“Sono convinto di aver vinto e che il verdetto sia bugiardo. Purtroppo dipendiamo dalla valutazioni dei giudici e non tutti sanno leggere la realtà sul ring. Sono amareggiato, ma non mi arrendo. Dimostrerò che avrei meritato la cintura UE”. Onore allo sconfitto, vincitore morale. Di certo non è fortunato Iuliano Gallo (11-3) in fatto di verdetti. Dopo la sconfitta nel dicembre 2016 a Montichiari (Bs) contro Luca Rigoldi per SD, col tricolore in palio, dopo una battaglia spettacolare e incerta, ieri sera a Varese, ha sopportato una sconfitta per MD, contro il francese Terry Le Couviour (14) che torna a casa con la cintura UE supergallo.
La differenza sostanziale è che la sconfitta contro Rigoldi ci poteva stare sia pure a malincuore, mentre quella subita dal francese è una vera beffa, confezionata dai giudici Pedrag Aleksic (Montenegro) e Bela Florian (Ungheria) che hanno premiato Le Couviour con un 115-114 immeritato, mentre lo spagnolo Francisco Alloza Rosa ha firmato un 114-114 altrettanto sbagliato. Sorprende l’uniformità di giudizio per tre signori da pensione, che nel corso della carriera sono andati spesso fuori verdetto. Ci chiediamo perché l’EBU continua a dare fiducia a questi anziani che non "sanno leggere" i match. Dico questo perché ho seguito la sfida a bordo ring, quindi in diretta e non per sentito dire.
Il transalpino è bravo, resistente e potente, ma Gallo gli è stato superiore per almeno sette-otto riprese su dodici. Concedendo a Le Couviour la volata finale, segno che aveva capito di essere in svantaggio, Gallo gli è stato superiore per i tre quarti del match, disputando il miglior incontro della carriera. Il calabrese-comasco-varesino, ha fatto passi da gigante sul piano tecnico e tattico. Veloce e mobile, ha saputo anticipare il francese che combatteva di forza, ma andava spesso a farfalle, per merito di Gallo, abilissimo nella schivate e nei rientri. Azioni ripetute spesso con successo. Questo, nonostante una ferita al sopracciglio destro dal secondo round. Non solo, l’arbitro spagnolo Josè Carrasco, non ha mai ammonito il bretone che portava colpi strisciati per allargare la ferita. L’italiano è stato la vera sorpresa dell’incontro, lontano parente dal generoso ma prevedibile pugile dei primi match. Una prestazione maiuscola che meritava la cintura Unione Europea, purtroppo partita per Auray in Bretagna, grazie a giudici incapaci di leggere correttamente una sfida importante. Avesse perduto, nulla da ridire, alla vigilia le azioni del francese erano salite, visto il fisico da piuma e la sicurezza. Sul ring è stata un’altra storia e Gallo si era meritato la vittoria. Invece, tutto il lavoro svolto è andato in fumo e se ne torna a casa con la delusione di un’ingiustizia subita. Conoscendo il pugile, non si arrenderà e troverà le motivazioni per cercare subito la riscossa.
Chi invece torna a casa senza rendersi conto della beffa confezionata all’italiano, saranno questi signori che arrivano sul posto, spesati e riveriti, che determinano il futuro degli atleti, senza lontanamente pensare ai danni che fanno. L’EBU dovrebbe riflettere su certe scelte. Una serata a livello dei professionisti, decisamente infelice. Nell’altro match in programma, il signor Poggi, solitamente affidabile, ha preso una cantonata incredibile, assegnando la vittoria al coraggioso welter Stefano Lucca di Tradate (Mi) contro il romano Jacopo Fazzino (2-1) che aveva dominato l’incontro, costringendo l’avversario a stringere i denti per evitare la resa. Volendo essere generosi si poteva concedere un round, il secondo, all’esordiente, tutto il resto è stato a favore di Fazzino, che ha offerto velocità e mobilità, tempestando l’avversario di colpi sopra e sotto. Al verdetto, in molti hanno pensato che si fossero scambiati i nomi. Purtroppo non era così. Evidentemente una serata tutta storta. Il prologo riservato ai dilettanti ha divertito il pubblico, che ha riempito il PalaInsubria varesino. Per questo ne diamo notizia. Pari tra i welter Cosma (Panthers) e Di Gregorio (Salus e Virtus) dopo tre round intensi con scambi no stop e alterni vantaggi. Dura due round e spiccioli la sfida nei 54 kg. al femminile tra la locale Bernacchi a cui non basta il coraggio contro la giovane Bouyij, 19 anni, marocchina di nascita, piacentina da 11 anni, ottima studentessa e bene impostata dal maestro Alberti, che ha costretto alla resa la Bernacchi, complice sangue dal naso. Il superleggero Zaydi (Panther), 22 anni, papà marocchino, nato in Italia, subisce nel primo round la miglior precisione di Lin allievo della Salus e Virtus, ma capace di scuotersi, lavorare ai fianchi il diciottenne di radici cinesi, che a gioco lungo paga la maggiore consistenza fisica di Zaydi che si guadagna la vittoria. Tra gli 81 kg. Menunni (Panthers) e Vullo allievo di Calandrino (Master Boxe), 18 anni il primo e 16 il secondo, gran bella boxe e affermazione del più giovane, ancora jr., nel 2018 bronzo ai tricolori, in continua ascesa, che ha usato i colpi lunghi e precisi, per trarre vantaggio. Ultima sfida tra Papa (Panthers) 22 anni e il mancino Paladina 18 anni, altro allievo di Calandrino, che non sfrutta bene i colpi diritti, intimidito dalla maggiore vigoria di Papa, più esperto e furbo, che si aggiudica il match in virtù di finali sempre positivi. Emblematico il commento del vincitore: “Debbo dire grazie alla boxe che mi ha salvato da situazioni pericolose, visto il mio carattere impulsivo, Scarico sul ring le energie e quando guido, visto che faccio l’autista, sono più tranquillo”.
Giuliano Orlando