Tbilisi (Georgia) agosto 2019 – La lunga maratona europea riservata ai giovani schoolboy-girl ha orzato la boa dei quarti, promuovendo 40 ragazzi dei 238 iscritti e 26 ragazze delle 78 presenti. Sui due ring installati al Palasport della capitale georgiana, lungo i quattro giorni di combattimenti, si sono disputati 250 incontri e lo sfoltimento ha tolto il 50% del settore maschile, riducendo da 30 a 15 le nazioni che hanno portato almeno un rappresentante sul podio, mentre dei 18 paesi presenti tra le girl, ne sono rimasti undici. Edizione che ha visto l’assenza per certi versi clamorosa della Russia, dovuta a difficoltà burocratiche sui visti d’entrata per alcune atlete, ma anche la conferma che tra le due nazioni (Georgia e Russia) i rapporti non sono idilliaci.
Assente la nazione più forte, nel 2018 la Russia nei maschi portò sul podio tutti i 20 pugili in gara, con 14 ori, 3 argenti e 3 bronzi, idem con le ragazze, nelle 12 categorie, conquistarono l’oro in 6, 5 argenti e 1 bronzo. Mancando la nazione protagonista, il campo delle aspiranti al podio si è ampliato, ma nel contempo ha rafforzato in modo consistente la superiorità di nazioni che comunque stazionavano ai piedi del podio più alto. Così l’Ucraina ha portato in semifinale 14 maschi e 11 ragazze, la Georgia padrona di casa, 12 maschi e 3 femmine, su 4 iscritte. Bilanci ottimali anche per Irlanda (7-11), Inghilterra (8-7), Armenia (9) assente tra le atlete, Bielorussia (6) e Ungheria (4-5), mentre sotto le attesa Turchia (4-4) presente quasi al completo con ben 29 atleti-e, stesso discorso per la Romania, (assenti le donne) e solo 3 semifinalisti su 14 presenti. Numeri che indicano il forte interesse per il settore più giovane dell’attività ufficiale pugilistica. L’Italia è andata secondo le previsioni, pagando comunque la scarsa attività, in particolare nei contatti con squadre straniere. I numeri dicono tutto. Dieci maschi e altrettante ragazze. Il più attivo è Mastrorillo (56 kg.) con ben 21 incontri, seguono D’Ascari (41,5) con 18 incontri, distanziati Spinelli (48),12 match, trattato male nei quarti contro il locale Eremeishvili, molti georgiani hanno avuto la spinta dei giudici, mentre Di Luggo (50) 11 match, non aveva perduto dal magiaro Petrovics. Oltre a Mastrorillo, sono arrivati al podio Fiore (59) 12 match e Guglielman (62), 11 match, unico azzurro reduce dagli europei 2018, favorito dal sorteggio, passando ai quarti e battendo il romeno Gavril per accedere in semifinale. Sarà dura contro l’ucraino Naumov, che sembra uno youth dalla muscolatura.
Gli altri italiani eliminati all’esordio sono stati il mancino Pascazio (43) con 5 incontri, superato dal georgiano Basaria, Coletta (46) 3 match, che ha trovato Levchenko, ucraino con 60 incontri, che punta all’oro!, Gugliotta (52) con 5, longilineo bene impostato, ma in difficoltà con Michenko (Ucr) una macchina da guerra che potrebbe combattere con gli yuoth, Prezzinga (54) con 13, si è difeso bene con l’inglese Hardy, uno dei favoriti all’oro. Fiore (59) ha una boxe elegante, ma è ancora tenero; aver vinto due incontri, in particolare contro l’azero Kazimov, senza esprimersi al meglio è già molto. Il bielorusso Afanayeu tecnicamente non è superiore, ma sembra un diciottenne. Lo stesso discorso vale per Guglielman. Avrà di fronte l’ucraino Naumov, che ha costretto all’abbandono l’armeno Poghoyan, dopo meno di due round. Nella quasi totalità dei casi, i nostri pur con buone basi tecniche, sembrano di una categoria inferiore. I nostri tecnici presenti Francesco Stifani e Carmelo Mammana, oltre la fisioterapista Lorenzo Sportolari, non potevano fare di più. Un problema vecchio, che non sembra riguardare nessuno, visto che nei programmi gli school sono sempre i meno attivi. Forse perché sono pochi, ma senza incentivazioni saranno sempre meno. Ecco la risposta del perché le altre nazioni, possono presentare atleti con 50 e più match, alla stessa età, costruiti atleticamente come diciottenni. A proposito dell’Ucraina, i giudici hanno mostrato una sudditanza psicologica determinante, per cui in caso di equilibrio li favoriscono sempre. Come fanno con la Georgia. Emblematico il verdetto nei 38,5, con Tsuleiskiri vincitore ingiusto contro l’irlandese Ducque. Niente in confronto al più assurdo verdetto di tutto il torneo, la sconfitta dell’inglese Middleton nei 44,5, che aveva dominato con una boxe varia il bielorusso Hatsakou per tre round. Arrivato poi in semifinale. Delle dieci azzurre che Valeria Calabrese e Gianfranco Rosi hanno portato a Tbilisi, delle quattro uscite prima delle semifinali, c’è il rammarico per Ginevra Benetazzo (48) la padovana di Albignasego, che con soli 6 incontri alle spalle, non aveva perduto contro l’ucraina Telpis, reduce dal bronzo 2018 nei 39 kg. Contrariamente ha quanto pubblica il sito federale, la sconfitta è di 3-2 e non 4-1. Non solo, il giudice della Cechia ha segnato 30-27 per l’azzurra, che è anche il mio punto di vista, sia pure da spettatore televisivo. Purtroppo come ho già detto, troppi giudici hanno nei confronti dell’Ucraina una corsia preferenziale. Al di fuori del verdetto, l’azzurra, che ha scelto di fare pugilato dopo aver conosciuto Irma Testa, ha qualità notevoli e il futuro è suo. Per la verità tutte le italiane hanno dato il meglio. Comprese le battute Cartacci (54) 13 anni, superata dalla moldova Ciubova che la sovrastava muscolarmente, come la Rossetti (44) coraggiosa, ma ancora tenera per questi impegni, mentre la veronese Benini (70) in una categoria non sua, è stata dominata dall’inglese Moss, dal fisico statuario e dalla boxe ficcante.
Delle sei promosse al podio, la più consistente è la carabiniera Sannino (51) che affronta l’ucraina Kramarenko, bronzo uscente dalla muscolatura mascolina. Il consigliere Sergio Rosa, team leader dell’Italia, faceva notare appunto questa evidente diversità atletica da parte delle nazioni ex-Urss, mentre irlandesi e inglesi meno muscolate, fanno valere un mestiere che si acquista solo combattendo spesso e ad alto livello. Broccio (38) giunta alla semifinale senza combattere, con solo 4 iscritte, se la vedrà con la turca Turgul, mentre la mancina Ferarris (42) è passata proprio contro la turca Isik e adesso trova la O’Keefe, bronzo 2018, che punta all’oro. La pugliese Lambo (46), 10 incontri a sua volta subito in semifinale, trova l’ennesima ucraina Manko, (56 incontri), per compiere l’impresa. Nei 57 kg. la casertana Acconcia, ha già fatto molto battendo la più esperta turca Yamac, sorprendendo per la vivacità espressa sul ring, mentre in precedenza era parsa molto emotiva. Contro l’irlandese King non ha nulla da perdere. L’abruzzese Marra (60) al quarto match in carriera, conferma di essere una bella guerriera, battendo la Rzayeva , unica azera presente. La magiara Komjathi si è presentata da favorita, dominando l’ucraina Lashchenko e sarà la sua avversaria. Semifinali domani e sabato, finali domenica. Con la speranza che il cammino azzurro non si fermi al bronzo, come dicono i pronostici. Fatti per essere smentiti.
Giuliano Orlando