Dopo un test propedeutico ad Assisi, iniziato domenica che terminerà il 2 novembre, la nazionale azzurra femminile, si trasferirà a Mosca, per uno stage che si protrarrà fino al 13 novembre, giorno della partenza per l’India a New Delhi, dove dal 15 al 24 novembre si disputa il mondiale femminile, giunto alla decima edizione. La rassegna iridata in rosa, nasce nel 2001 a Scranton (Usa) e la nostra Galassi portò in Italia il primo oro, al quale ne seguirono altri due (2002 e 2005). Da allora trascorsero ben undici anni, prima che un’altra italiana, arrivasse sul podio iridato più alto. L’impresa spetta ad Alessia Mesiano, che nel 2016, sul ring di Astana la vecchia capitale del Kazakistan, diede all’Italia il quarto oro assoluto. Alessia fa parte delle convocate dal c.t. Emanuele Renzini, che sta rifinendo la preparazione dell’Italia in vista dei prossimi mondiali. Il responsabile tecnico ha sotto osservazione da domenica 28 ottobre ad Assisi 14 atlete per un raduno propedeutico, fino a giovedì. Queste le convocate: 48: Roberta Bonatti (Salus e Virtus); 54. Arianna De Laurenti (Boxe Canavesana); 57: Alessia Mesiano; 60: Irma Testa (FFOO) Rebecca Nicoli (Ap. Pavese), 64 Valentina Alberti (Ese) e Francesca Amato (Roma XI); 69: Angela Carini (FFOO); 75: Assunta Canfora (Leone Fazio); +81: Flavia Severin (Treviso Ring). A loro si affiancano i tecnici Maurizio Stecca; Michele Caldarella e Laura Tosti che torna dopo un periodo di sosta. La tappa successiva sarà uno stage a Mosca, con la nazionale russa, che durerà fino alla vigilia della rassegna iridata. La partenza per l’India avverrà infatti dalla capitale russa. Ai precedenti mondiali disputati ad Astana in Kazakistan nel maggio 2016, delle vincitrici iridate del 2016, tre sono passate professioniste, si tratta della Adams (G.B.) nei 51, della Mosselly (Fra) nei 60 e della Shields (Usa) nei 75. Tutte e tre orientate a seguire le orme della Taylor (Irl), ormai una star mondiale. Ad Astana nel 2016, il Kazakistan fece incetta di medaglie, ben 4, seguita dalla Cina (2). Nell’occasione l’aria di casa, aiutò non poco le locali e i giudici fecero il resto. L’Italia grazie alla romana Alessia Mesiano, conquistò l’oro nei 57 kg. con un’impresa incredibile, battendo Leggett (Usa), Kuleshova (Rus), Eliseyeva (Bul) e in finale l’indiana Lather. Era dal 2005, con la Galassi, che completava il trittico di trionfi, (2001-2002-2005) prima di passare pro, che l’Italia non saliva sul podio più alto. I mondiali femminili sono una rassegna di portata gigantesca, presenti più di 60 nazioni e 300 atlete. In alcune categorie si parte dai 32esimi, ovvero per arrivare in finale devi disputare cinque incontri nel giro di otto giorni. L’AIBA dovrebbe prendere in considerazione l’opportunità del numero chiuso, prevedendo selezioni continentali. Consiglio suggerito da tempo, ma sempre disatteso. Tra le convocate azzurre, oltre ad Alessia Mesiano, figurano Irma Testa, Valentina Alberti e Flavia Severin presenti ad Astana. La Testa, nata nel dicembre 1997, era la più giovane della squadra, e pagò l’inesperienza, oltre allo stress di una popolarità piovutole addosso, dopo la promozione – prima italiana a farcela – ai Giochi di Rio, battuta all’esordio dalla Alexiusson (Sve). A due anni di distanza, la campana di Torre Annunziata, reduce dall’esperienza cinematografica, con un documentario dove ha dimostrato qualità recitative notevoli, dovrà confermare i progressi fatti. Sempre che il c.t. la scelga nei confronti della giovanissima pavese Rebecca Niccoli (19 anni).
“La squadra non è ancora decisa – precisa Renzini – che accompagnerà le azzurre nell’ultimo allenamento fissato a Mosca, dal 5 al 12-13 novembre, assieme alla nazionale russa, della quale fanno parte le campionesse europee Paltseva (48), Soluyanova (51) e Urakov (81), oltre alle vice Abramova (57), Belyakov (60), Yakushina (69) e Tkacheva (+81) che agli europei di Sofia, venne sconfitta in finale dalla nostra Severin. Per le italiane sarà il test definitivo che mi permetterà di scegliere le titolari per i mondiali”.
In alcune categorie i nomi sono definitivi, avendo convocato un solo nome o deve ancora decidere?
“Al momento la squadra deve ancora essere annunciata, quindi nessuna è sicura. Neppure nelle categorie con un solo nome. Il riferimento è a Roberta Bonatti (48), Arianna De Laurenti (54), Alessia Mesiano (57); 60: Angela Carini (69), Assunta Canfora (75) e Flavia Severin (+81) a cui chiedo il massimo impegno, in quanto intendo portare a New Delhi atlete al top della condizione. Abbiamo svolto una preparazione molto meticolosa, anche se lungo la strada ci sono stati intoppi non previsti. Mi riferisco alla Silva (48) che non ha potuto partecipare agli allenamenti per problemi fisici, alla Mesiano, tormentata a lungo da difficoltà di vario genere e alla Alberti. Inoltre ci saranno test-match dove le convocate nella stessa categoria sono due. Mi riferisco ovviamente ai 60 (Testa-Nicoli) e 64 (Alberti-Amato), inoltre dovrò valutare la condizione della Carini nei 69 kg., sicuramente in ripresa, sempre che decida di farla venire a Mosca. Flavia Severin, la nostra campionessa europea, la vedo molto motivata, più asciutta che in passato, decisa a riscattare la prova opaca di Astana 2016”.
Torna ala rassegna iridata con una campionessa in carica. Una responsabilità non secondaria. Quali sono i pericoli maggiori per l’Italia?
“Ogni mondiale ha la sua storia. So benissimo che con Alessia abbiamo un impegno in più. Al di fuori del risultato di questi mondiali, l’Italia darà il meglio. Se pensiamo che nel 2016 la Russia tornò a casa senza un oro, questo fa capire la difficoltà di un mondiale dove sono presenti oltre 60 nazioni e 300 atlete. Oltre ai valori singoli, ci vogliono componenti importanti per centrare bersagli importanti. Dai sorteggi, fondamentali per tutte le nazioni. In passato non abbiamo avuto molta fortuna. Speriamo che in India la dea bendata non sia arcigna come in passato. Senza dimenticare le giurie che rappresentano sempre un punto interrogativo non secondario. In questa attesa, spero di poter contare su una squadra capace di darci la soddisfazione di tornare a casa con qualche medaglia. Non sarà facile, ma abbiamo carte buone”.
Giuliano Orlando