Nella lunga serata allestita al T-Mobile Arena di Las Vegas, la sfida tra “pel di carota” Canelo Alvarez (52-1-2) e Daniels Jacobs (Usa 35-3), guidati rispettivamente da Oscar De La Hoya e Eddie Hern, vinta dal primo con verdetto unanime, mantenendo le due cinture in possesso (IBF/WBC) e incamerando quella WBA sfilata all’americano, non ha entusiasmato più di tanto. Anche se di buon livello tecnico, non ha certo esaltato il pubblico come fu nel doppio confronto con Gennady Golovkin. Di eccezionale ci sono state le borse per entrambi: Canelo ha portato a casa 30 milioni di dollari, Jacobs poco meno delle metà, anche se ha dovuto versare alla cassa un milione per aver sforato nel peso, dopo quello ufficiale del giorno prima.
A conferma che ormai tra i medi non ci sta più. Visti sul ring, appariva evidente che Alvarez, ha la struttura del superwelter, mentre il rivale sembra un mediomassimo e infatti passerà nei supermedi. Direte perché con quel fisico non ha stritolato il messicano? Due le risposte: Jacobs ha sicuramente pagato la fatica per restare nelle 160 libbre (72,5 kg.) e non possiede la personalità pugilistica del rivale, oltre alla rabbia che l’ex ragazzo di strada di Gauadalajara, non ha mai perduto, come ha confermato al peso, che ad uno spintone di Jacobs ha mandato al diavolo l’incolpevole mamma di Daniels. Il match si è dipanato su un sostanziale equilibrio, mostrando l’ottima difesa, specie sul tronco di Canelo, che replicava col sinistro preciso e replicato, mentre Jacobs si affidava a colpi lunghi, discretamente precisi ma senza quello scatto che avrebbe fatto la differenza. Non una delusione ma neppure l’esaltazione emotiva attesa. Personalmente sia pure di misura ho visto qualcosa in più per Alvarez, che ha confermato di voler conquistare la quarta cintura in possesso di Demetrius Andrade (Usa 27) 31 anni, pure lui della Matchroome, che nel frattempo combatterà nella sua Providence il 22 giugno, difendendo per la seconda volta il titolo conquistato il 20 ottobre scorso a Boston (Usa), battendo il vecchio namibiano Walter Kautondova (17-1) di 34 anni, con punteggi tennistici. Facile anche la prima difesa, a New York, opposto al russo mancino Artur Akavov (19-3) a gennaio, finito KO al 12 ° round. Un programma sul quale, pare siano tutti d’accordo compreso lo stesso Golowkin (38-1-1), che si gestisce in famiglia, preparato da Jonathon Banks, ottimo mediomassimo e apprezzato trainer di Vladimir Klitschko, impegnato l’8 giugno al Madison di New York sui 12 round da supermedio, contro Steve Rolls (19) un canadese di colore di 35 anni, quindi un test tranquillo, in attesa che Alvarez, o meglio il suo mentore De La Hoya dia l’okay, per la terza sfida. Nel programma sarà inserito l’altro kazako emergente Daniyar Yeleussinov (6) oro ai mondiali 2013 e ai Giochi di Rio 2016, dall’indubbia classe, col limite di non possedere il punch del connazionale. La DAZN sta opzionando i migliori medi creandosi un mercato egemone, mentre Eddie Hern ovvero la Matchroome, è sotto contratto per 8 anni, ricevendo la bazzecola di 880 milioni. Nella conferenza stampa successiva al match, Alvarez ha confuso ad arte il futuro, smentendo quanto aveva detto alla vigilia, dichiarando che gradirebbe battersi con Callum Smith (25), inglese titolare WBA supermedi, magari in Inghilterra. Non solo, col solito patriottismo ha detto pure che se i suoi tifosi chiedono il terzo match con Golovkin, lui è pronto ad accontentarli. Il tutto da prendere con le molle. Tra l’altro Smith combatterà il primo giugno a New York contro il francese N’Dam N’Jikam (37-3) ex iridato medi, nella serata del debutto di Anthony Joshua (22) negli Usa, contro il messicano Andy Ruiz (32-1). Sempre a Las Vegas, esame superato brillantemente dal giovane Lamont Roach jr. (19-0-1) 23 anni, titolare WBO Internazionale, contro l’esperto portoricano Jonathan Oquendo (30-6) 35 anni, in attività dal 2004, che ha lasciato al rivale la cintura NABO. La sfida era valida come eliminatoria WBO dei superpiuma e così il talentuoso e anche litigioso giovanotto nato Washington nel 1995, potrebbe battersi a breve per il mondiale col finto biondo nipponico Masayuki Ito (25-1-1), 28 anni, titolare WBO. A Stockton in California, sbrigativi i due campioni del mondo IBF, impegnati in difese facili. Il russo Artur Beterbiev (14), titolare mediomassimi, ha costretto alla resa il coraggioso Radivoje Kalajdzic (Usa 24-2) al quinto round, quando ormai la resistenza del bosniaco di nascita, era al lumicino. Nei supermosca, il filippino Jerwin Ancajas (31-1-2) si è sbarazzato del giapponese Ryuichi Funai (31-8) alla settima ripresa, in un match a senso unico. In prospettiva altre sfide interessanti. Ricordate Joe Joyce (33 anni), il possente supermassimo inglese, che ha militato nel team italiano con le WBS, argento ai Giochi di Rio, battuto dal francese Yoka (2-1)? Passato pro, sta marciando alla grande, otto vittorie tutte prima del limite. Ha conquistato il “Gold” WBA e il 18 maggio a Stevenage nella periferia londinese, affronta il bielorusso Alex Ustinov (34-3), test importante prima di battersi per il titolo britannico con Daniel Dubois (11) con 10 ko. Di sicuro il match non arriverà ai 12 round. Nel cartellone il clou riguarda la sfida tra l’imbattuto inglese Billy Joe Sanders (27), 29 anni, già iridato medi WBO nel 2015, vincitore del nostro Blandamura 2014 per l’europeo, che sale di categoria e il coetaneo serbo, naturalizzato tedesco Shafat Isufi (27-3-2) che passa da interim a mondiale regolare WBO, dopo la rinuncia alla cintura da parte dell’imbattuto messicano Gilbeto Ramirez (40), passando nei mediomassimi, dove ci sono campioni tosti come l’ucraino Olex Gvodzyk (WBC) e i russi Sergej Kovalev (WBO), Dmitri Bivol (WBA) e Artur Beterbiev (IBF). Facile che incroci i guantoni con Kovalev, gestito dalla Top Rank di Bob Arum, che dirige anche il messicano. Anche la Russia punta al rilancio dei propri massimi, come alternativa ad Anthony Joshua. Tra questi, Evgeny Tischchenko (4) che gli appassionati ricorderanno come immeritato oro nei massimi a Rio, argento nel 2013 ai mondiali, battuto da Clemente Russo, titolo conquistato nel 2015 a Doha nel Qatar. Il 16 giugno a Ekaterinburg, la località negli Urali, 1700 km. a Est di Mosca, dove dal 7 al 21 settembre si svolgeranno i mondiali femminili dilettanti, validi come selezione per la qualificazione ai Giochi di Tokyo, il promoter German Titov, il maggiore organizzatore russo, farà combattere Tischchenko sui 10 round, contro un avversario impegnativo.
Giuliano Orlando