Amburgo – Scattano i mondiali dilettanti elite edizione 19°, ospitata ad Amburgo, la seconda metropoli tedesca dopo Berlino, il più grande porto d’Europa, posto sul Baltico. Si parte il 25 agosto e si conclude la rassegna il 2 settembre. L’AIBA ha fatto sapere le sedi dei prossimi mondiali sia maschili che femminili. Per gli uomini Sochi (Rus) nel 2019 e Nuova Delhi (Ind) nel 2021, le donne a Trabzon (Tur) 2018 e Nuova Dehli (Ind) 2020. La rassegna iridata nacque nel 1974 ed ebbe l’Havana come sede, su volere di Fidel Castro. Osaka (Gia) e New York (Usa) rinunciarono dopo averla richiesta. L’evento, con 45 nazioni al via, conferma la superemazia dei caraibici con cinque ori e qualche delusione, in particolare le sconfitte di Requeiferos nei leggeri, uno dei primi cubani a farsi luce, argento ai Giochi del ’68 e del gallo Romero, finito ko ad opera del portoricano Wilfredo Gomez, 17 anni, che univa talento e sfrontatezza, tanto da rivolgersi a Castro, indicandogli il cubano al tappeto con la famosa frase: “Contro di me i tuoi campioni finiscono così”. L’Italia presente con quattro pugili: Menciassi, Onori, Melluzzo e Russi alla guida di Natalino Rea, nessuno sul podio. In inizialmente quadriennale, dal 1974 al 1986, dal 1989 biennale.
Per la terza volta in Germania, dopo Monaco 1982 e Berlino 1995 è l’appuntamento più importante dell’anno post olimpico. E’ la seconda edizione contingentata, dopo il 2015 a Doha nel Qatar. In Germania ci sono più nazioni e più pugili: 85 e 279, contro i 74 stati i 243 atleti in Qatar. L’Italia si presenta con sette atleti, sei promossi a giugno in occasione egli europei di Karkiv in Ucraina: Cappai 52; Di Serio 56, Di Lernia (64), Mangiacapre 69, Cavallaro 75, Manfredonia 81, con l’aggiunta di Guido Vianello nei +91. Soltanto Germania, Kazakistan e Uzbekistan (10), Russia, Australia, Inghilterra e Cuba (9), India e Ucraina (8) si presentano con più atleti. La differenza, purtroppo sta nella qualità dei concorrenti. Cuba deve difendere 4 ori, 2 argenti e un bronzo, conquistati a Doha, e non sarà facile, anche se lo squadrone caraibico ha dimostrato la potenza di fuoco, dominando i Panamericani a Tegucigalpa in Honduras, portando la squadra al completo in finale, vincendo in otto categorie su 10. Unico vero sconfitto il 49 kg. Argilagos contro il longilineo colombiano Martinez, castigamatti della categoria anche nelle WSB, dove aveva già sconfitto il cubano. Nei 56 Ibanez ha dovuto rinunciare alla finale per infortunio lasciando via libera al dominicano Los Santos. Veita (52), Alvarez (60), Cruz (64), Iglesias (69), Lopez (75), De La Cruz (81) e Savon (91) saranno chiamati a difendere l’onore e i titoli dell’isola. Per motivi non chiari, non ci sarà Larduet nei +91, che oltre ad aver vinto ai Panamericani, si era imposto nelle WSB, all’uzbeko Zhololov, uno dei favoriti ad Amburgo.
Ad insidiare Cuba, oltre alla Russia e il Kazakistan va aggiunto l’Uzbekistan. Il governo della nazione asiatica, ex URSS, con 27 milioni di abitanti su un territorio di 440.000 km, quasi una volta e mezzo l’Italia, ha puntato sullo sport e nella boxe in particolare, costruendo impianti e trovando migliaia di giovani desiderosi di praticare la noble art. E’ la forza emergente del momento, un cammino iniziato a Doha nel 2015, con 3 argenti e altrettanti bronzi, esplosa a Rio, che punta alla riconferma ad Amburgo. La Germania, che gioca in casa, non vorrà certo resta all’asciutto. Azerbajan, Inghilterra, Francia Irlanda e Ucraina hanno atleti in grado di dire la loro a livello podio. Per quanto riguarda l’Italia, il commissario tecnico Emanuele Renzini, sa benissimo che sarà un commino tutto in salita: “Stiamo facendo un lavoro di restauro non facile. Accanto ad alcuni esperti, cerchiamo di far crescere i giovani. Aver portato sette atleti è già stata un’impresa. L’Italia secondo gli esperti è fuori dal gioco delle medaglie. Cercheremo di superare anche le previsioni.
I sorteggi saranno determinanti, anche perché con 28 iscritti per categoria, si parte dai 16°, arrivare in zona medaglia è davvero un’impresa. La squadra è in fase di rinnovamento e nessuno si inventa nulla. Per Di Serio e Di Lernia è il debutto, quindi faranno utile esperienza. La situazione di Vianello è diversa. Anche se giovane, 23 anni, ha già partecipato ai Giochi di Rio, ha svolto attività di vertice e ottenuto vittorie importanti. Adesso deve sfruttare l’insperata opportunità e cercare di dare il meglio. Il nostro gigante ha qualità notevoli, ma è spesso tradito dall’emozione. Mi auguro che stavolta trovi la forze per uscire del guscio. Cavallaro e Manfredonia, le nostre ultime medaglie europee non tradiscono mai e così sarà anche ad Amburgo. Mangiacapre e Cappai, possono aspirare al podio. Hanno esperienza e talento. Ci vorrebbe un pizzico di fortuna, visto che siamo in ampio credito, per tornare a casa almeno con una medaglia”. L’Italia dopo l’abbuffata del 2007 a Chicago e 2009 a Milano, con 4 ori, un argento a un bronzo, non ha mollato salendo sul podio anche nel 2011 con due bronzi e nel 2013 con l’oro di Russo e due bronzi con Valentino e Mangiacapre che bissarono il risultato del 2011. Le dolenti note si riferiscono al 2015, con nessun italiano giunto al podio. Se la speranza è l’ultima a morire, chissà che qualche azzurro sappia compiere il miracolo. Nella classifica generale, guida Cuba (71-32-25), seguita da Russia (38-31-27), USA (16-9-17), Kazakistan (10-10-14), Bulgaria (8-8-17), Romania (7-5-18) e Italia (6-2-14), ma Germania (5-14-44), Ucraina (5-12-10) e Uzbekistan (5-11-15) sembrano pronte al sorpasso. Il programma prevede due riunioni giornaliere (ore 14-19) dal 25 al 29 fino a quarti. Il 30 riposo, semifinali il 31 agosto e il primo settembre, con inizio alle 18, le dieci finali il 2 settembre sempre alle 18.
Articolo a cura di Giuliano Orlando.