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L’ orgoglio di Venezia non basta. E non è questione di un arbitraggio che il pubblico del Pala Taliercio contesta pesantemente, con tanto di lancio di oggetti in campo che non rendono merito a una tifoseria a stragrande maggioranza sportiva. Non basta perché l'Olimpia è semplicemente più forte e per troppo tempo il quintetto di De Raffaele non trova mai il canestro: Milano è sempre davanti, la Reyer reagisce con il cuore ma spreca tutte le energie per rimontare dal -13 di metà terzo quarto e quando la palla scotta non ha più le forze per contrastare gli uomini di Repesa.
L’avvio dell’Olimpia è devastante, con un parziale di 12-2 che indirizza subito la gara a favore di Gentile e soci. Il capitano, però, viaggia a corrente alternata e quando in casa Milano si spegne la luce la Reyer ne approfitta per rientrare sempre in partita: -3 alla prima sirena (13-16), -4 all’intervallo lungo (26-30) a dimostrazione di una serie decisamente più equilibrata rispetto alle previsioni. Al rientro dal riposo, però, le scarpette rosse piazzano l’allungo, portandosi avanti anche di 13 lunghezze (30-43) con le bombe di Lafayette e la fisicità di Batista.
L’ ultimo parziale inizia co n uno scarto di dieci punti che Milano rischia di vanificare quando la Reyer getta il cuore oltre l’ostacolo: Viggiano firma la bomba del pareggio, Lafayette riccaccia indietro Venezia, poi ci pensa Simon a prendere in mano la situazione e firmare cinque punti in fila che piegano definitivamente la resistenza veneta. Finisce 68-60 per l’Olimpia che vola in finale in attesa di conoscere chi sarà l’avversaria per il titolo: a Venezia resta l’applauso dei sui tifosi, orgogliosi di una squadra che, più di così, difficilmente avrebbe potuto fare.