Tempo del pugilato alla 18° edizione dei Giochi del Mediterraneo ospitati a Tarragona in Spagna. Esordisce una delle discipline che da sempre arricchisce il borsino dell’Italia. Dominatrice da sempre in questa rassegna nata nel lontano 1951, approdata per l’edizione inaugurale ad Alessandria d’Egitto. Si combatte al Pabellon de Torredembarra, struttura a circa 20 km. dalla città sede centrale dei Giochi. Oggi tocca al gallo casertano Raffaele di Serio e al welter tarantino Francesco Magrì. Per entrambi avversari del Kosovo, rispettivamente Merlaku e Vranoci, sulla carta superabili. Per Magrì sarà il battesimo del fuoco, dopo aver conquistato il tricolore a Gorizia lo scorso dicembre e preso parte da alcuni tornei minori, parte titolare in una rassegna di primo piano, anche se limitata al comparto del Mediterraneo. Comunque onorata da oltre venti nazioni. Il tarantino deve fare un monumento ai Quero, padre e figlio che lo hanno fatto crescere, superando momenti difficili, per il carattere ribelle che rischiava di annullare il talento che possiede.
Se i due vincono, passano ai quarti, dove giovedì li attendono avversari che hanno saltato il turno per sorteggio. Gli altri sei che nei quarti ci sono già seguiranno questo calendario. Domani sarà il turno del leggero sardo Francesco Iozia, messosi in luce agli europei U22 a Turgu Ju in Romania, giungendo in finale nei 64 kg. Tornato nella sua categoria naturale, dovrebbe ottenere un buon riscontro, anche se l’esordio non è dei più facili. L’algerino Benazir, ha esperienza da vendere ed è molto scafato. Il rischio è che l’azzurro si lasci prendere dal nervosismo e perde il filo del discorso tattico. Il medio siciliano Salvatore Cavallaro (75), ormai un esperto anche se molto giovane, avrà come avversario il vincente tra il turco Ozkal e il greco Tsagkrakos, col primo favorito, messosi in luce nei recenti tornei. Manuel Cappai (52) unico italiano alla seconda presenza in questa rassegna, nel 2013 a Mersin in Turchia colse il bronzo con poca gloria. Solo quattro iscritti, subito sconfitto dall’algerino Flissi, tipo poco raccomandabile se in carriera seppe conquistare l’argento (2013) e il bronzo (2015) mondiali. Stavolta l’algerino si chiama Mordajef, comunque da non sottovalutare. Infine il giovane massimo Aziz Mouhiidine (91), salernitano con radici nordafricane affronta il siriano Ghossoun, un picchiatore di scarsa tecnica ma molta sostanza. Giovedì 28 sarà il turno, sempre nei quarti di Valentino Manfredonia (81), anche per lui il vincente tra il turco Malkan e l’albanese Vjerdha e del gigante romano Guido Vianello (+91), che se la vedrà col francese Moindre. Tutti per accedere in semifinale che si disputeranno il 29 giugno venerdì, mentre le dieci finali avranno luogo sabato 30 giugno, con inizio alle 16. Un torneo veloce, che vede al via 104 pugili, in rappresentanza di 22 nazioni. Non è partito il superleggero Di Lernia che faceva parte della squadra.
Nella storia dei Giochi del Mediterraneo, nati nel 1951 e disputati ad Alessandria d’Egitto, la Spagna li ospita per la terza volta, appaiandosi all’Italia. La manifestazione avrebbe dovuto disputarsi nel 2017, ma è slittata per motivi organizzativi. Al momento sono 11 le nazioni che hanno accolto i Giochi riservati ai paesi che toccano le acque dell’antico “Mare Nostrum”, e bagnano tre continenti: Europa, Asia e Africa. Si tratta oltre a Italia e Spagna, di Tunisia e Turchia (due volte), Libano, Algeria, Croazia, Marocco, Siria, Grecia e Francia. Pure le nazioni partecipanti sono più raddoppiate dall’inizio della manifestazione. Si è passati dalle 10 iniziali alle 23 delle ultime edizioni. Il pugilato fa parte delle discipline storiche. Attualmente si gareggia in 28 sport, alcuni non olimpici, oltre a quelli riservati agli atleti disabili.
L’Italia è al primo posto assoluto nel medagliere e guida anche nel pugilato, con 40 ori, 26 argenti e 40 bronzi, seguita a distanza dalla Francia e dalla Turchia. Accompagnano la squadra il presidente Vittorio Lai, il segretario Alberto Tappa, i tecnici Giovanni Cavallaro e Gerardo Bicet, oltre al fisioterapista Marcello Giulietti, che si impegna anche come fotografo con ottimi riscontri. Sulla carta considerata la squadra più compatta, in grado di conquistare diverse medaglie. Vedremo se il ring, darà corpo alle speranze. Le nazioni sono quelle presenti nelle ultime edizioni. Spagna, Francia e Italia le punte, poi le africane guidate dall’Algeria con atleti di alto livello, l’Egitto meno compatto ma con punte da non sottovalutare. Tunisia e Marocco stentano a trovare giovani di qualità, inoltre hanno uno stile che spesso valica le regole. Restano atleti ostici per la loro boxe difficile da interpretare. Da non sottovalutare la Turchia e la Croazia in ascesa negli ultimi anni. Tra le iscritte Grecia, Syria, Malta. Serbia, Montenero, Bosnia Herzegovina, Kosovo e Albania.
Articolo scritto da Giuliano Orlando