Il Bayern Monaco è la squadra che più di tutte ha segnato nei principali 5 campionati europei, grazie anche alla seconda giovinezza di Lewandowski
Se c'è qualcuno che può contendere a Ciro Immobile la Scarpa d'Oro, questo è sicuramente Robert Lewandowski, il quale - a quasi 32 anni, in barba a ogni legge fisica sull'invecchiamento - sta vivendo la sua migliore stagione in carriera con 25 gol in 23 presenze. E' lui il segreto di questo Bayern Monaco che, in questa pausa forzata dall'emergenza coronavirus, si è insignito del titolo di miglior attacco europeo con 73 reti in 25 presenze. Media di quasi 3 gol a partita, 2.92 per la precisione. Dietro di loro l'Atalanta con una media di 2.80 (70 centri in 35 giornate) e il PSG con 2.78 (75 in 27).
L'attaccante polacco, però, paradossalmente è riuscito a fare meglio quando in panchina sedeva Niko Kovac, che è durato solo 10 giornata. In questo lasso di tempo, l'ex Dortmund l'ha buttata nel sacco 14 volte, mentre le restanti 11 nelle successive 13 giornate, prima che un infortunio gli facesse saltare le gare contro Hoffenheim e Augusta. Gare in cui i Campioni di Germania si sono imposti rispettivamente per 6-0 e 2-0, segno di una squadra che fa del proprio centravanti un valore aggiunto e non una dipendenza. Insomma, ci ha perso il singolo ma ci ha guadagnato il collettivo. Merito sicuramente di Hans-Dieter Flick, ex vice di Kovac ma promosso a capo allenatore in seguito all'esonero di quest'ultimo. Doveva essere un traghettatore momentaneo (si vociferava di Allegri, Mourinho e Wenger), ma i buoni risultati hanno spinto la società a confermarlo almeno sino al termine della stagione, quando potrebbe essergli proposto un prolungamento.
Dalla Germania si dice che lui sarebbe interessato solo in caso di un rafforzamento della squadra su sue precise indicazioni, altrimenti non gli mancano le offerte dalla Premier. Ai bavaresi, però, piace anche ten Hag dell'Ajax che, come filosofia di gioco, si sposa molto con quella di Flick che, a sua volta, è sulla falsa linea di quella di Guardiola. Molto potrebbe dipendere da cammino in Champions League.