Dopo il week end scorso, ricco di sorprese, sabato prossimo a Las Vegas, nel Nevada, c’è il mega evento dell’anno, ovvero la rivincita del discusso match del 16 settembre 2017 sempre a Las Vegas, tra Gennady Golovkin (38-0-19) e Saul Alvarez (49-1-2). In quell’occasione, il messicano di pelo rosso, sotto l’ala della Golden Boy di Oscar De La Hoya, che allestisce anche questa serata al T-Mobile Arena, ottenne verdetto di parità che a giudizio quasi unanime, aveva privato il kazako di una vittoria meritata.
Siamo curiosi di conoscere i nomi dei giudici che la Commissione Tecnica del Nevada indicherà, ricordando che la signora Adelaide Byrd segnò un fantomatico e cervellotico 118-110 per Alvarez, che non stava né in cielo e neppure in terra, ma decise il pari. Tra l’altro l’ineffabile Adelaide è in piena attività, giudice nella recente sfida a New York tra Shawn Porter (29-2-1) e Danny Garcia (34-2), andata in scena sabato notte, che assegnava la cintura welter WBC vacante, vinta dal primo a giudizio unanime, ma fischiata dal pubblico che aveva apprezzato la boxe più elegante di Garcia nei confronti di un Porter dalla vitalità inesauribile, ma dal pugilato più disordinato.
Ho visto il match su Youtube e personalmente avrei premiato Garcia, sia pure di misura, anche se Porter ha scaricato pugni a non finire fino all’ultimo secondo. E’ la seconda sconfitta di Garcia, la prima contro Keit Thurman (Usa 26) al momento in bacino di carenaggio, dopo un intervento chirurgico, che lo ha privato dei titoli. Danny, in rapporto al passato è apparso meno reattivo e mobile. In particolare in difesa. Garcia, 30 anni, ha debuttato nel 2007, con una striscia vincente durata fino al 2017, che annovera 31 vittorie, battendo rivali di qualità come Guerriero, Morales, Holt, Judah, Peterson, Malignaggi, il colombiano Samuel Vargas, l’ultimo avversario di Khan e l’argentino Matthysse.
Il doppio stop potrebbe rendere il recupero più problematico, considerato che nei welter ci sono fior di campioni: Terence Crawford, Thulani Mbenge, Errol Spence jr. e l’inossidabile Manny Paquiao. Nel sottoclou il cubano Yordenis Ugas (23-2), fuggito dall’isola nel 2010, vincitore di Valentino ai Giochi di Atene 2004 negli ottavi, ha scherzato contro l’argentino Cesar Barrionuevo (34-4-2) che ha fatto da pungiball al caraibico. Una tigre di carta, presentata come avversario di qualità, imbattuto dal 2013, rivelatosi non all'altezza.
Adesso Ugas è lo sfidante ufficiale di Shawn Porter. A Inglewood (Usa) la sfida nei supermosca WBO tra i filippini Donnie Nietes (41-4-5) e Aston Palitcte (24-2-1) è finita in parità lasciando in deposito la cintura vacante. Match soporifero, sotto le attese. Molto più battagliero il nipponico Kazuto Ioka (22-1), 29 anni, già campione paglia, minimosca e mosca tra il 2011 e 2017, esordiente negli Usa, per motivi sentimentali (il padre allenatore, non approvava la relazione con la compagna attrice), ha conquistato la cintura Silver WBC a spese di McWilliams Arroyo (Por. 17-4,) che ricordiamo iridato a Milano nel 2009.
Ioka ha vinto nettamente, facendo contare Arroyo nella terza ripresa, per proseguire sempre all’attacco. In Australia, a Bendigo, il supermedio figlio d’arte Tim Tszyu (11, 9 ko), 23 anni, conferma la potenza dei pugni, mettendo KO al primo round l’argentino Jesus Cornejo (19-4-2) veterano di 37 anni, che aveva retto tre riprese col francese del Cameroon, Christian Mbili (11 ko) e ai punti col polacco Damian Jonak (40-0-1) 8 round. A Zagabria in Croazia, davanti al pubblico di casa, il massimo Filip Hrgovic (6), 26 anni, ha spedito ko al terzo tempo lo stagionato Amir Mansour (Usa 23-3-1) vent’anni più vecchio, in una sfida che assegnava l’Internazionale WBC, una cintura che non si nega a nessuno. Basta pagare il noleggio.
Mansour in passato ha disputato incontri importanti, adesso è un vecchio pugile alla ricerca di discrete borse. Hrgovic ha una lunga milizia in maglietta, anche se dopo i successi nelle categorie giovanili, ha raggiunto l’oro solo agli europei 2015 e il bronzo ai Giochi di Rio. Bocciato ben tre volte ai mondiali. Adesso spera di ottenere quanto ha fallito in maglietta. A Chelyabinsk (Rus) l’ex campione cruiser, il mancino Denis Lebedev (Rus. 31-2) 39 anni, che il WBC ha posto in “recesso”, è tornato a combattere, dimostrandosi ancora potente e determinato nonostante la lunga e impegnativa carriera. Ha costretto alla resa il trentenne tedesco Hizni Altunkaya (30-3) nel terzo round ed è diventato lo sfidante di Oleksandr Usyk (15), l’ucraino che detiene quattro cinture di sigla: IBF, WBC, WBO e super WBA, recente vincitore del russo Murat Gassiev (26-1) a Mosca, per il Trofeo Muhammad Ali. C’era molta attesa per il rientro di Amir Khan (33-4) 31 anni, origini pakistane, che dopo la sconfitta contro Canelo Alvarez (49-1-2) del 7 maggio 2016, dove era salito nei medi, era rimasto fermo fino al 28 aprile scorso, affrontando Phil Lo Greco in fase di disarmo, KO al primo round. Nella prova di sabato a Birmingham, la seconda città inglese, Khan ha superato ai punti il colombiano residente in Canada Samuel Vargas (29-4-2) un collaudatore di lusso, che in carriera ha affrontato spesso con successo avversari titolati.
Pro dal 2010, ha perduto da campioni come Errol Spencer jr. e Danny Garcia, Nel 2013 affrontò il nostro Giuseppe Lauri battendolo ai punti. La prova contro Khan è stata avvincente e nonostante il largo punteggio per Amir, il match è sempre risultato avvincente. Nella seconda ripresa dopo essere stato contato ha trovato il destro capace di restituire la cortesia e da quel momento, pur pagando un prezzo abbastanza alto di colpi, ha cercato di ripetere l’impresa, creando non pochi problemi all’inglese, che in un paio di occasioni ha sbarellato. Khan ha stravinto, mostrando pregi e limiti. Pur avendo un tasso tecnico molto alto, gioco di gambe e precisione col sinistro, conferma la sensibilità al viso e in particolare al destro che Vargas ha centrato spesso. Dopo il successo ha chiesto di battersi con Manny Pacquiao per la cintura WBA. Il suo impresario Eddie Hearn non è entusiasta, visto che il filippino ha chiesto un minimo garantito di 10 milioni di dollari come base di partenza per la trattativa, mentre il connazionale Kell Brook, ex mondiale della categoria, costa molto meno e assicura forse più pubblico, trattandosi di un derby. Vedremo chi la spunterà.
Khan ha solo 31 anni, età ancora verde per gli attuali canoni, ma non dimentichiamo che ha iniziato prestissimo. Nel 2003 a 16 anni, a Kaunas in Lituania, vinse i mondiali jr. e l’anno dopo ad Atene colse l’argento, superato dal grande Kindelan, uno dei più grandi leggeri cubani, che bissò l’oro del 2000 a Sydney. A parere personale parte sfavorito con entrambi. Nella stessa riunione, l’ex campione europeo welter Sam Eggington (23-5) è finito clamorosamente KO al secondo round con Hassan Mwakinyo (12-2) tanzaniano di 23 anni. Gli allibratori davano l’inglese favorito 1-20! Nell’edizione più tormentata della sua storia, le WSB ha trovato sede e data per la finale. La sfida tra Kazakistan e Cuba è stata fissata il 26 settembre a Xiamen e il 28 a Jin Jang in Cina. I due team è la terza volta che si affrontano in finale e nelle precedenti occasioni (2015 e 2017) il Kazakistan ha sempre vinto.
Articolo di Giuliano Orlando