Nba Finals 2014: Spurs-Heat, la rivincita

Pubblicato il 4 giugno 2014 alle 17:28:42
Categoria: NBA
Autore: Redazione Datasport.it

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Come nel 2013 saranno ancora San Antonio Spurs e Miami Heat a giocarsi il titolo NBA nelle Finals 2014. I texani campioni della Western Conference vanno a caccia della rivincita dopo la concente sconfitta in sette partite della passata stagione: coach Popovich riparte da Parker, Ginobili e Duncan, i Big Three neroargento, più la grinta di Marco Belinelli, la guardia di San Giovanni in Persiceto che è diventato il primo italiano di sempre ad avere la possibilità di giocarsi una finale NBA, dopo aver vinto la gara del tiro da tre punti all'All Star Game di New Orleans.

Di fronte i Miami Heat campioni della Eastern Conference di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh alla quarta finale consecutiva e con l'obiettivo del 'Three-Peat', il terzo anello in fila, roba che non accade dai tempi dei Lakers dei primi anni 2000 e dai Bulls di Jordan negli anni '90 (due volte). La serie finale inizia nella notte tra giovedì 5 e venerdì 6 giugno (alle 3, ora italiana) all'AT&T Center di San Antonio: gli Spurs, che hanno chiuso la regular season col miglior record assoluto, hanno il fattore campo e giocheranno in casa le prime due gare, più le eventuali gara 5 e la decisiva gara 7.

Da questa stagione è infatti cambiato il formato delle Finals, dal 2-3-2 delle passate stagioni, al 2-2-1-1-1 che segue l'andamento del resto dei playoff e che, a dispetto dell'aumento degli spostamenti, non favorisce eccessivamente la squadra che aveva tre gare di fila in casa. Gli Spurs partono con i favori del pronostico per il fattore campo, per il desiderio di rivincita e perchè nei playoff hanno dimostrato di essere una macchina semi perfetta. Dovranno però dimostrare di aver dimenticato la cocente sconfitta dell'anno scorso e il tiro da tre di Ray Allen che decise gara 6 e spezzò i sogni di San Antonio. Di fronte i Miami Heat del Re LeBron James che, dopo un cammino nei playoff senza particolari difficoltà, dovranno riuscire a cambiare marcia contro un avversario nettamente più forte di quelli incontrati finora.