Azzurre stellari in trasferta all’estero. Accompagnate da Michele Caldarella, tecnico delle FFOO, Olena Savchuk (51) della Sauli di Pescara, Irma Testa (FFOO), campionessa europea élite in carica dei 57 kg. e Francesca “Susie” Canfora (69), allieva della Leone Fazio, gym di Napoli, si sono presentate all’importante torneo, Memorial Liventsev a Minsk, la capitale della Bielorussia, giunto alla 17° edizione, iscritte ben 18 nazioni tra atleti e atlete. Le categorie erano quelle che vedremo ai Giochi di Tokyo dal 10 al 24 ottobre. Otto quelle maschili con 78 atleti presenti e 5 quelle femminili, con 40 presenze di alta qualità. Nei 51 kg. l’abruzzese Savchuk, continua a fare esperienza internazionale.
Il c.t. Emanuele Renzini l’ha scelta per prendere parte al torneo in Bielorussia, anche se sapeva in partenza che le avversarie erano al momento ben più esperte dell’azzurra. Che ha compiuto comunque il suo dovere, vincendo il primo incontro contro la locale Tabeush per 5-0, bronzo agli assoluti bielorussi nei 57 kg. Si arrende ai punti alla Apanasovich, che in semifinale si impone alla thailandese Jitpong, titolare ai mondiali 2018. Per l’oro affronta la connazionale Byrym, argento nazionale. Nei 57 kg. abbondano atlete titolate, Irma Testa debutta con la spagnola Fernandez, presente agli europei 2019 a Madrid. Vittoria nettissima che riserva anche alla ben più quotata indiana Manisha, un torello, titolare ai mondiali 2018, dominata senza faticare più di tanto. In semifinale, non solo vince, ma si toglie anche un sassolino, contro la thai Nilawan, che l’aveva superata al torneo di Bangkok. Stavolta un bel 5-0 per la campana, sempre più sicura. In finale se la vede con la migliore bielorussa, la quotata Bruyevich che nei quarti e in semifinale si era sbarazzata delle russe Deviataikine e Miasoutova, destando ottima impressione, facendo sognare il pubblico di casa. Di fronte all’azzurra, ha fatto la parte della scolaretta che prende lezione dalla maestra. L’abituale 5-0 e il trionfo di Irma, che ha convinto gli organizzatori ad assegnarle la Coppa quale migliore atleta del Torneo. Irma sta raggiungendo i livelli auspicati dopo il passaggio nelle élite, che tutta una serie di incidenti di percorso sembravano ritardare. D’altronde la classe non è acqua e questa splendida atleta di Torre Annunziata nata nella fucina degli Zurlo, non poteva perdersi nelle nebbie dei ricordi. A Madrid aveva dato lo squillo più importante e a Minsk ha semplicemente confermato che tutte le 57 kg. dovranno fare i conti con lei.
Come sono lontani i tempi dell’immediato dopo Rio, quando scese dal ring, battuta dalla francese Mossely e minacciò di lasciare la boxe. Adesso Irma è consapevole di quanto vale ma in modo più maturo e concreto. Per saperne di più, vi invito a vedere il film “Butterfly” che racconta uno spaccato del percorso di Irma Testa, dai Giochi di Rio al presente. Complimenti ai registi. In questi giorni Irma ha ottenuto dall’AIBA il riconoscimento di far parte delle atlete inserite nella Commissione per i Giochi di Tokyo. Altrettanto brava è stata l’altra campana Assunta Canfora, nei 69 kg. bronzo europeo 2018, rifilando alle tre avversarie sonori 5-0. Inizia con la quotata indiana Anjali, sovrastata dal ritmo dell’italiana, senza mai la possibilità di cambiare l’andamento del match. Stesso trattamento alla bielorussa Asmalouskaya, molto forte ma tecnicamente inferiore, sempre anticipata dall’italiana, un vero rullo compressore. In finale trova la russa Solomatina, che si era fatta largo contro l’ottima inglese Taylor, tenace rivale fino all’ultimo, battuta 3-2. In verità i pronostici erano orientati per la russa, ma sul ring è stato un vero trionfo per la Canfora, atleta generosa e modesta, che ha subito preso l’iniziativa, trovando il giusto tempo dei colpi, nonostante la russa tentasse in ogni modo di rispondere. Niente da fare, anche stavolta 5-0 per l’azzurra. Il tecnico Caldarella che ha accompagnato le tre azzurre, era giustamente soddisfatto: “Meglio di così non poteva andare. Abbiamo ricevuto i complimenti dei tecnici di molte squadre. Non era un torneo facile, in particolare le thailandesi e le indiane avevano portato atlete di qualità e le italiane le hanno sempre battute. Le bielorusse hanno ottenuto qualche favore dai giudici, ma quando hanno affrontato le nostre, non c’é stata storia. Torniamo a casa veramente soddisfatti. Nella settimana precedente, alla prima edizione del Grand Prix, sul ring di Zagabria in Croazia (round-robin) presenti atleti (maschi e femmine) di Croazia, Jordania, Finlandia, Slovenia, Russia, Ucraina, Ungheria e Italia, l’ex campionessa del mondo 2016 ad Almaty in Kazakistan, la romana Alessia Mesiano (60) e la bolognese Valentina Alberti (64) hanno portato all’Italia due medaglie d’oro. Alessia nel doppio confronto, tra semifinali e finali si è imposta sulla tedesca Cansu Cak in entrambe le occasioni per 5-0, confermando la ritrovata condizione ottimale. Dopo traversie di ogni genere. Sulla stessa linea la carabiniera Alberti, nonostante il problema alla spalla destra, vincitrice in semifinale della croata Sara Beram-Kos, in finale riservava lo stesso trattamento a Diane Ozceuk della Germania, che si era guadagnato l’accesso a spese della jordana Lina Al Fayijad. Tutte le vittorie per 5-0. Ad accompagnare le due azzurre Maurizio Stecca, il non dimenticato pluricampione, oro ai Giochi di Los Angeles 1980, poi iridato nei professionisti, oltre che campione d’Europa e d’Italia, da tempo nel ruolo di tecnico azzurro. Per la quattro vincitrici e la Olena Savchuk, solo una breve pausa di riposo e già il 20 novembre appuntamento al Centro Nazionale di Assisi per un training di allenamento che terminerà il 30 novembre. Le altre convocate sono: nei 48: Bonatti Roberta (Carabinieri), 51: La Piana Martina (FFOO), Fadda Camilla (Trionfo Genovese); 54: Sorrentino Giordana (Carabinieri); 57: Martusciello Francesca (Excelsior Marcianise); 60: Nicoli Rebecca (FFOO); Amato Francesca, dal 25.11 (Roma XI); 64: Carini Angela (FFOO), +81 Severin Flavia (Treviso). Tecnici: Maurizio Stecca; Caldarella Michele, Tosti Laura e D’Andrea Riccardo.
Giuliano Orlando