Bivol centra la rivincita su Beterbiev.
Pronta la bella. Usyk chiede Dubois. La Bellucci il 28 in Canada. Azzurri a Sofia per lo Strandja. L’EUBC lascia l’IBA?
di Giuliano Orlando
Tutti felici e anche più ricchi, alla Kingdom Arena di Ryad (Arabia Saudita) a cominciare da Eddie Hearn (Matchroom), Bob Arum (Top Rank), Tom Brown (TGB Promotions), Oscar De La Hoya (Golden Boy), Benjamin Shalom (Boxxer) e Frank Warren (Queensberry), grazie all’emiro che ha finanziato l’evento. L’attesa rivincita tra Dmitri Bivol (21-1) e Artur Beterbiev (21-1) non ha tradito le attese, capovolgendo l’esito della prima sfida del 12 ottobre scorso, sempre a Ryad. Stavolta a prendersi il bottino pieno è stato il più giovane kyrgyzo, aggressivo e preciso, mentre il ceceno pur disputando una prova di tutto rispetto si è trovato indietro di qualche round e quando nell’ultimo, ha scaricato colpi pesantissimi, ha trovato l’avversario pronto alla replica. Detto questo, è stato un match di altissimo livello tecnico, tra due campioni essenziali, ma eleganti e potenti allo stesso tempo. Rinuncio a fare paragoni col passato, sempre molto discutibili. Scomodare Maxie Rosenbloom, Gus Lesnevich, fino a all’italo americano Joe Maxim o il mitico Archie Moore, mi pare esercizio gratuito. Furono super della loro epoca.
Che dire di Bob Foster, sceriffo di Albuquerque, attivo per quasi un ventennio, re della categoria negli anni ’70 e dell’argentino Victor Galindez, una forza della natura, nonostante fosse allergico alle regole del perfetto atleta. Mi fermo a Michael Spinks, anche se potrei andare oltre. Bivol e Beterbiev, impropriamente definiti russi, sono di una spanna superiori alla concorrenza attuale e si allineano al meglio della categoria. Come era prevedibile, l’esimio principe saudita Turki bin Abdul Mohsen Al-Al Shaik, che non ha mai nascosto la simpatia per Bivol, sul piano tecnico, ha già fatto sapere a Eddie Hearn, il promoter inglese che gestisce appunto Dmitri, che ci sarà la bella. Entro l’anno. I giudici hanno segnato: 114-114, pari,116-112 e 115-113 per Bivol.
A completamento della serata, l’ucraino Oleksandr Usyk (23), 38 anni, titolare WBC-WBA-WBO-IBO, da Oxnard in California dove risiede e si allena, ha fatto sapere di essere disponibile e pronto a concedere la rivincita a Daniel Dubois (22-2), 27 anni, titolare IBF, già battuto prima del limite il 26 agosto 2023 in Polonia, appena sarà pronto. Il gigante londinese, ha dovuto rinunciare alla difesa della cintura contro il neozelandese Parker, per un’infezione alle vie respiratorie. Usyk intende evitare le sfide, poco interessanti sul piano economico, del bulgaro Kubrat Pulev (32-2), 42 anni, campione interim e dell’inglese Fabio Wardley (18-0-1), 30 anni, pro dal 2017 scelto dal WBO.
Il corposo programma, ha visto risultati abbastanza sorprendenti, e qualche sorpresa. La conferma riguarda l’imbattuto Shakur Stevenson (23), 27 anni, texano di residenza, padrone WBC leggeri dal 2019, lunga carriera in maglietta, mondiale jr. e youth (2913-2014), argento a Rio, battuto col dubbio dal più esperto cubano Robeisy. Inizialmente l’avversario doveva essere il connazionale Floyd Schofield (18), 22 anni, pro dal 2020 Bloccato in allenamento. Lo ha sostituito l’inglese Josh Padley (15-1), 26 anni, che lo scorso settembre a Wembley, aveva battuto il favorito e imbattuto mancino Chamberlain (19-1), costretto anche al conteggio. Hearn lo aveva proposto e il clan USA accettato. Padley si è arreso alla nona ripresa, segnato ed esausto, finito ben tre volte al tappeto. Stevenson, pugile poco spettacolare ma essenziale, boxe precisa come un orologio elvetico. Sinistro rapidissimo, destro che colpisce sopra e sotto. Mobile e prende pochissimi colpi. Al contrario dell’inglese che per replicare, subiva e non poco. Forse andava fermato prima. Altra vittoria prima del limite, quella ottenuta dal tedesco di radici turche Agit Kabayel (26), 32 anni, già campione europeo, pro dal 2011, elemento pericoloso, alla terza presenza a Ryad.
A farne le spese il cinese Zhilei Zhang (27-3-1), 41 anni, pro nel 2014 a trent’anni, antica medaglia d’argento ai Giochi di Pechino nel 2008, battuto prima del limite, dal nostro Roberto Cammarelle. Il confronto è durato sei riprese di buon livello. Boxe sulla media e corta distanza. In avvio il cinese sembrava in grado di reggere il ritmo imposto dal più giovane avversario, replicando con orgoglio. Purtroppo l’età e i colpi al corpo di Kanayel si facevano sentire. Prima di arrendersi, il sinistro di Zhang centrava la mascella del rivale, che finiva al tappeto. Era l’ultima scintilla. Il tedesco riprendeva senza variare il tema e nel round successivo l’ennesimo massaggio al corpo, toglieva il poco fiato che aveva Zhang, scivolato sulla stuoia KO. La cintura interim WBC e il salto in avanti, sono il doppio premio con l’opportunità di entrare tra massimi in odore di mondiale per Kabayel.
Sulla carta, ovvero i pronostici, indicavano nel giovane e ambizioso inglese Hamzah Sheeraz (21-0-1), 25 anni, pro dal 2017, campione d’Europa, il favorito su Carlos Adames (24-1-1) trentenne della Repubblica Dominicana, pro dal 2015, titolare WBC, alla prima difesa. Il ring ha detto che Sheeraz è ancora immaturo per la cintura. Adames ha attuato la tattica giusta contro un rivale dalle leve lunghe. Ben coperto, mobile e rapido, anticipava le intenzioni dello sfidante e prendeva vantaggio. Sorprendente il pari finale: un esagerato 118-110 al campione, 115-114 a Sheeraz e 114-114 determinante. Non avevo dubbi sulle scintille che sarebbero scoccate nella sfida tra i mediomassimi, Joshua Buatsi (19-1) e l’inglese Callum Smith (31-2). Il primo 31 anni, pro dal 2017, nato nel Ghana, cresciuto nell’area londinese, bronzo ai Giochi di Rio 2016, evitato dai colleghi di ring, per le mani pesanti. Il secondo, 34 anni, pro dal 2012, battuto solo da Alvarez (2020) e Beterbiev (2024), un guerriero dall’orgoglio infinito.
Mi ha sorpreso la vitalità del più anziano Smith, capace di incassare colpi pesanti e restituirli con gli interessi. Il confronto più spettacolare. Contare i pugni lanciati è impossibile, come è stato sorprendente che il latteo Smith, pur ferito al sopracciglio destro, sia stato il più vario e continuo. Giusta la vittoria che gli assegna l’interim WBC. Il texano Vergil Ortiz jr. (23) 26 anni, pro dal 2016, mantiene l’imbattibilità e la cintura superwelter WBC. L’avversario Israil Madrimov (10-1-1), 29 anni, pro dal 2018, giunto dall’Uzbekistan, dilettante di lusso, inizialmente grazie alla mobilità e velocità dei colpi, che disorientavano il campione, sembrava in grado di spuntarla. Sbagliato. Ortiz, con pazienza prendeva le contromisure, facendo valere una maggior potenza che rallentavano lo sfidante e a gioco lungo, sia pure di misura manteneva la cintura.
Venerdì prossimo all’Hilton Lac Leamy di Gatineau in Canada, la giovane lombarda Jessica Bellucci (6-3), 26 anni, pro dal 2017, allieva del maestro Marco Antognaccetti, salirà sul ring per affrontare la locale Jelena Mrdjenovich (42-12-2), 42 anni, pro dal 2003, campionessa mondiale in quattro categorie, icona della boxe femminile canadese, una carriera infinita, che intende proseguire. Si era fermata nel giugno 2023, ma la nostalgia del ring è stata più forte dell’età non più verde. Per il rientro ha chiamato l’Italia, chiedendo al maestro Antognacetti se la sua allieva Jessica Bellucci era disponibile. Richiesta motivata dal fatto che Jessica il 7 ottobre 2023 aveva combattuto in Canada, a Laval, contro l’esperta Carolina Veyre (9-1), e pur perdendo ai punti, aveva destato ottima impressione, al punto che Jelena si è ricordata della sfida precedente e ha chiesto di averla come avversaria per il rientro. Il pronostico è tutto per la locale, ma questo non sminuirà l’ardore combattivo di Jessica, che mi auguro sia migliorata in difesa e porti più colpi in attacco. Non ditelo al suo maestro. Un simpatico personaggio che conosce solo la marcia in avanti dei suoi allievi.
A Sofia scatta il Torneo Strandja con 5 azzurri e 4 azzurre. Prima uscita del nuovo c.t. Giovanni De Carolis, in occasione dello storico Strandja che si svolge a Sofia la capitale della Bulgaria, giunto alla 76° edizione. L’Italia, assente nel 2024, torna in Bulgari con cinque uomini: 57 Michele Baldassi (57), Gianluigi Malanga (67); Gabriele Guidi Rontani (71): Remo Salvati (75) e Cromwell Alfred Commey (80) e quattro donne: Elen Lucia Ayari (50); Rebecca Nicoli (60); Angela Carini (63) e Melissa Gemini (75). Tecnici: Laura Tosti, Leonard Bundu. Arbitro: Harstea Alexandra. Queste le nazioni iscritte: Kazakistan, Austria, Uzbekistan, Bulgaria, Irlanda, Cina, Pakistan, Turchia, Grecia, Italia, Azerbajan, Kosovo, Cypro, Georgia, Taipei, Inghilterra, Club Bulgaria e Galles. Iscritti 143 uomini e 79 donne, per un totale di 222 atleti.
Sono stati fatti i sorteggi con questi accoppiamenti iniziali. Nei 57 kg. con 9 iscritti, Baldassi esordisce nei quarti, giovedì 27 febbraio, contro il vincitore tra l’azero Suleymanov e il kazako Moldashev, molto quotati. Malanga nei 67, 16 iscritti, ha iniziato bene, battendo nettamente il bulgaro Nedelchev negli ottavi. La categoria ha fior di campioni e l’azzurro è capitato in un girone di ferro, con tutti i migliori. Il fiorentino Guidi Rontani nei 71 esordisce giovedì contro l’azero Hasanov Nijat. Chi vince è in semifinale. 10 iscritti. Stessa situazione per l’esperto romano Remo Salvati nei medi, che salirà sul ring giovedì contro il kazako Akkalykov per l’ingresso in semifinale, in programma il primo marzo. 10 iscritti. Il quinto azzurro è Commey negli 80 kg. che parte dagli ottavi con 12 iscritti, domani martedì affronta l’uzbeko Ismoilov, nome nuovo. La prima azzurra, Lucia Ayari nei 52, combatte il 26 mercoledì opposta alla bulgara Poptoleva per l’accesso alla semifinale. Nei leggeri, la mancina milanese Rebecca Nicoli impegnata sempre mercoledì contro la turca Caca, idem per Angela Carini scesa a 63 kg. che trova l’altra turca Tatar. Nei 75, la viterbese Gemini combatte domani martedì con l’altra turca Ucyildiz, la vittoria vale la semifinale. In sede di pronostici, non sarà compito facile per la nostra compagine. Il livello di avversari e avversarie è di alta qualità. Resta un punto interrogativo la condizione della squadra azzurra. Che porta a Sofia i migliori delle categorie di appartenenza. Ovvero queste sono le punte.
Sul fronte della World Boxing, sembra prendere forma concreta la voce che circola da tempo. La nuova sigla è vicina all’accordo con l’EUBC che lascerebbe l’IBA per passare con la WB. Ripeto, al momento nulla di ufficiale. Qualora dovesse realizzarsi e, personalmente me lo auguro, il distacco dall’IBA sarebbe totale, mentre l’ente europeo traslocherebbe solo nominalmente, evitando la nascita di un ente da costruire a tutti i livelli: organizzativi, logistici e di personale. Qualche mese addietro ci sono stati contatti sull’argomento. La continua erosione delle nazioni europee e non solo, verso la WB, al momento la metà ha già lasciato l’EUBC, potrebbe aver fatto riflettere il presidente europeo, valutando la situazione per scegliere il ‘male’ minore. Visto che è anche l’unico che porta ai Giochi. Che futuro ha un EUBC più che dimezzata, accanto all’IBA? La risposta non lascerebbe molte alternative, vista in prospettiva.
Giuliano Orlando