Il Napoli quest'anno sembra fare sul serio per il tricolore. Il sogno di una città intera dopo l'ultimo scudetto vinto quasi 30 anni fa all'epoca di Maradona nella stagione 1989-90 sembra potersi avverare. Gli azzurri di Sarri sono partiti fortissimo in campionato, dove guidano la classifica con 28 punti, con tre lunghezze di vantaggio sulla Juventus, l'altra grande favorita per il titolo dopo sei anni di dominio assoluto. L'attuale tecnico toscano prese il posto dal 2015 dello spagnolo Rafa Benitez che non lasciò un bel ricordo tra la gente. In un'intervista alla Repubblica Benitez ha parlato della Serie A, in particolare del momento magico della sua ex squadra a cui rimane sempre legato: "Può essere l'anno giusto per lo scudetto. Ma sarà una lunga corsa e vincerà chi avrà più resistenza. Sono rimasto un tifoso del Napoli e appena posso lo guardo alla tv".
Benitez, che adesso è alla guida del Newcastle settimo in Premier, è rimasto molto affezionato al club partenopeo: "Mi piace soprattutto vedere i progressi dei tanti giocatori che c’erano già con me e continuano a scendere in campo con la stessa mentalità offensiva. Ora hanno una convinzione nei loro mezzi molto maggiore, visto che ormai vivono in Italia da tanti anni e si sono ambientati meglio. Sono rimasto in contatto con parecchi giocatori e pure con qualche dipendente del Napoli. So che cosa fanno, mi tengo informato". Del presidente invece dopo un rapporto che non è mai decollato arrivato fino alla separazione dopo sole due stagione non vuole parlare: "De Laurentiis? Non l'ho più sentito, non è capitato".
Dopo di lui a Napoli è arrivato Sarri, che dopo due anni ha tutte le possibilità di vincere finalmente lo scudetto: "E' un bravo allenatore e nel Napoli ha trovato la squadra giusta per fare quello che aveva in mente. Sta lavorando molto sulla difesa e sul pressing alto, che nella Serie A si possono fare e in altri campionati no, per esempio in quello inglese. Si sono viste le difficoltà della difesa azzurra contro il City, in una partita giocata su ritmi diversi".
Rafa ripercorre la sua esperienza in azzurro, raccontando anche i motivi del suo addio: "Napoli è simile alla Spagna, dall’architettura al modo di vivere. Mi sono sentito subito a casa. E anche in campo abbiamo lavorato bene, soprattutto durante la prima stagione. Il risultato della seconda fu compromesso da un rigore sbagliato nell’ultima sfida (errore di Higuain contro la Lazio), che ci fece scivolare dal terzo al quinto posto. Il vero errore era stato già compiuto prima però, sul mercato. Bastava prendere un giocatore, anzi trattenerlo. Mi riferisco al nostro portiere, che era anche il leader della squadra. Pure in questo caso i fatti mi hanno dato ragione: Reina è ritornato in maglia azzurra e sta facendo di nuovo la differenza. Sarei andato via anche senza la chiamata del Real Madrid, per lavorare insieme e farlo bene bisogna essere tutti convinti, al 100%. Era il momento giusto per cambiare, per me e anche per la società. Il mio tempo con il Napoli era finito".