un passo indietro e diamo sin da ora la massima disponibilità a collaborare con chiunque si faccia avanti nella speranza che in tutto questo tempo che abbiamo davanti ci sia un imprenditore o più facilmente si riesca a formare una cordata di imprenditori, magari affiancata anche da una parte di azionariato popolare, che permetta un futuro a questa gloriosa società sportiva".