Gli azzurri sono padroni del proprio destino a Sarajevo, dove battendo una Bosnia già rassegnata alla retrocessione vincerebbero il girone e avanzerebbero alle Final Four di Nations League.
La partita con la Polonia è l'esatta fotografia della crescita di una nazionale che dal punto più basso di tre anni fa con l'eliminazione dai Mondiali nel playoff con la Svezia è riuscita a tirarsi su passo dopo passo e ora ha acquisito quella fiducia nei propri mezzi necessaria per potersela giocare con chiunque. Contro i polacchi gli azzurri erano senza diversi giocatori importanti e anche senza il condottiero Roberto Mancini, che non ha ancora sconfitto il Covid e che non sarà nemmeno a Sarajevo per poter guidare da vicino la squadra, che ha fatto comunque benissimo anche con il suo vice Alberigo Evani in panchina. Ed è proprio questa la forza dell'Italia, che nella settimana in cui i giocatori arrivano a scaglioni e alcuni sono addirittura a impossibilitati a raggiungere il ritiro, sfodera una delle prestazioni più convincenti degli ultimi due anni, già zeppi di vittorie.
Con la Polonia, senza i vari Bonucci, Romagnoli, Verratti, Chiesa e Immobile, gli azzurri hanno dominato dal primo all'ultimo minuto senza concedere nemmeno un tiro in porta a una squadra in cui milita uno degli attaccanti più pericolosi al mondo, ovvero il fortissimo Robert Lewandowski, che è riuscito solamente a fare il solletico a Donnarumma. Si è trattato di un successo importante per mille motivi, primo fra tutti la conquista della testa del Gruppo 1, proprio a discapito della Polonia, quando mancano solo gli ultimi 90 minuti da giocare. L'ultimo impegno sarà a Sarajevo contro la Bosnia, sconfitta anche dall'Olanda 3-1 e rassegnata definitivamente alla retrocessione nella seconda divisione della Nations League. Un avversario che comunque, al netto delle motivazioni, non va comunque sottovalutato e che all'andata era già riuscita a fermare l'Italia sull'1-1. Un anno fa, sempre nella capitale, gli azzurri si erano imposti con un rotondo 3-0 in Bosnia nel cammino perfetto che li ha portati agli Europei, fatto di sole vittorie.