Il mondo del basket piange la scomparsa improvvisa di Marco Solfrini. Il 'gigante buono' classe '58 si è spento oggi improvvisamente mentre si trovava dalla Fiera di Parma. Il suo nome è legato alla storia dell'Italbasket: l'ex ala, infatti, fece parte della spedizione azzurra capitanata da Dino Meneghin ai Giochi di Mosca 1980, che si conclusero con la conquista della medaglia d'argento da parte dei ragazzi di Sandro Gamba. Quei Giochi segnarono l'ascesa di Solfrini che, dopo le stagioni al Basket Brescia, divenne una colonna della Pallacanetro Virtus Roma con cui fece scorpacciata di successi: un campionato italiano (1982-82), una coppa dei campioni (1983-84), una coppa intercontinentale (1984) e una coppa Korac (1985-86). Stagioni impreziosite anche dall'altro argento conquistato con l'Italbasket ai Giochi del Mediterraneo di Casablanca 1983: complessivamente, con la maglia azzurra, Solfrini ha totalizzato 68 presenze e 353 punti.
Dopo l'esperienza romana, l'ex cestista giocò per due stagioni alla Pallalcesto Amatori Udine (1985-87), ben tre alla Fabriano Basket (1987-90), chiudendo la carriera alla Mens Sana Siena (1990-93). Dopo il ritiro, Solfrini vestì anche i panni di dirigente: nel 2 luglio 2009 fu nominato team manager della neonata società cestistica Basket Brescia Leonessa, ruolo che ha ricoperto fino al 2011, restando nell'organigramma della società fino al 2012. "Per me Marco era come un fratello, una persona buona e umile che viveva per la pallacanestro - dice Matteo Bonetti, patron della Leonessa, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport -. Una leggenda della pallacanestro bresciana e nazionale, ma soprattutto una persona gentile ed educata, con la quale amavo scambiare sempre delle opinioni. Una persona positiva, capace con il suo esempio e il suo lavoro di far crescere la pallacanestro a Brescia".