"Il ritiro è stata una scelta voluta, è un privilegio poter dire basta nel momento più bello, quando si è all'apice. A 41 anni è stata un'impresa vincere il Mondiale". Così Max Biaggi commenta il suo addio al mondo delle corse ai microfoni di Radio Anch'io Sport sulle frequenze di Radio1. Il pilota romano lascia dopo avere centrato il suo secondo titolo iridato nella Superbike, che si aggiunge a quello vinto nel 2010 e ai quattro conquistati nella classe 250 del Motomondiale.
"Le corse mi mancheranno, per vent'anni hanno fatto parte della mia vita - confessa Biaggi -. Io spigoloso? Negli ambienti dove ci sono grandi interessi, come quello delle corse, è inevitabile, serve avere una corazza. Bisogna essere tosti per "combattere" sportivamente a certi livelli. Se mi piacerebbe che mio figlio diventasse un pilota? Conoscendo l'ambiente delle corse preferirei di no".
Inevitabile fare un bilancio della sua storica rivalità con Valentino Rossi. "Quella con Valentino è sempre stata una sfida importante, che a volte è andata anche sopra le righe - ricorda Biaggi -. Ora che mi sono ritirato ne ho un ricordo piacevole. Perché Valentino non ha reso in Ducati? E' stato un errore di valutazione, l'unico in grado di fare andare quella moto è stato Stoner, un pilota fenomenale".
Biaggi ammette di non avere ancora progetti per il futuro. "Per ora voglio tornare alla normalità che non ho avuto per tanto tempo. Non ho un obbiettivo fisso - conclude - ma il mondo della moto è nel mio Dna, quello che più assimilo alla mia persona, e spero di avere un'opportunità importante per tornare vicino a quello che so fare bene".