Ancora adesso non ci crede. E' successo tutto molto in fretta. Cecilia Zandalasini classe '96 con una carriera tutto da scrivere, dopo l'ottimo Europeo giocato con l'Italia, con cui è stata premiata come una delle migliori del torneo, è stata scelta dai Minnesota Lynx in USA per il finale di stagione della WNBA. La squadra femminile di Minneapolis cercava il suo quarto titolo, che alla fine è arrivato in finale in gara 5 contro le Los Angeles Sparks.
Cecilia, anche se non è stata protagonista nelle Finals perchè ha giocato solo pochi minuti, ha vissuto comunque emozioni indescrivibili e far parte di quel gruppo è stato fantastico. Adesso però è tornata in Italia e dopo la festa in famiglia si è rituffata subito ad allenarsi con la sua squadra a Schio e oggi è programmata la partenza per Istanbul dove il Famila domani debutterà in Eurolega.
Ecco le sue prime parole quando è atterrata in Italia: "Faccio ancora fatica a descriverlo. È qualcosa di unico e sensazionale. Non mi aspettavo la vittoria del titolo ma sapevo che Minnesota era più forte di Los Angeles. La finale è cominciata così così, poi ci siamo riprese". Cecilia si porta dietro tanti ricordi di quella breve ma intensa esperienza come quello del primo canestro. “È stato impagabile. Ho segnato in casa davanti a diecimila persone, un pubblico che non avevo mai visto. In finale sono entrata quando in panchina stavamo già festeggiando. È stato stupendo essere sommersa dalle compagne alla sirena".
Solo un assaggio, condito già dal titolo, perché il prossimo anno Zandalasini tornerà negli States: "Ho un contratto da rookie di 4 anni. La prossima sarà la mia prima vera stagione perché giocherò dall’inizio e potrò capire meglio il mio livello. Qui da noi si ragiona di più, lì è un gioco più fisico." Ora però vuole vincere anche in Italia: “Ho tanta voglia di migliorare e vincere con un gruppo che mi ha dato tanto. Sono pronta a mettere in campo quanto ho imparato in America. Che cosa esporterei dal modello americano? La cura maniacale dei dettagli, l’etica del lavoro, la preparazione meticolosa della partita. È un mondo di professioniste dove giocano e allenano i migliori al mondo. In un mese ho imparate cose che non avrei nemmeno sognato“.