BARONISSI - Conclusi a Baronissi nel salernitano, gli assoluti maschili youth divisi in due fasi. Nella prima parte sempre sullo stesso ring, prevedeva, ottavi e quarti a fine novembre, mentre la conclusione, il mese successivo. Dei dieci campioni uscenti, solo il siciliano Salvatore Di Noto (48) si è confermato, con bella personalità e una boxe completa, trovando contro il corregionale Damiano Dell’Aquila una tenace resistenza, che sicuramente avrà riscontro nel prossimo anno, quando potrà dimostrare le indubbie qualità nella stessa categoria. Il lombardo Christian Chessa (56), allievo della OPI Gym allievo del maestro Franco Cherchi, ha ripetuto l’argento di Roma, sconfitto più dai giudici che dal siciliano Salvatore Di Stefano che ha concluso stanchissimo, dopo una partenza a razzo. Verdetto a dir poco sorprendente. Solitamente si premia chi finisce meglio. Nel terzo round Di Stefano è stato contato e ammonito, ugualmente i cinque giudici sul 28 pari, hanno dato tutti la preferenza al pugile della Sicula Boxe di Palermo. Vedremo se nel prossimo anno il campione del 2004, saprà riconfermarsi, mentre il lombardo salirà nei senior. Chi invece ha saputo tramutare l’argento in oro è stato il veneto Tessari, un bel longilineo mobile sulle gambe e preciso nei colpi di rimessa, vincendo la cintura dei 75 kg. Era in corsa anche il marchigiano Emanuele Ansalone che puntava al bis, ma ha dovuto fermarsi in semifinale per infortunio, dando via libera al lombardo Nasufi, portato all’attacco per la sua struttura da brevilineo, resa poco producente in finale. Anche nei +91 il piemontese Giovanni Cacciatore che si era fermato al bronzo nel 2020 è salito al titolo, dominando il torneo. Prima ha battuto il lombardo Applauso costretto alla resa nel secondo round e in finale il più giovane veneto Daniele German della Rui Boxe, la cui carica offensiva è servita solo in parte, contro la migliore impostazione tecnica e tattica dell’allievo della Boxe Grugliasco (To), il gym del maestro Antonio Pasqualino, che nonostante la presenza di molti e qualificati professionisti, non tralascia di far crescere i giovani. Nel contempo il triestino avrà modo di rifarsi, acquisendo esperienza nel prossimo anno. Ci ha provato anche il romano Alessandro Nardi (60) eliminato nei quarti nel 2020, stavolta giunto in finale. In partenza sembrava poter aspirare al successo, ma l’emergente Gabriele Fabrizio, del gruppo delle FFOO, ha saputo incanalare il match dalla sua parte, replicando colpo su colpo e concludendo meglio. Non poteva fallire il bersaglio Alessio Camiolo, classe 2004, reduce dagli europei youth in Montenegro, dove ha destato ottima impressione. Lo stesso ha fatto a Baronissi, senza mai correre rischi, in virtù di un repertorio completo, grande velocità di esecuzione e anche un pizzico di potenza. Unico handicap la scarsa statura, che paga in particolare all’estero. Un elogio anche all’emiliano adottivo Yasin El Gana, che di fronte ad un avversario tanto bravo, ha cercato di replicare fino all’ultimo. Una finale tra due pugili del 2004, che potrebbero bissare lo scontro tra un anno. Nei 56 kg. da seguire il pugliese Mario Strizzi e il campano Salvatore Pollio in costante crescita sia fisica che tecnica. Nei 64 kg. si è imposto Eduard Botnaru, moldovo di nascita, in attesa di diventare italiano, allievo della Ferrara Boxe, il gym che dopo aver coltivato e fatta esplodere Sophia Mazzoni, la star degli europei youth a Budva, ha sfornato questo guerriero che dopo l’argento del 2020 nei leggeri, salito di categoria e a sorpresa si è imposto in semifinale sul quotato lombardo Pietro Cordella e poi sul favorito siciliano Emanuele Marsiglia, che nonostante l’impegno ha dovuto cedere alla maggiore iniziativa dell’allievo di Roberto Croce. Che ce ne parla con ammirazione: “Di famiglia modesta, studente all’ultimo anno del liceo sportivo, a casa aiuta la mamma anche nei lavori domestici e recentemente ha portato in palestra la sorellina Beatrice di 10 anni, che ha subito mostrato di essere una guerriera e non vede l’ora di salire a combattere. Abbiamo buoni motivi di pensare che a giugno Eduard ottenga la nazionalità italiana. Negli ultimi tempi ha fatto grandi progressi, ha buone basi tecniche, ma non disdegna la battaglia e possiede un destro pesante. Pochi pensavano che battesse Marsiglia, che ha un passato più illustre, invece ha vinto chiaramente. E in futuro farà ancora meglio”.
Il campano Fabio Delli Paoli, della premiata Excelsior di Marcianise, faceva parte dei favoriti nei welter e ha mantenuto la parola convincendo match su match. Ha mostrato bella personalità anche in finale contro il toscano Guido Rontani, cliente scomodo, favorito dalla rinuncia in semifinale del laziale Campagnoli, fermato per una ferita, ha offerto una prestazione di tutto rispetto. Già detto dei medi, tra i protagonisti degli 81 kg. il laziale di colore Tiziano Marcy, classe 2004, è stato la piacevole sorpresa della categoria, sfruttando con intelligenza allungo e mobilità sulle gambe. La finale contro il coetaneo Alessandro Moschese delle FFOO, è stata di ottimo livello e anche equilibrata, sia pure con la giusta vittoria del laziale che in semifinale si era imposto sul quotato campano Francesco Caponigro, un giovane potente anche se ancora tecnicamente limitato. Il nuovo campione fa parte del gym Il Gladiatore di Roma, molto attiva in tutti gli sport da combattimento con buoni buoni risultati nel pugilato.
Nei 90 kg. l’Italia ha il suo migliore elemento nel casertano Paolo Caruso, 17 anni, presente agli europei in Montenegro, dove ha sfiorato il podio, perdendo dall’armeno Tshgrikyan dopo una battaglia tosta, col dubbio che il campione europeo, i 18 anni li abbia superati da tempo. Infatti la sua superiorità è stata esclusivamente fisica non certo tecnica. Esperienza comunque utilissima, convinto che il prossimo aprile a Sofia dove si svolgeranno gli europei youth, il nostro alfiere saprà dire la sua. Ai campionati italiani ha fatto una specie di passerella, essendosi dimostrati gli avversari nettamente inferiori. Non spetta al sottoscritto, dare consigli per il futuro di questo promettente gigante, ma è chiaro che per migliorare dove fare esperienza all’estero, nei tornei in Europa, confrontandosi con avversari di qualità, sopportando anche qualche sconfitta. So perfettamente di non aver scoperto l‘America, ma dopo Budva il pugile ha fatto solo allenamenti, poi tre match nel torneo in questione. Dove ha mostrato velocità e rientri, schivate e mobilità sulle gambe, ma anche ingenuità e una boxe troppo svolazzante, che si traduce in colpi privi di potenza. In una categoria dove conta la pesantezza dei pugni, è necessario che su quel fronte il giovanotto migliori. Altrimenti non sarà facile concludere i tre round, quando avrà avversari meno teneri di Boscain. Filati e il lombardo Mattia Facchini che in finale lo ha cercato per tre round, senza mai trovarlo.
Nel 2022 metà dei campioni in carica (Di Noto, Botnaru, Delli Paoli, Tessari e Cacciatore) salirà di categoria cercando di farsi largo tra gli élite, impresa non facile. Agli assoluti senior conclusi a Carrara, sono saliti sul podio solo tre reduci del torneo youth 2020: il sardo Fais (52), e gli emiliani Arnaldo Marku (64) e Domenico Vinciguerra (81). Pochi per prospettare un futuro ricco di ricambi. Anche se la speranza è l’ultima a morire.
Giuliano Orlando