La pesatura è da sempre l’anteprima alla sfida, lo spettacolo della vigilia. Così è stato per gli attori del Principe di sabato sera. C’erano tutti i protagonista ed ognuno esprimeva la propria personalità e il carattere. Ogni espressione era lo specchio di ciascuno, come una specie di gioco kafkiano dove l’abilità è capire l’avversario e nascondere le proprie insicurezze. Nel salone dell’Hotel Bocconi sfila il campione in carica Kourbanov dell’UE superpiuma, faccia sorridente, tranquillo in un fisico da leggero. Boschiero gli arriva al naso, ha lo sguardo serio e sembra sorpreso da questo avversario che non ha solo 10 anni meno, 26 contro 36, ma un fisico incredibile. Lo segue con discrezione il suo manager, Mirko Giuliano belga con genitori italiani. E’ stato anche il procuratore di Fegatilli, che di Boschiero ha infelici ricordi. Per questo spera che il giovanotto venuto dall’Est Europa, lo vendichi. Che tipo è il kyrgyzstano? Chiedo: “Uno molto bravo, che pensa di poter tornare a casa con la cintura. Anche se non sottovalutiamo Boschiero che ha tanta esperienza”.
Prima di approdare in Belgio dove ha combattuto da dilettante? Mi guarda e sorride: “Voi giornalisti siete proprio curiosi. Faroukh ha svolto in Francia l’attività in maglietta è ha vinto anche il titolo youth nel 2008. E’ tesserato per la federazione belga ma ha passaporto francese. Per noi è belga, comunque”. Risolto il piccolo mistero, incrociamo Maxin Prodan che non ha un compito facile. Il magiaro Gyorgy Mizsei lo supera in altezza di almeno 10 cm. e ha lo sguardo della volpe, furbo e sfuggente, come la sua boxe. Porta occhiali a specchio e giacca mimetica, si capisce che se la tira. Al peso dimostra sicurezza, d’altronde per uno che ha battuto Zamora e disputato due europei, l’ostacolo Prodan è uno scherzetto. Tutto questo l’ucraino lo ha capito al volo. Non replica ma la mascella sembra un blocco di marmo. Stringe gli occhi e non sorride, ma pensa. “Fai il bullo adesso perché sul ring riderai amaro”.
L’ucraino è uno che sulla boxe ha scommesso tutto. E’ il suo lavoro, il suo presente e il futuro. Deve imparare ancora molto, ma ha una volontà e un fisico di ferro. Chi ha visto il match di rivincita con Manuel Largacha, il panamense che sembrava di ferro e picchiava come un fabbro, è rimasto di stucco quando nel sesto round, come fosse uscito da un incubo, Prodan ha scaricato una serie di pugni sul rivale dove erano racchiusi rabbia e voglia di riscatto. Largacha si è sgonfiato come un pallone bucato. E’ finito al tappeto in avanti e al 10” era ancora sulle nuvole. Questo ha saputo fare Maxim, dopo cinque round di sofferenza, di fatica e pugni sul corpo. Forse questo la volpe magiara non lo sa. Ma sul ring lo capirà. Rivedo con piacere Orlando Fiordigiglio, un campione che ancora non è riuscito a raccogliere i frutti che merita. Ricordiamo le due sfide europee, con Vitu a Brescia e la trasferta allucinante in Francia contro il Attou. Il suo maestro Meo Gordini l’ha presente come fosse accaduta ieri: “Per arrivare a destinazione dall’aeroporto di Parigi siamo rimasti in macchina quattro ore, potevamo andare da Milano a Roma.
L’albergo aveva le camere con i letti a castello e i servizi nel corridoio. Una cosa oscena. Conclude Orlando: “Dopo il match avevamo l’aereo alle 13.30 e alle 8 del mattino ci hanno sbolognato in aeroporto come pacchi d spedire in fretta. Quando ci ripenso mi viene rabbia e per questo voglio riprovarci. L’avversario di domani? Lo conoscerò sul ring. Di certo voglio fare buona impressione sul pubblico di Milano, dove combatto per la prima volta”. Nicholas Esposito il giovane welter milanese, accompagnato dal maestro Serio e dal papà, sembra più un modello che un pugile. Fisico asciutto, bella presenza, non è interessato all’avversario, il serbo Janic che tiene lo sguardo basso. Importante che la mano destra risponda bene alla prova del ring. Per questo motivo Esposito è rimasto fermo tre mesi. Il supermedio Merafina, non più verde ma con un seguito di fans, anche al peso. Magliette nere col suo nome per avvisare l’avversario che non c’è trippa per il gatto serbo Paunovic, che mise a sedere l’imbattuto Zucco un mese fa. Pretattica pre match. Finisce la cerimonia del peso. La bilancia ha finito il suo ruolo. I pugili aspettano il giorno dopo, quello del giudizio sul ring. Quando gli sguardi serviranno solo per capire l’avversario ma saranno i pugni a farla da padroni. L’appuntamento è al Principe con inizio alle 19,30. Una serata imperdibile.
Articolo scritto da Giuliano Orlando