Che basket sarà senza Treviso?

Pubblicato il 17 luglio 2012 alle 14:35:02
Categoria: Notizie Basket
Autore: Redazione Datasport.it

A meno di clamorosi ribaltoni, il prossimo campionato di serie A di basket si presenterà al via senza Treviso. Dopo 30 anni, la famiglia Benetton, da sempre vicina allo sport trevigiano (anche rugby e volley, oltre alla pallacanestro), ha deciso di ritirare la propria sponsorizzazione, e la nuova società non è riuscita a subentrare. La Federazione, con a capo il presidente Dino Meneghin, ha rigettatato la proposta della nascente Treviso Basket con membri come Claudio Coldebella e Riccardo Pittis e così, ha messo la parola fine all'avventura, storica e vincente, del club veneto.

La vicenda

Nel marzo 2011 la famiglia Benetton aveva annunciato che avrebbe lasciato il basket dicendo che la società sarebbe stata ceduta gratuitamente in presenza di un progetto valido, di almeno tre anni e con garanzie economiche. Ci sarebbe così stato un normale passaggio di proprietà, da Benetton ad un nascente gruppo, nella fattispecie il Consorzio Treviso, gruppo di imprenditori locali.

In un anno e mezzo Claudio Coldebella, general manager e vice presidente della Pallacanestro Treviso (la Benetton, ndr) e i suoi collaboratori si sono dannati l'anima per reperire i fondi e presentare un progetto con tutte le caratteristiche richieste dai Benetton. La storia però è cambiata nel momento in cui c'era da presentare il suddetto progetto. Giorgio Buzzavo, presidente della Benetton e amministratore delegato di Verde Sport, ha deciso di non cedere più la società ma soltanto il diritto sportivo di giocare in serie A. Questo per conservare il settore giovanile trevigiano, uno dei migliori d'Italia, e mantenere gli introiti derivanti dai giocatori prodotti.

Buzzavo ha rimesso quindi il diritto sportivo nelle mani della Fip, che avrebbe poi deciso a chi riassegnarlo. Secondo l'articolo 128 comma 5, la Fip può riconsegnarlo, anzi favorisce, una nuova società della stessa città. Il problema è che questa regola non è mai stata applicata in passato. Come sottolineato dal presidente federale Meneghin nella motivazione di non salvare una piazza storica come Treviso, la Federazione non ha voluto creare dei precedenti: infatti, stando al regolamento, qualsiasi società, anche una piena di debiti e con una penalizzazione, come ad esempio Teramo, avrebbe fatto morire il vecchio gruppo e ne avrebbe creato un altro, senza debiti e senza penalizzazione. Invece, nel caso di Treviso, una società sana e senza debiti, sarebbe passata ad un nuovo gruppo, presieduto dall'ex giocatore Paolo Vazzoler, con grande voglia di iniziativa ma soprattutto con contratti nuovi, già firmati e garantiti per i prossimi tre anni. Poi, oltre alla paura di creare il precedente, la Fip, secondo cui ogni società, per avere una prima squadra, deve avere tre squadre giovanili, temeva che la nuova Treviso Basket, non avendo un vivaio, avrebbe potuto aggirare la questione "comprando" giovanili da società minori. Da non dimenticare che c'è stato un piccolo giallo in tutta la vicenda. Il presidente Meneghin ha offerto a Treviso un diritto sportivo per partecipare alla Legadue, una specie di "contentino", per ammorbidire la scelta del Consiglio. La parte comica (o triste, vedete voi...) è che Treviso non ha nemmeno avuto il tempo di rispondere perché poi Meneghin ha richiamato Coldebella dicendo che non si poteva fare.

Discrezionalità

Discrezionalità. Questa è la parola chiave della vicenda, come evidenziato da Riccardo Pittis, Presidente del Consorzio Universo Treviso, nella sua lettera piena di delusione per la scelta del Consiglio Fip. Il comma 5 dell'articolo, quello cui ruota tutta la vicenda, conteneva appunto il termine discrezionalità, ovvero la Federazione poteva distinguere i casi, ad esempio, di Teramo e Treviso. E di conseguenza fare una deroga per la questione delle giovanili, essendo già scaduto il termine per presentare le squadre del vivaio. La Fip invece ha preferito non decidere, difendendosi dietro il regolamento e condannando una piazza, Treviso, che a differenza di quanto si dice, si è mossa per tempo, ha costituito un consorzio sano e sufficientemente ricco (una rarità in questo momento di crisi), ed era pronta a mantenere viva la passione di un movimento, non solo di una città, ma di una larga fetta di nord Italia. La Federazione, che dovrebbe come prima cosa avere il compito di promuovere lo sport, rilanciarlo e far avvicinare la gente, agendo in questo modo avrà l'effetto contrario di far risentire gli appassionati e allontanarli.

La risposta dei tifosi

I sostenitori, tanti, hanno reagito prontamente. Diversi i gruppi su Facebook nati in favore del Basket Treviso: i tifosi mostrano risentimento contro la Federazione, contro Meneghin, ma anche contro la famiglia Benetton, rea di aver abbandonato lo sport. Strano invece che non ci siano commenti nei confronti di Buzzavo, colui che, da direttore esecutivo di Verde Sport, ha di fatto condannato il basket trevigiano. I supporter hanno deciso di "resitutire i cimeli" ovvero organizzare una manifestazione per gettare via qualsiasi oggetto legato alla Benetton, dalle sciarpe agli striscioni passando per le maglie. E poi, vista l'esclusione dal campionato, è nata l'idea di chiedere di giocare nella Lega Adriatica, un campionato in cui militano formazioni della ex Jugoslavia (croate, slovene, serbe, bosniache, montenegrine), e che negli anni ha visto partecipare anche gli israeliani del Maccabi Tel Aviv.

30 anni indimenticabili

Questa vicenda non cancella comunque i 30 anni magnifici della Benetton Basket a Treviso. Un periodo in cui non si contano solo le vittorie, che comunque parlano di 5 scudetti, 8 coppe Italia, 4 Supercoppe e 2 coppe Saporta (ex Coppa delle Coppe), ma il movimento generato. Sì, perché il centro sportivo La Ghirada è il fiore all'occhiello, una struttura all'avanguardia, senza rivali in Europa, che ha fatto diventare Treviso una sorta di quartier generale dell'Nba in Europa, tanto da organizzare camp e altri eventi, legati a sponsor di primo livello. E poi dalla Benetton sono partiti, o si sono consacrati, allenatori del calibro di Mike D'Antoni, Zelimir Obradovic, Pero Skansi (primo scudetto), Ettore Messina e David Blatt, e giocatori del livello di Toni Kukoc, Vinny Del Negro, Stefano Rusconi, Zeljko Rebraca, Bostjan Nachbar, Tyus Edney, Trajan Langdon, Drew Nicholas, Andrea Bargnani, Gary Neal e Sani Becirovic. Per non parlare poi di Maurizio Gherardini, eccellente manager, ora vice presidente dei Toronto Raptors, e Francesco Cuzzolin, che da Treviso è diventato preparatore fisico della Nazionale, della Russia e ora degli stessi Raptors.