BERRETTINI CRISI SENZA FINE, MURRAY EVERGREEN

Pubblicato il 18 giugno 2023 alle 19:06
Categoria: Foianesi
Autore: Marco Foianesi

Dopo la terra rossa di Parigi, vinta dal coraceo 36enne Novak Djokovic la pallina gialla del tennis fa visita nei tornei in erba. Una supeficie che l’anno scorso ha visto protagonista il nostro Matteo Berrettini: vittoria a Stoccarda e al Queen’s e finale a Wimbledon. In questo inizio di stagione c’è stata la metamorfosi, una crisi senza fine, sconfitte, ritiri, infortuni. Il giovane romano sta attraversando il momento più difficile della sua carriera, un odissea in cui va sostenuto ed incoraggiato. Problemi muscolari lo stanno tormentando tanto che ogni volta che scende in campo sembra di assistere ad un gladiatore ferito e turbato, testa bassa e lacrime di sofferenza. La recente sconfitta nel torneo di Stoccarda, al primo turno, contro l’altro azzurro Lorenzo Sonego è la chiara dimostrazione. Chi pensava ad un riscatto immediato rimarrà deluso, perchè i problemi fisici non sono passati e il rientro è rimandato. Niente Queen’s e di conseguenza nel tabellone di Wimbledon non sarà nemmeno testa di serie. Un vero peccato, perchè l’erba per Berrettini poteva rappresentare la svolta della stagione, una superficie che l’ha visto sempre primeggiare e dove ha ottenuto i maggiori successi. I numeri sono da top ten, dove ha conquistato 4 dei suoi 7 trofei, con uno score di vittorie oltre 80%. Ma la realtà è crudele e i dolori agli addominali condizionano le sue prestazioni. Un erba che non è verde nemmeno per gli altri azzurri, con Sinner alle prese con qualche buca di troppo nel suo percorso di crescita, vedi la sconfitta inaspettata contro il non trascendentale finlandese Ruusuvuori nei quarti di finali nel torneo olandese di Hertogenbosch. A Stoccarda, il cobbattente e tremedensita granata Sonego dopo aver battuto lo spento ed infortunato Berrettini, si è inchinato all’australiano O’Connel, n.74 del ranking agli ottavi. Turno superato invece da Musetti, le prime 2 vittorie su questa superficie, che poi è stato battuto ai quarti dall’americano Tiafoe, poi vincitore del torneo. Il nostro tennis non sta attraversando un buon momento, e i numeri rispetto al recente passato non sono incoraggianti. Infortuni, percorsi di crescita, stress, forma fisica e mentale sono tutti fattori che determinano un certo calo di risultati e performance.

Nel panorama tennistisco va sottilineato lo splendido momento di un grande campione, il britannico Andy Murray. L’ex numero 1 del mondo, all’età di 36 anni sta vivendo la sua seconda giovinezza. Dopo i trionfi di Wimbledon, storico quello del 2013 dopo ben 77 anni di digiuno inglese, la sua carriera è stata frenata e compromessa da gravi infortuni. Poteva tranquillamente smettere e vivere di ricordi e di rendita. Invece con sacrifici e tante operazioni all’anca, è tornato a giocare e ha dimostrato che oltre al talento, c’è una forza mentale da fare invidia ai nostri italiani. Ha rinunciato al Roland Garros e si è cimentato su superfici più congeniali alle sue caratteristiche, in preparazione di Wimbledon. Scelta giusta e umile che lo hanno premiato con 2 vittorie consecutive nei Challenger di Surbiton e Nottingham. L’erba inglese sembra molto più verde di quella italiana, d’altronde Murray si sta rilevando un evergreen.

 A cura di Marco Foianesi