"Torno con gioia a occuparmi da vicino della squadra con Galliani, Allegri e Tassotti". Lo annuncia Silvio Berlusconi ai microfoni di Milan Channel, nel corso di un'intervista dopo la visita a Milanello alla vigilia della delicatissima trasferta di Napoli. "Personalmente sono in un momento particolare, non ho cariche istituzionali e posso trovare il tempo e il modo di essere presente - prosegue il presidente onorario rossonero -. Abbiamo trascorso 26 anni da grande Milan, siamo diventati la squadra che ha vinto di più a livello internazionale e vorremmo restare in questa posizione. L'anno scorso tanti protagonisti di molte nostre vittorie hanno raggiunto l'età che consiglia a molti di appendere le scarpe al chiodo, in più ci sono state due perdite importanti (Ibrahimovic e Thiago Silva, ndr). L'offerta ha prodotto un risparmio di 160 milioni di euro in tre anni e nessuna persona con la testa sulle spalle avrebbe potuto dire no, soprattutto in un periodo come questo. I due nostri campioni sarebbero stati il nucleo su cui costruire la squadra del futuro, ma abbiamo dovuto rinunciare a malincuore anche a loro".
Poi una forte autocritica sulle ultime operazioni di mercato: "Il Milan riparte coi giovani, ma alcuni acquisti fatti non sono ideali per partire con questo progetto - ammette Berlusconi -. Vedremo a gennaio quali cessioni faremo e quali innesti faremo". Ma non tutto è da buttare e Berlusconi indossa i panni del tecnico dando qualche suggerimento ad Allegri: "Il trio d'attacco Bojan, El Shaarawy e Pato, se fosse al meglio della condizione fisica, non sarebbe assolutamente male. Pato era un campione, fino a due anni fa giocava e segnava in modo impressionante, per lui una squadra spagnola aveva offerto 50 milioni. Poi c'è stata una serie di infortuni da cui deve riemergere. Deve tornare a credere in se stesso per tornare il Pato che conoscevamo. Montolivo? Lo vedo come il regista della squadra, il distributore di gioco, mi ricorda Pirlo". Arriva anche la conferma, l'ennesima, di Massimiliano Allegri: "Se il presidente fosse contrario alla permanenza di un allenatore, lo cambierebbe. Se Allegri è lì è perché ha la fiducia del presidente".
Infine una bacchettata ai tifosi: "Abbiamo mangiato caviale e bevuto champagne per 26 anni, a loro dico che bisogna avere un po' di pazienza. Ma c'è un dolore causato dal comportamento di alcuni tifosi: quello di non comprendere che, dopo un periodo aureo, l'età di alcuni giocatori ha imposto la fine di un ciclo. Nei momenti difficili si vede il vero tifoso, non mi è piaciuto che alcuni abbiamo smesso di venire allo stadio. Una grande squadra ha bisogno di un grande pubblico. La cessione del club? A oggi non abbiamo fatto nessuna trattativa".